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Ladakh |
il
paese degli alti valichi
di Marco Vasta |
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Trekking da Padum-Lamayuru
Sono circa 177 chilometri,
8-10 tappe con un dislivello totale che supera i 4000
metri complessivi. È il percorso più battuto dagli
escursionisti che giungono a Padum con la camionale
proveniente da Kargil. Essendo impossibile seguire il
corso del fiume Zangskhar, si attraversano in quota
alcune valli tributarie ed infine si passa nel bacino del
fiume Yapola anch'esso confluente nel fiume Indo. Il
tragitto è quindi movimentato e richiede il superamento
di otto passi, dai 3.850 metri del Prikiti la ai 5.060
metri del Singgela. Si visitano numerosi ed importanti
monasteri a Karcha, Lingshed, Wanla e Lamavuru.
Padum (m 3564) - Karcha (m
3700) 2h km 9 + 150
Tappa molto breve che
consente di trascorrere gran parte della giornata a Padum
per rifornirsi di viveri e combustibile e per visitare i
dintorni. Il vicino gompa di Sani è raggiungibile con
una veloce corsa in jeep ma la visita è interessante
solo se è in programma la festa religiosa che da giugno
è stata spostata nei primi giorni di agosto.
Il gommone di Padum, residuato
della spedizione tedesca del '76, costituiva il momento
eroico della camminata nello Zangskhar: ci si affidava
avventurosamente alla corrente del fiume Doda e il
gommone, galleggiando a pelo d'acqua, trasportato dalla
corrente, guadagnava la sponda opposta dopo cinque minuti
di terrore. Il battelliere risaliva quindi la riva
trascinando la zattera, tenuta insieme da toppe e pezzi
di spago, per poi ripartire con rotta veloce ed obliqua
verso l'approdo opposto. Nel 1985 un ponte in ferro ha
sostituito quell'emozionante momento ed in due ore si
giunge da Padum a Karcha percorrendo la strada sterrata
che parte dal bivio presso l'Ufficio del Turismo.
Successivamente il ponte è stato smontato ed ora è
rimasta una passerella.
Il villaggio di Pibiting
è sovrastato dal piccolo monastero gelugpa posto su una
collinetta alluvionale (Upti). Il santuario è
dedicato a Padma Sàmbhava del quale racchiude una
immagine nel Guru Rimpoche lhakang. Il sentiero passa
accanto alla Lamdon Model School patrocinata dall'autore
e dalla vendita di questo libro. Attraverso la spianata
si giunge poi in riva al Doda ed al ponte (1h30').
Risalendo il ghiaione con percorso libero e faticoso ci
si raccorda con la strada proveniente da Ating ed in
breve si è al lodge del villaggio (m. 3.700). E
possibile campeggiare anche nella piana a sud di Karcha
(30'-2h). Dal villaggio si sale a zigzag verso il
monastero.
Karsha Chamba Ling (luogo
dedicato a Maitreya) è il più grande monastero dello
Zangskhar con una comunità di 80 berretti gialli. Il
gompa e le bianche case sottostanti sono visibili da
lontano, sarebbero proprio le case dei due insediamenti a
dare il nome a dKarSha, «la bianca coppia».
Karcha (m. 3.700)-Campo di
Pishu (m. 3.450) 3h 45' + 100 350
Da Karcha, descritta nel
capitolo sulla piana di Padum, il percorso continua verso
settentrione seguendo in mezzacosta il pendio che declina
verso il fiume. Il sentiero non è ben delineato,
attraversa e segue le terrazze dei campi d'orzo, prosegue
in mezzacosta, attraversa un greto di un torrente che
scende da ovest ed infine alcuni chorten segnalano
nuovamente il percorso nella ampia pietraia; la
mulattiera diventa unica ed evidente all'incirca alla
confluenza fra lo Tsarap Lingti Chu ed il Doda (o Stod)
che danno vita allo Zangskhar. Il pendio termina e la
bastionata rocciosa incombe sul sentiero presso un
piccolo guado, la piana di Padum ha qui il suo confine
settentrionale. Due ore di marcia portano alla piana di Rinam
(m. 3.550; 2h; km 8), pascolo solcato da corsi d'acqua
chiara. Il villaggio si trova presso il fiume,
leggermente scostato dal percorso. La mulattiera prosegue
e si abbassa presso un'ansa sabbiosa per poi risalire sul
pianoro alluvionale dove sorgono le case di Pishu
(m. 3.500; 1h30'-3h30'), desolato paese adagiato nella
brulla distesa di sassi. Oltrepassati alcuni campi,
raggiungete un'ampia valletta rinfrescata da una polla di
limpida acqua (m. 3.450; 15'-3h45').
Escursione a Zangla
Da Pishu camminata fino al
grande ponte di vimini od escursione a Zangla. Il ponte
è situato all'altezza delle case di Pishu dal quale
dista circa un chilometro ed è uno dei manufatti pensili
più lunghi che si incontrano in Himàlaya: la sua
campata è lunga ben sessanta metri. Aldilà, a destra un
sentiero riconduce a Padum risalendo la valle per circa
venticinque chilometri attraverso i villaggi di sTongde e
Tsazar (vedi pag.: 000); proseguendo sul sentiero di
sinistra si arriva a Zangla in circa un'ora. Da
Zangla si può proseguire per Lamayuru.
Pishu (m. 3.450)-Hanumil
(m. 3.300) 4h10' + 100 -250
In saliscendi viene
raggiunta un'altra stretta ansa sabbiosa (30'; possibile
campo in posizione non panoramica). Sempre in saliscendi
il percorso arriva a Pidmo (m. 3.300,
1h40'-2h10'), minuscolo paese in una ampia conoide con
verdi campi di orzo e piselli, prosegue alzandosi poi
nuovamente in riva al fiume ed infine giunge ad Hanumil
(m. 3.300, 2h30'-4h10'): due case poste allo sbocco di un
fantastico canyon, solcato da un torrente, che si
scavalca con un ponticello in muratura. All'imbocco del
canyon vi è una grotta con all'interno, un
chorten.
Hanumil (m. 3.300)-Neche
(m. 3.750) 6h50' + 950 -450
Dopo una serie di
saliscendi si costeggia lungamente lo Zangskhar su un
altipiano dalla brulla vegetazione incontrando un piccolo
guado che fornisce l'unica acqua per le prossime ore
(1h), poi il sentiero sale decisamente obliquando sul
pendìo sinistro della valle abbandonando il fiume ed il
fondo valle per infilarsi in un vallone che si restringe
fino ad una strettoia (2h15'-3h15') da affrontare con
penosa salita su un sentiero in parte artificiale. Dopo
l'ultimo zig zag ci si affaccia fra le rocce su un poggio
panoramico che domina la valle percorsa: in basso il
fiume Zangskhar scorre verso un canyon impercorribile a
piedi.
Ora il cammino affronta ampi
tornanti fino al Parfila o Pensila (m. 3.950, 1h-4h15'),
colle che da accesso alla valle dell'affluente Zingchan
Tokpo a sua volta formato dall'Oma Tokpo e dal Ralakung
Tokpo. Si scende rapidamente fino ad una sorgente
(20'-4h25') e poi ancora in forte pendenza fino al
torrente del quale si risale la riva destra attraversando
una stretta cengia rocciosa dove i cavalli procedono con
difficoltà, scendendo poi ad una spianata adatta al
campeggio presso il ponticello in pietra (m. 3.500,
45'-5h10').
Risalendo il torrente si
giunge ad una confluenza e, ad un bivio, a sinistra si
prosegue lungo il Ralakung Tokpo fino alle omonime malghe
da dove si raggiunge Phe attraverso il Ralakungla od
Abran attraverso il Lumurla, entrambi i villaggi sono
posti sulla rotabile Padum-Kargil. Risalendo a destra la
valle dell'Oma Tokpo (torrente di latte) si arriva a
Ringdom Gompa con un lungo tragitto che scavalca il
Pingdonla (m. 5.017).
Dal ponte si risale per
evidente e ben marcato sentiero dapprima fino ad una
conca con alcuni arbusti e poi obliquando su un
pericoloso pendìo di sabbia fino allo Snertse la (m.
3.800; 1h30'-6h40'), posto su una lunga cresta. In venti
minuti giungete ad incrociare il torrente che ha scavato
l'orrido sulla destra del sentiero. Neche (Netze o
Snertse, m. 3.800; 10'-6h50') offre spazio per
campeggiare mentre i cavalli pascolano sui pendii posti
più a est.
Neche (m. 3.850)-Campo
quota 4.000 6h 30' + 1350 1050
Dopo un inizio in media
pendenza si procede quasi in piano per circa tre ore. Si
oltrepassano alcuni stalletti posti allo sbocco di una
laterale: le cime circostanti sembrano a portata di mano.
Quasi al termine del tratto in piano si apre una valletta
laterale ed il sentiero piega decisamente a destra
(ultima acqua). Questo punto non è segnalato da alcun
chorten od ometto ma la traccia è evidente nel punto in
cui inizia la risalita con maggior pendenza. In
mezzacosta per alcune centinaia di metri, poi sul greto
del torrente: con un'altra ora di salita ci si affaccia
sull'Humanala (Halumala, m. 4.877; km 9, 4h),
balcone di roccia sulla sottostante vallata di
Lingshed.
Rapida e ripida discesa,
dapprima su sfasciumi poi su fondo sabbioso, obliquando
leggermente verso sinistra fino al greto di un torrente.
Già dall'alto questo punto è individuabile per un
bianco chorten che lo segnala (m. 3.800; 1h-5h). E
posto in una valletta desolata e ventosa che subito viene
abbandonata per risalire l'opposto pendio. Il sentiero si
alza sulle rocce per poi obliquare verso un poggio (Chapskang
m. 4.100, 50'-5h50') con alcuni stalletti e quindi
ridiscende costeggiando altri valloncelli fino ad
incrociare un ruscello (m. 4.000; 40'-6h30', km 8).
Campo quota 4.000-Campo
quota 4.500 6h + 950 -350
Il gompa di Lingshed
(Lingshot) era famoso per la scuola di pittura che vi
aveva sede ed è tuttora un convento ricco e frequentato
al quale si appoggia no una cinquantina di monaci. Lo si
può visitare giungendovi dopo un'ora di cammino dal
campo precedente (m. 3.900, 1h, km 4) superando il poggio
detto Shirkuhken la. Il monastero è stato costruito in
una splendida posizione panoramica. Alle sue spalle la
bastionata di rocce e le cime che svettano nel cielo
azzurro scuro formano un fondale unico per colori e
forme. Ai piedi del gompa scorre un canale all'ombra di
alcuni preziosi alberi ed il villaggio si adagia nella
conca fra campi verdi e gialli. Il dukang è posto al
primo piano ed il vestibolo, anziché esser collegato al
cortile, forma una terrazza che si affaccia a meridione
in pieno sole.
Si prosegue su un pendio non
ripido verso un chorten ben visibile dal basso, aggirando
un primo costolone (Murkub la; m. 4.200;
40'-1h40') e poi, seguendo in mezzacosta un'ampia conca,
si sale verso il Netuksila (m. 4.250; 40'-2h20')
per ridiscendere in mezzacosta e poi rapidamente su
pendìo fino al torrente che attraversa il villaggio di Chumpado
Gongma, posto mezzo chilometro più a monte (m.
3.900; 1h30'-3h50'). Poco più a valle vi sono le aie
delle fattorie di Skipata (Skyumpata). Entrambe le
località offrono spazio per campeggiare ed a Chumpado
una casa mostra fieramente la insegna di «lodge». Dal
torrente parte una ripida salita a zig zag che, senza
concedere tregua, conduce sempre più in alto fino al Kubala
(m. 4.400; 1h20'-5h10').
E un passo posto su una
costola in parte erbosa che si stacca dal pendio. La
mulattiera prosegue in mezacosta, con lievi saliscendi,
costeggiando i pendii di una montagna che offre una
singolare visione di guglie erosa dal tempo ed allineate
a metà pendìo in rapida successione. A circa un'ora dal
passo, in una conca destra del sentiero, si individua una
sorgente e si pone il campo sulla spianata che è
sbarrata da un muro di pietre, forse un tentativo di
formare una diga per sfruttare questo invaso
naturale.
Molto più in basso sorgono le
case di Yelchang (Yulchung) al quale arriva un sentiero
poco frequentato che da Zangla, attraverso il Namchela
(m. 4.429) ed il Labarla porta a Nerag nei cui
pressi un ponte in legno scavalca lo Zangskhar per
risalire verso il Singila.
Campo quota
4.500-Photoksar (m. 4.100) 7h 40' + 700 1000
Dal posto tappa la sgambata
prosegue per circa tre quarti d'ora fino ad un teastall
organizato dai monaci di Lingshed (m. 4.550; 45') e da
qui con facile salita guadagna il Singe la
(Senggela: colle del leone) (m. 5.060; 1h20'-2h5'). Il
panorama è grandioso su ghiacciai, guglie e la valle del
Yapola si allunga a vista d'occhio verso
settentrione.
Abbassandosi nella ampia conca
si ammira la montagna che sovrasta ad ovest il Singila.
Se dai chorten essa appariva come una cresta innevata,
dal fondovalle la si ammira in tutta la sua bellezza: è
una piramide slanciata che spicca nell'orizzonte essendo
isolata dalle altre cime. I pendii ad occidente sono
dolci ed ampie conche d'origine glaciale scendono verso
la valle principale mentre la catena che delimita ad
oriente la vallata si presenta come una bastionata
rocciosa dove la inaudita forza dell'orogenesi ha
tracciato fantastiche onde di pietra e gli strati
geologici si ripiegano più volte su se stessi tracciando
gigantesche sinusoidi dai colori più vari.
La traccia corre sulla
sinistra di un torrente che formerà lo Yapola Nallah. Un
chorten che segnala l'incontro fra due torrenti (loc. Manichen;
m. 4.300; 2h15'-4h20'). Dovete ora guadare il torrente
che scende dalla vostra sinistra (Yapola). Proseguite in
mezzacosta affrontando saliscendi brevi e piccoli guadi.
Il sentiero costeggia alcuni mani ed attraversa ampi
pendii, dove pascolano gli yak e le capre, perdendo
lentissima mente quota. Il cammino si allunga di molto
poiché si addentra in ogni conca laterale ed il passo
che sbarra la valle sembra irraggiungibile e distante.
Questo passo è posto su una dorsale di rocce e sabbia e
divide la valle da cui scendete da quella del Photang
Nallah. I due fiumi confluiscono proprio ad est del passo
cui si accede con una breve risalita (Boumitse la; m.
4.450; 2h30'-6h20'). Ad oriente le pareti a picco
racchiudono un profondo canyon ed in basso, a
settentrione, si apre la piana di Photoksar dove
si scende rapidamente attraverso pendii ricchi d'acqua
(m. 4.100; 1h-7h20'). Il villaggio sorge a circa duecento
metri a valle del ponte sul fiume Photang; una ventina di
case, una cappella di recente costruzione ed in alto,
arroccato presso la parete, l'eremo kagyupa di
PhugTosar. La valle è ricca di pascoli e le fattorie
offrono latte e yogurt. Dal ponte il sentiero risale la
riva sinistra del fiume ed un nuovo sentiero è stato
tracciato anche su quella destra. Si attraversano i campi
di un paio di fattorie e si arriva ad un secondo ponte
che congiunge le due rive, fra questi pascoli è
consentito campeggiare (20'-7h40').
Photoksar (m.
4.100)-Franjila (m. 3.300) 7h 40' -1600 + 900
La valle del Photang scende
da ovest, con un'ampia curva, verso i pascoli dove si è
campeggiato mentre il sentiero, alzatosi fino ad un paio
di chorten, si addentra in una valle che scende da
settentrione e rapidamente con facile percorso si porta
sotto il Sirsirla. La salita sembra infinita se compiuta
a fine tappa ma è veloce se siete partiti da Photoksar.
Dopo un falsopiano risalire i pendii di destra e con
ampia curva guadagnare senza sforzo al valico (evitate il
sentiero che porta dritto in quota). Il Sirsirla
(Shilshila, m. 4.990 o 4.805, 2h10') offre un ampio
panorama verso la valle del Tang ad ovest e verso i
calanchi e le guglie del Niuchela a nord. Proseguendo
verso settentrione seguire la Variante delle gole di
Shillakon, pag.: 000)
Dal Sirsirla obliquare verso
destra fino ad un ponte che porta sulla riva sinistra del
torrente Spandang Tokpo (Spang o Tang, m. 4.500,
1h-3h10') e proseguire in discesa, poi in mezzacosta,
fino alle case di Hanupatta, precedute da alcune
fattorie (m. 4.100; 1h30'-4h40'). L'oasi è lunga alcuni
chilometri, molti i posti ombrosi. La pista continua
nella valle, che si restringe sempre più, fra spiazzi
sassosi e boschetti di arbusti. Le gole di Hanupatta sono
terrificanti: pareti di roccia, sabbia e sassi, incombono
su di voi ed il cielo diventa una stretta lama azzurra.
Il canyon è lungo circa tre chilometri e a metà un
chorten segnala la confluenza fra i torrenti Spandang e
il Yapola. Si riguadagna la riva sinistra passando su un
ponte naturale formatosi da una gigantesca frana che
inghiotte il fiume per una decina di metri. Ad un
centinaio di metri dalla frana il sentiero è scavato
nella roccia. Poco dopo il sentiero esce dalle gole,
guadagna la riva destra su un altro ponte ed in
mezzacosta conduce in breve all'oasi di Phanji la (Franjila, m 3.300,
3h-7h40'); acqua, albicocche, prati, ma nessun pascolo
per i cavalli.
Dal villaggio un
sentiero risale la valletta laterale del torrente
Ripchar ed attraverso il Konkela (m. 4.907) dà
accesso alle valli dello Sham verso Mangyur Gompa ed Alchi Gompa oppure permette di collegarsi
con le valli del basso Zangskhar e del Markha,
raggiungendo Sumdo gompa.
Franjila (m. 3.300)
- Prikiti la (m. 3.850) - Lamayuru (m.
3.500) + 650 450
Poco dopo Franjila si
incontrano numerosi tratti di strada già preparati per
la camionale di fondovalle, li si segue fino al villaggio
di Wanla. Il percorso continua sulla
sponda destra fra campi e frutteti di albicocche fino a
giungere proprio sotto una fortezza (2h).
La fondazione del monastero
di WanDa (Wanla) è attribuita a RinChen ZangPo (11°
secolo). Il complesso degli edifici domina la confluenza
fra lo Yapola e lo Shillakong. L'occhio è attratto dalla
rossa facciata del tempio ma ancor più colpisce
l'attenzione l'enorme torre diroccata che componeva la
gigantesca fortezza eretta da re Lachen Naglug nel 12°
secolo. La fortezza è in gran parte crollata. Ben
conservato il monastero, il tempio ospita interessanti
dipinti murali simili a quelli di Alchi: sono quelli
originali e riproducono i principali Bodhisattva ed i
loro mandala. Nella cappella vi è una grande immagine
statua di Avalokiteshvara con le undici teste, affiancata
da quelle di Manjushri e Maytreya; sono inoltre presenti
Atisha ed i principali maestri kagyupa.
In riva al fiume vi è un
ristorante ed un ponte conduce alla scuola; il percorso
si alza di una cinquantina di metri in lieve pendenza
fino alle case di Shila poste all'estremità occidentale
dell'oasi. La strada per le jeep, conduce in senso
opposto e sbuca nella valle dell'Indo presso Khalsi. Dal
ponte di Shila si prosegue oltre il villaggio sulla riva
sinistra del torrente Shilakong Tokpo ed una mezza
dozzina di chorten segnalano il bivio da dove il sentiero
si addentra nel canyon sabbioso (40'-2h40') che, con dura
salita, conduce all'ultimo valico Prikitila (passo
delle lucertole, m. 3.850; 2h-4h40').
Si scende in una conca solcata da
dossi sabbiosi formati dall'erosione e si arriva alla
prima acqua (35'-5h15'), abbassandosi poi ai campi ed al
greto di un torrente (20'-5h35'), lo si risale e Lamayuru appare in alto. Si passa sotto il
monastero e dai campi si risale attraverso il villaggio
fino al gompa. Il trekking è finito (1h-6h35').
Variante delle gole di
Shillakong
Se le gole di Hanupatta
sono intransitabili, proseguite l'antico sentiero delle
gole di Shillakong. Dal Sirsirla si perde quota
obliquando verso sinistra fino a guadare lo Spandang (m.
4.500) e risalendo faticosamente verso il Niuchela. Il
paesaggio non mancherà di stupirvi ancora una volta: le
formazio ni rocciose si presentano sotto forma di guglie
di erosione il cui colore predominante è il verde della
serpentina e lunghe striscie azzurro-cobalto solcano i
pendii. Il Niuchela (Sniogutsela m. 5.050) conduce
agli alpeggi di Shillakong (m. 4.450) da dove un
sentiero si dirama verso il villaggio di Kanji valicando
lo Yogmala (m. 4.700), il vostro percorso volta ad est
seguendo il fondovalle e si addentra nelle gorge.
Il canyon è più lungo di quello di Hanupatta ma meno
affascinante, il greto del torrente è ampio ed è
necessario affrontare una ventina di guadi relativamente
facili poiché la corrente non è pericolosa. Dovrete
pernottare nella gola, vi è un ampio spazio nei pressi
di una grotta posta sulla parete di destra. Nella
mattinata si giunge al termine delle gole, nei pressi di
una sorgente termale incanalata in una piccola fontana
ed, in breve, alle case di Shila, alle sue
albicocche e ci si immette nel vallone del Prikitila.
Padum-Zangla-Lamayuru
Percorso molto difficile
per i cavalli, salta il monastero di Lingshed. Da Zangla
si raggiunge in breve Honia dove si trova l'ultima
acqua prima del passo. La salita da affrontare è ardua e
pericolosa ed a fatica si raggiunge il Namche la
(m. 4.430; Shingla). Si entra quindi in una valle di
curiose formazioni di tufo che possono ricordare quelle
della Turchia. Si scende il pendio nella valle dello
Bangche Tokpo ed un buon luogo per campeggiare è presso Karmaphu.
Si prosegue affrontando numerosi guadi per poi risalire
una valletta che conduce al Nerag la (Labar la, m.
4.900).
Dal passo lo sguardo spazia
verso le gole dello Zangskhar e le montagne attorno a
Lingshed. Si deve scendere sempre su un sentiero
difficile e pericoloso. Sono più di 1500 metri di
dislivello che conducono al villaggio di Nerag
(Niraq). Qui il fiume Zangskhar è valicato da un ponte
in legno che conduce sulla sponda sinistra. Dai 3.400
metri di quota del fiume si sale dapprima ai 3.880 metri
del passo Chochogori per poi scendere a Yelchang. Da
queste poche case si può salire a sinistra verso Gongma
e verso Lingshed oppure iniziare la lenta salita verso il
Sirsila.
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