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In questo
numero
- Buon Vesak
- Mustang addio: procedono i lavori della strada nel (ex)
regno di Lo
- Tre tazze di tè (amaro)
- La settimana del Tibet
all'Auditorium di Roma
- Il Karmapa al TCV di Leh e Lobsang
Sangay in Zanskar
- L'Everest val bene una vita?
BUON VESAK
Il Vesakh è la
festività più importante per i Buddhisti: in essa si commemorano i principali
avvenimenti della vita di Buddha. Quest’anno la festa, è stata celebrata l’8 aprile
in Giappone, il 10 maggio in Corea, Cina, Taiwan, Viêt Nam, Singapore per i
buddhisti "mahayana" e il 17 maggio in Thailandia, Sri Lanka, Cambogia, Birmania,
Laos e altri Paesi per i buddhisti della scuola "theravada". In Italia l'UBI
l'ha celebrato il 28-29 maggio, il fine settimana più vicino
alla luna nuoba del 31 maggio / 1° giugno. In Ladakhi (ed anche
all'Istituto di Pomaia) il mese di Saka Dawa Dunchen, inizia il 2 giugno
e termina il primo luglio. Nella luna piena di questo mese, il 15 giugno (Buddha
Purnima o Buddha Jayanti), si commemorano nascita, illuminazione e
parinirvana di Buddha Sakyamuni. In tutto questo mese i meriti sono incrementati
di 100.000 volte.
Sommario
MUSTANG ADDIO: PROCEDONO I LAVORI DELLA STRADA NEL (EX)
REGNO DI LO
Quando
nel 1952, il geologo svizzero Toni Hagen ritrasse i portatori della Kali
Gandakhi con il Nilgiri sullo sfondo, scelse questa immagine come copertina del
suo volume
Nepal. Per decenni quell'immagine fu il simbolo della bellezza
nascosta del Nepal ed anche l'icona della sua carenza di infrastrutture.
La
testimonianza della gola più profonda del mondo fra gli Annapurna ed il Dhaulagiri:
una
gola fossile perché la Kali Gandaki vi scorre da prima che l'Himalaya si
innalzasse (assieme al plateau tibetano).
Hagen, che morì nel 2003, probabilmente non avrebbe mai immaginato che
sessant'anni dopo una strada avrebbe risalito la valle che studiò per primo. Ho
avuto la fortuna di percorrere la Gandaki trent'anni fa, e di ritornarvi per
accedere al
Mustang.
Le
immagini inviatemi in questi giorni da Fausto Sparacino, vicepresidente
dell'Associazione Italia Tibet, mi hanno quindi lasciato stupefatto ma non
sorpreso. La strada era da anni nel programma elettorale di tutti i partiti ed
era prevedibile che il cantiere sarebbe andato oltre Kagbeni. Ora manca solo il
tratto Chele - Syammochen e poi si potrà andare da Pokhara a Lo tranquillamente
in macchina
.La strada è
sicuramente una necessità per gli abitanti della valle del Gandaki, ma una delle
principali risorse economiche,quella degli escursionisti occidentali, è andata
definitivamente perduta. Ma la nostra è una considerazione "con gli occhi
dell'occidente". Al nuovo turismo indiano, che per numero di presenze sta
surclassando come fonte di reddito la presenza occidentali qui in Nepal come in
Ladakh, il fascino delle escursioni a piedi non interessa. Ed inoltre il
prossimo stato della Gandaki, parte della Repubblica Federale di Nepal, avrà
come principale fonte di reddito l'energia idroelettrica prodotta e venduta
all'India. Il prossimo completamento della ring-road che abbraccerà tutto
il massiccio dell'Annapurna è stata segnalata anche dalla
BBC Nepal’s shrinking Annapurna Circuit: finirà allora un'epoca, con
buona pace di chi ancora sogna il perduto regno di Lo, sulle pagine di
Snellgrove, di
Peissel e di
Tucci.
Sommario
TRE TAZZE DI TÈ (AMARO) La fondazione Central Asia Institute è un colosso da 25 milioni di dollari l’anno. Ha fatto quindi scalpore negli Stati Uniti, l'intervista a Jon Krakauer nella rubrica della CBS "60 minuti" su Greg Mortensen, fondatore della grande organizzazione umanitaria, che ha raccontato la sua avventura nel best-seller “Tre tazze di tè”.
A Jon Krakauer non piacciono le mezze misure, né nella scelta degli argomenti dei suoi libri, né nella vita. Da ex-fan ed ex-sponsor di Mortensen, Krakauer ha ricostruito la vicenda raccontata nel libro, è stato in Afghanistan, ha cercato le scuole e ha scoperto che alcune non esistono e che altre sono vuote. "60 minuti" è una rubrica basata sui fatti e Krakauer dimostra che i fondi dell’organizzazione non sono sempre ben spesi, demolendo così questo modello di “counter-insurgency” che ispira molte delle forze della coalizione.
Leggendo la trascrizione dell'intervista, colpisce soprattutto l'affermazione che le spese di promozione per la raccolta fondi e per mantenere l'organizzazione stessa siano superiori agli investimenti in Pakistan ed Afghanistan.
La vicenda offre spunto per una riflessione: AaZ onlus, l'associazione cui
appartengo assieme a molti lettori di questa newsletter, dedica il 7% delle spese annuali al proprio funzionamento ed alla promozione, usando proventi che non vengono dalle quote dei soci ma da piccole attività di merchandising e soprattutto per il contributo di lavoro volontario di molti soci attivi che permettono di mantenere questa voce di bilancio abbastanza contenuta.
Migliaia di ragazze e ragazzi hanno potuto studiare grazie a Mortensen e migliaia di americani hanno sostenuto l'idea che in Afghanistan si possa costruire la pace tramite lo studio e non con le armi. Mortensen ha dedicato energie ed una esistenza a quei ragazzini, forse è stato un po' troppo distratto. Ma rimane un amaro in bocca, dopo questo tè.
(Il bilancio di AaZ onlus è pubblicato nel sito associativo alla pagina dei bilanci)
Sommario
LA c.d. SETTIMANA DEL TIBET ALL'AUDITORIUM DI ROMA
contributo di Marialaura Di Mattia
Allegato al settimanale Panorama si trova un pamphlet pubblicitario dal
titolo: “Tibet, meraviglia sul tetto del mondo” dove viene promossa la
‘Settimana della cultura del Tibet in Italia – 19/22 maggio 2011’. Il pamphlet
contiene documenti, foto, prati verdi, immagini sorridenti di persone asiatiche,
e viene presentato il Tibet in una versione serena, meravigliosa, paradisiaca.
In un capitolo dal titolo ‘La libertà di vivere la religione’ si parla persino
delle diverse confessioni religiose che possono liberamente convivere senza
interferenze. Dalla Prof.ssa Marialaura Di Mattia, riceviamo e volentieri pubblichiamo
questo contributo:
"Ho
letto velocemente l'opuscolo della vergogna e della menzogna allegato a Panorama
e, per quanto riguarda la vergogna, questa ricade purtroppo su tutta la filiera
di pavidità ossequiosa: da chi l'ha scritto (su ovvia commissione delle autorità
cinesi), chi l'ha tradotto, chi l'ha pubblicato, chi l'ha allegato al suo
settimanale, chi ha ospitato la mostra (mostriciattola di falsità).
L'unica affermazione contenuta nell'opuscolo che non è una menzogna riguarda
l'inaugurazione dell'anno culturale della Cina in Italia alla presenza dei due
premier, Wen Jiabao e Silvio Berlusconi, quest'ultimo uso a baciar le mani ai
dittatori e a dichiarare ufficialmente di "non volerli disturbare" mentre
reprimono e massacrano il loro popolo. Quella che ritengo una "bufala" è invece
l'affermazione che "durante il capodanno cinese i festeggiamenti e gli
spettacoli di Piazza del Popolo hanno attratto milioni di italiani".
Una delle tante menzogne contenute nell'opuscolo riguarda il conferimento dei
titoli di Dalai Lama e Panchen Lama dalla dinastia Qing: com'è noto il titolo di
Dalai Lama venne conferito a Sonam Gyatso nel 1578 da Altan Khan, capo della
tribù mongola dei Tumed, e il titolo verrà esteso retroattivamente ai suoi due
predecessori, mentre fu il V Dalai Lama, Nawang Losang Gyatso (1617-1682) a dare
inizio al lignaggio dei Panchen Lama, riconoscendo la reincarnazione del suo
maestro nel 1662.
Poi sinceramente ci vuole molto stomaco e una totale assenza di vergogna da
parte delle fonti cinesi nel citare il festival di Ganden e "i preziosi oggetti
(...) chiusi nella loro casa del tesoro" dopo che durante la rivoluzione
culturale (1966-1977) i militari cinesi hanno distrutto il grande monastero
fondato nel 1409 dal Lama Tsong Khapa impiegando l'artiglieria e grandi quantità
di dinamite. A Ganden prima dell'olocausto vivevano 3.000 monaci, oggi si parla
di poche centinaia.
È inoltre paradossale che le autorità cinesi denuncino "i gradi di
deforestazione" e si interroghino su "le cause di questo fenomeno" quando, com'è
noto, il manto forestale tibetano prima del 1950 - prima dell'occupazione cinese
- si estendeva per 25.2 milioni di ettari, mentre nel 1985 era ridotto a 13.57
milioni di ettari: il disboscamento delle foreste d'alto fusto del Tibet
orientale ha reso ai cinesi nel 1985 ben $ 54 milioni di dollari USA.
Infine in tutto l'opuscolo i nomi tibetani vengono orribilmente storpiati: "Hada"
al posto di "Khata", la scuola "Saturday- kya-pa" (forse la Sakyapa?), "Zhebung"
per il monastero di Drepung, e via discorrendo.
Concludo copiando di seguito alcune frasi che non meritano alcun commento, ma
solo sdegno verso questa vergognosa operazione dell'ambasciata cinese in Italia:
" (...) quest'anno, il popolo tibetano festeggia la ricorrenza del 60°
anniversario dell'Emancipazione pacifica della propria terra" "la pacifica
liberazione" (secondo fonti dello stesso PLA, tra il marzo e l'ottobre 1959 i
militari cinesi uccisero 87.000 membri della resistenza tibetana a Lhasa e
dintorni); " (...) notevoli progressi sono stati compiuti nell'ambito della
difesa dei diritti umani"; "Il Governo Cinese ha adottato una politica di piena
libertà religiosa"; "La strategia del governo riguardante la libertà di
religione, permette di pregare in qualsiasi momento (...) e impegnarsi in varie
attività religiose riconosciute legalmente".
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IL KARMAPA AL TCV DI LEH e LOBSANG SANGAY IN ZANSKAR AD AGOSTO
La
disputa, tutta in seno al Buddismo di Diamante, fra i sostenitori di Ogyen
Trinley Dorje e quelli di Trinley Thaye Dorje, le due reincarnazioni del Karmapa,
lascerebbe chi non pratica il Buddhismo se Trinley
Dorje non fosse sempre più considerato il possibile successore del Dalai Lama come guida
spirituale del popolo tibetano, il possibile tutor del futuro XV Dalai Lama in
assenza del Panchen Lama (che ci auguriamo ancora vivo in qualche residenza
della Cina). Dispute come questa sul Karmapa o l'incomprensibile faida sulla
venerazione di Shugden (narrata ne
Il demone ed il Dalai Lama di Bultrini) possono incuriosire, ma non
appassionare. Trinley Dorje ha visitato il Ladakh ed anche il Tibetan Children's
Village di Choglamasar (clicca sulla fotografia, rilasciando per l'occasione una
intervista
riportata integralmente da Asia News.
Ugualmente di non immediata comprensione è stata l'elezione di
Losang Sangay
alla carica di Kalon Tripa (PM, Prime Minister) del Governo Tibetano in esilio
che succede a
Lobsang Tenzin (più conosciuto come Samdhong Rinpoche)
presenza tranquilla e poco nota
al di fuori della Diaspora. Il nuovo capo del governo
ha già accettato l'invito di visitare lo Zanskar, la terra dei puri, come
immodestamente si definisce questa piccola enclave nella Trans Himalaya indiana.
La visita dovrebbe avvenire in Agosto dopo il suo insediamento ufficiale. Lo ha
dichiarato il Ven. Konchok Tenzin, Chairman del Ladakh Bawan a New Delhi.
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L'EVEREST VAL BENE UNA VITA?
Il 24 giugno 1924 scomparve George Leigh Mallory, 37 anni, padre di tre figli, diplomato
a Oxford, amico di Virginia Woolf, la celebre scrittrice. Membro di uno dei più
importanti circoli letterari londinesi, era un uomo colto e raffinato. Il suo
corpo, per espresso volere della famiglia, è stato tumulato là dove à
stato ritrovato nel maggio del 1999 sulla montagna che voleva scalare
semplicemente "perché è là", come una volta rispose ad un giornalista durante un
giro di conferenze negli Stati Uniti. Irivne, il suo compagno venne ritrovato
nel 2010 (Himalaya
e dintorni, n° 49).
Il
9 maggio,
Shailendra Kumar Upadhyaya, 82 anni, ex ministro degli
Esteri e rappresentante permanente del Nepal alle Nazioni Unite negli anni
70-80, con il sogno di diventare il più anziano scalatore a conquistare
l'Everest, è
morto mentre tentava l'impresa. "L'alpinismo è spesso associato alla
forza fisica, ma occorre essere forti mentalmente per riuscire in questa
ascensione", aveva dichiarato Upadhyaya. "Voglio provare che le persone anziani,
come me, sono capaci di compiere certe performance". Si trovava ad un'altitudine
di 6350 metri quando è stato colto da un malore causato dalla mancanza di
ossigeno. Una squadra di soccorso ne ha recuperare il corpo.
Alla fine di maggio, mentre in Inghilterra i suoi amici erano a letto a dormire,
dall’altra parte del mondo il sedicenne
George Atkinson ha raggiunto, dal
versante tibetano, la vetta dell’Everest, che ha toccato alle 8.45 di giovedì
26, (come leggete nel suo
blog), diventando il
più giovane inglese a salire sul tetto del mondo, nonché il più giovane in
assoluto a scalare le «Seven Summits», ovvero le montagne più alte dei sette
continenti.
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