Vita da lamaIl Buddhismo divide l'umanità in due gruppi: i Nan-pa, quelli che stanno dentro (la legge), ed i Pyn-pa, quelli che stanno fuori. Il fedele laico, è tenuto in genere ad obbedire solo ad alcuni precetti: non uccidere, non rubare, vivere castamente, non mentire, non bere bevande inebrianti, la cui osservanza facilita il percorso dell'ottuplice sentiero.La schiera dei religiosi comprende vari livelli: i getsul, sono i novizi che hanno ricevuto gli ordini inferiori, i bhikshu, i monaci ordinati che possono vivere di questua e che debbono osservare altri cinque precetti: non mangiare nei periodi vietati, non prendere parte a divertimenti quali danze o canti, non far uso di profumi od ornamenti, non dormire troppo comodi, non accettare oro ed argento (la carta moneta non era in circolazione fino a pochi anni fa...). Ma all'interno dei conventi si trovano anche i trapa, una sorta di fratelli laici che svolgono le mansioni più umili al servizio dei più istruiti. Anche se i monasteri non hanno più la potenza di un tempo, per una famiglia povera il convento resta una delle soluzioni per poter dare un'educazione ed avviare ad una attività i figli che non riesce a mantenere. Come in tante altre parti del mondo, l'altra soluzione è l'arruolamento come volontario nell'esercito indiano. Sebbene dal punto di vista dottrinale le varie comunità monastiche si riallaccino tutte alle disposizioni codificate dal Vinaya, e seguano tutte le prescrizioni del pratimoksa fino al momento della consacrazione, successivamente i percorsi spirituali sulla via della completa illuminazione variano da chiesa a chiesa. C'è però da ricordare che i voti monastici non sono perpetui e da essi si può recedere, in varia forma a seconda della chiesa di appartenenza, e la la decisione è spesso imposta dalla famiglia quando, per esempio, il monaco diviene capo della famiglia patriarcale in seguito al decesso del fratello maggiore. E’ proprio il caso di Tsepal Namgyal, lama del monastero di Hemis, che nel secolo scorso ritornò al laicato alla morte del fratello maggiore, che era il re del Ladakh, ereditandone il trono e sposandone la vedova. |