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23/11/2024 14:01:33

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I precursori di Marco Polo
T'Serstevens Albert

Editeur - Casa editrice

Garzanti Libri

Asia Centrale
Via della seta
Mongolia

Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

1960

Pagine - Pages

364

Titolo originale

Les précurseurs de Marco Polo, éditions Arthaud, 1959

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Storia della civiltà

Traduttore

Roberto Ortolani

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I precursori di Marco Polo

I precursori di Marco Polo  

Non so chi mi abbia regalato, anni fa, I precursori di Marco Polo, una affascinante introduzione sulla geografia dell'Asia prima di Marco Polo. Di sicuro è il primo libro che ho letto e che narrava la Via della seta.
Ancor prima di leggere il Milione, ho così conosciuto Giovanni di Pian di Carpine, Odorico da Pordenone e Gugliemo da Robruk.

Nel leggere le opere dei geografi occidentali del Medio Evo, nello studiare i mappamondi e le carte che ci hanno lasciato, si osserva che la maggior parte dell’India, la totalità della Cina e dell’Asia del Nord erano ad essi del tutto sconosciute, formavano una specie d’immensa regione inesplorata, deserta per gli uni, popolata per gli altri da leoni enormi (Hinc abundant leones) o da cannibali (Antropophagi) all’ultimo stadio della civiltà. Nessuno dei sessantaquattro mappamondi, dal VII secolo alla fine del XIII, da me consultati, dà la minima idea di ciò che potevano essere le vaste regioni che si stendono, verso oriente, al di là del Gange, dell’Himalaya, del Pamir e degli Urali.
Al loro posto, quando per caso il tracciato arriva sin lì, figura molto spesso l’indicazione Terra incognita, o Terra deserta, Terra arenosa, o anche Barbari, formula comoda, sin dall’Antichità, per indicare i popoli sconosciuti. Il paese leggendario di Gog e Magog si sposta invece da un capo all’altro del continente asiatico; e nel suo estremo oriente appare molte volte, in una specie di penisola o persino di isola rotonda, circondata da raggi e da stelle, il Paradiso terrestre, noster olim – il nostro di un tempo – indica malinconicamente la carta di Lambertus (XII secolo).
In realtà, neppure uno di quei sessantaquattro disegnatori del globo terrestre, nel corso di sette intieri secoli, poteva immaginare ciò che contenevano i tre quarti dell’Asia, ancor meno che uno di quei tre quarti fosse occupato dalla più alta civiltà del tempo, quella delle dinastie cinesi dei Tang e dei Song. Una densa nebbia copriva, essi credevano, quel mondo geografico ed etnico dove tuttavia era penetrata da secoli la duplice lezione spirituale del buddismo indiano e del genio greco.

 



Recensione in lingua italiana

T'Serstevens ‹tserstevẽ´ẽs›, Albert. - Scrittore belga di lingua francese (Uccle 1886 - Neuilly-sur-Seine 1974); naturalizzato francese nel 1937. Amico di Cendrars (L'homme que fut Blaise Cendrars. Souvenirs, 1972), Cocteau, Picasso, esordì con una raccolta poetica, Poèmes en prose (1911). Scrisse racconti a metà tra realtà e finzione (Le sept parmi les hommes, 1919; Le vagabond sentimental, 1923; L'or du "Cristobal", 1936) e pittoreschi ed eruditi libri di viaggio (L'itinéraire espagnol, 1933; Mexique, pays à trois étages, 1955; Sicile. Iles éoliennes. Sardaigne, 1965). Tradusse Marco Polo e Machiavelli.