Raggiungere il cuore della città vecchia, attorno alla Jama Masjid, permette di camminare in una città indiana, cosa difficile a Delhi ormai trasformata in capitale internazionale. Si passa dai negozi con riproduzioni kitsch del Taj, in saponaria con alberi di plastica gialli e rossi, lanternine e ninnoli di vetro, il tutto racchiuso in scatola. I bei contenitori d'acqua sferici, in ottone o rame, sono ghiacciaie naturali che mantengono l’acqua pura e fresca. Dietro alla moschea si stende il mercato dei tessuti. Donne contrattano sete e cotoni. La strada principale. Johri Bazar va verso destra, ed e fiancheggiata da negozi. Più avanti, in Kinari Bazar, ci sono i gioiellieri, mentre fuori dal bazar, a Panni Gali (lo si trova con difficoltà, passando per Fulati Guli) si ammirano i ricami in oro del miglior maestro di Agra. Shams Uddin che lavora con i suoi operai nel suo haveli. Ritornando verso la moschea, un vicolo a sinistra porta a Malka Bazar, la via dei grandi fabbricanti di aquiloni, le cui creazioni, lanciate dai bambini dai tetti piatti, volano sino a che non le intrappoli un albero. Un'altra area interessante da esplorare è Naiki Mandi, a nord-ovest della moschea, attraversata Hing ki Mandi Road. Qui, in piccoli chioschi, lavorano i calzolai, le donne allineano i vasi dell'acqua lungo il canale ad asciugare, le vacche se ne stanno immobili in mezzo alla strada e i marmisti lavorano tranquillamente dietro antiche porte intagliate che si aprono nei muri bianchi degli stretti vicoli.
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