Attrezzatura

Su

Quante serate, prima della partenza, passate a fare e disfare il bagaglio, a scartare e poi a rimettere in lista il materiale da portare con sé. Ai limiti oggettivi del peso concesso dall'aereo si aggiunge la considerazione che veramente pochi sono gli oggetti che sono necessari nel corso dei trekking in Nepal. La maggior parte di essi si svolge a quote relativamente basse, solo alcuni percorsi valicano passi impegnative o raggiungono zone perennemente innevate.

Abbigliamento

I capi indossati sono in funzione delle proprie abitudini. Per affrontare le camminate proposte in questa guida c'è poco da aggiungere a quanto elencato e consigliato in Metti nel sacco. Come biancheria di ricambio consiglio slip da bagno leggeri e calzettoni misto lana-sintetico che si asciugano rapidamente. Basta sostare una mezz'oretta verso mezzogiorno, nelle ore più calde, e lavare la biancheria prima del pranzo, Quando ripartirete, gli indumenti saranno già asciutti e pronti per essere indossati dopo il bagno serale al campo. I blue-jean assolvono degnamente ogni compito e sostituiscono in modo ottimale i classici calzoni da montagna che sono praticamente inutili tranne nel caso abbiate una vostra vetta da conquistare.In caso di pioggia o di forte vento possono essere utili: una calzamaglia ed i soprapantaloni del K-way. Come abbigliamento da montagna sono sufficienti una camicia pesante, un maglione ed una giacca di piumino. I modelli in fibra hanno il pregio di asciugare rapidamente. Ideale è indossare una giacca a vento in tipo "gore-tex" abbinata ad un maglione tipo "pile" staccabile ed usabile singolarmente. Un ampio poncho impermeabile è sicuramente utile. Sconsiglio i modelli a mantellina chiusa poiché non permettono di traspirare mentre il classico poncho quadrato può essere anche usato come momentaneo riparo anche da più persone.

L'ombrello è un buon compagno sulle strade del Nepal. Forse l'idea vi fa sorridere ma provate ad acquistarne uno a Kathmandu. Il robusto manico in legno diventa un punto d'appoggio, il telo protegge dal sole o dalla pioggia e diventa un riparo quando dovete fermarvi in prossimità di un sentiero frequentato per espletare qualche improrogabile necessità. Può anche capitare, soprattutto al viaggiatore solitario, di usarlo per mantenere a distanza di rispetto i numerosi cani.

Nel curare l'abbigliamento personale per i trekking l'importante è avere uno... stile che rispetti le abitudini dei Nepalesi! Quindi niente vestiti scollati o pantaloncini corti (vale sia per gli uomini che per le donne) sia in corso di viaggio che nelle soste nei paesi. Se campeggiate evitate di aggirarvi in costume semiadamitico davanti ai locali ed ai portatori. Infine non regalate i vostri surplus come le magliette con scritte pubblicitarie: è questione di gusto, siete in casa d'altri.

Lista indicativa

{lista}-cappello da sole-copricapo di lana per la notte

{lista}-calzamaglia senza piede-una mantellina a poncho

{lista}-maglia di lana-calze di lana e filo

{lista}-magliette di cotone-pantaloncini corti (fac.)

{lista}-slip-calzoni lunghi di cotone (fac.)

{lista}-slip da bagno-tuta per la notte (fac.)

{lista}-un paio di camicette-k-way (fac.)

{lista}-un maglione-calzoni da montagna

{lista}-un paio di jeans-copri pantaloni (fac.)

{lista}-una buona giacca a vento-un piumino

Camice, slip, calzini ecc. sono acquistabili anche in Nepal.

Metti nel sacco

{lista}-occhiali da sole filtranti-occhiali da ghiacciaio

{lista}-asciugamano piccolo-sacchetta portadocumenti

{lista}-ago e filo-torcia frontale

{lista}-batteria-lampada di ricambio

{lista}-sacchetto biancheria sporca-coltellino (da non mettere

nel bagaglio a mano)

{lista}-busta toeletta-busta medicinali (salviette intime,

sapone ecc.)

{lista}-guanti (meglio le muffole)-camping gaz

\m

Sul posto possiamo comprare:

posate, gamelle, piatti, cartaigienica al supermercato.

Strumenti da ghiaccio:

{lista}-coppia di bastoncini-ramponi

{lista}-piccozza-corda

{lista}-1 chiodo da ghiaccio-6 metri cordino da 8 mm.

{lista}-imbrago

Materiale collettivo

filtri, pentola a pressione, bandierine traccia percorso, ecc.

Alcuni consigli

Tenda. Premesso che la tenda, anche nei viaggi con automezzi, offre ampia libertà di scegliere i posti tappa, c'è da dire che essa non è indispensabile in molti percorsi. Spesso si può usufruire dei prati degli alberghi o dei... tetti delle case private o delle rest-house.

In ogni caso è molto più igienico dormire nella propria tenda che pernottare in una accogliente ma non troppo pulita malga condividendo la paglia del giaciglio con un piccolo asino o con sgradevoli... ospiti che rapidamente invadono il sacco a pelo. Il requisito più importante è la leggerezza. Le tende migliori sono quelle a cupola: autoportanti, con due teli senza tiranti, pratiche da montare su sabbia, roccia, neve, poiché non richiedono picchetti. Chi non vuole ricorrere a questi oggetti costosi può affrontare tutte le camminate sia con la canadese (peraltro pesante) che con una tendina ad un solo telo, leggera ed economica, acquistabile in Italia anche nei supermercati.

Fra le marche migliori posso consigliare la Salewa modello Sierra o la Ferrino modello Geo o Svalbard.

Sacco a pelo. Il classico sacco a pelo militare italiano è sufficiente per affrontare viaggio e trekking in Nepal nei mesi estivi. Purtroppo è pesante e non adatto per campi in in alta quota oltre ai quattromila metri dove il termometro può scendere verso lo 0° nelle ore notturne. Per questi pernottamenti è bene procurarsi un buon modello che garantisca di conservare il calore del corpo.

Scarpe, pedule o scarponi? Le scarpe sono l'elemento più importante per la buona riuscita di un trekking: devono essere comode e collaudate per evitare vesciche ai piedi e tendiniti. Non compratele alla vigilia della partenza. Quasi tutti i percorsi sono affrontabili con le normali scarpe da ginnastica. In commercio si trovano modelli sofisticati e costosi: la loro leggerezza può avere un riscontro negativo nella libertà lasciata alla caviglia. Quando si affrontano brevi pendii ancora innevati, specie all'inizio della stagione estiva, potreste trovarvi in difficoltà: meglio quindi avere anche un paio di "scarpe da trekking". Nella produzione delle case italiane di calzature sportive si trovano ormai da anni numerosi 

modelli ottimamente collaudati che alla leggerezza uniscono il pregio di un notevole comfort offerto dal plantare anatomico, dalla suola antisdrucciolo, adatta a percorsi accidentati, e da una tomaia in materiale traspirante. Gli scarponi da montagna sono inutili per quasi tutti i trekking mentre può risultare utile avere un paio di sandali da bagno chiusi da calzare quando si guadano i torrenti. Essi proteggono la pianta del piede da eventuali pietre aguzze e riparano le dita dai sassi che la corrente trasporta con sé. È sicuramente utile avere più di un paio di scarpe da alternare fra marcia e riposo.

Durante il viaggio aereo suggerisco di indossare gli scarponi per arrivare a Kathmandu sicuri di averli con sé. Ogni altro capo d'abbigliamento è sostituibile in qualche modo ma le scarpe sono un articolo troppo personale e non ci si può permettere di vederle sparire assieme al bagaglio in qualche aeroporto internazionale. In Nepal si possono acquistare scarpe da ginnastica ma non pedule.

Materassino. Consiglio vivamente la stuoia di poliuretano (detta "brembocell"); personalmente uso il modello pieghevole a libro, meno ingombrate di quello arrotolabile, che è anche un ottimo portacarte. A differenza dei materassini gonfiabili ed autogonfiabili la stuoia è l'ideale per isolare dal terreno ed, inoltre, il suo uso è polivalente: posta sotto il catino della tenda lo protegge quando si campeggia su terreni sassosi, diventa un pratico sedile quando si viaggia su mezzi di trasporto scomodi ed affollati, tenuta nello zaino a portata di mano è un sedile sempre pronto nelle soste.

Zaini. Per un trekking è bene organizzare il proprio bagaglio suddividendolo in:

a) uno zaino da montagna per ogni spostamento ma anche per tenere, nel corso del trekking, gli oggetti necessari a portata di mano (ombrello, borraccia, giacca a vento ecc.)

b) un saccone da marinaio lucchettabile (o un saccone con cerniera antiscoppio) per il viaggio aereo e per il trasporto dei materiali a dorso di cavallo o con i portatori. Per non essere d'ingombro la lunghezza non deve essere superiore agli 80 centimetri.

c) uno zainetto od una borsa per il bagaglio a mano e per girare nelle città.

Sconsiglio lo zaino con il basto esterno in alluminio poiché si incastra nei nastri trasportatori degli aeroporti, è ingombrante e difficilmente chiudibile nel saccone antifurto, l'intelaiatura si spacca quando lo chiude nelle bagagliere, quando lo si usa come sedile sui camion. Se comunque ci si orienta verso questo modello, romanticamente legato all'immagine del giramondo, è bene scegliere i bastini con intelaiatura in materiale plastico, indeformabile ed infrangibile.

La cucina

Solo su alcuni percorsi è consigliabile od obbligatorio essere autosufficienti come combustibile e viveri. Il classico camping-gas funziona egregiamente anche se in alta quota il consumo è maggiore. In aereo non è consentito trasportare le bombolette. Se ne trovano a Kathmandu. Per scaldare le bevande nelle soste, meglio avere con sé un fornellino a méta. Per risolvere ogni vostro problema di trasporto, di pezzi di ricambio e di combustibile, troverete in vendita fornelli a petrolio di ogni dimensione, dotati di una pompa di pressione. Il funzionamento è molto semplice. Caricato il serbatoio si chiude la valvola di sfogo e si comincia a pompare fino a che non esce un po' di petrolio dall'ugello. Avviate quindi la fiamma riscaldando il liquido con un pezzetto di carta infiammato. Quando dal getto inizierà ad uscire una fiamma azzurra è non più gialla ed udite l'inizio del sibilo, continuate a pompare fino al massimo della potenza di fuoco. L'operazione non è sempre facile ma dopo ripetuti tentativi diverrete degli abili fuochisti.

Al momento dell'acquisto chiedete al fornitore anche l'ago per tenere pulito il getto e le guarnizioni della pompa. Controllate tutti i giorni la manutenzione del fornello. Preventivate un consumo di un litro al giorno pur calcolando che in alcuni posti tappa si riescono a trovare rametti o formelle di combustibile secco (ovvero escrementi...). Per le stoviglie non vi sono problemi, sono tutte acquistabili in Nepal evitando di portarle dall'Italia. Nei bazaar si trovano delle ottime pentole a pressione poiché il loro uso è estremamente diffuso nelle cittadine ai piedi dell'Himàlaya. Oltre alla pentola a pressione, utilissima per abbreviare i tempi di cottura dei cibi e disinfettare acquistare l'acqua, è bene avere con sé un'altra pentola con coperchio, una teiera ed una padella. Il numero delle stoviglie e la loro grandezza varia ovviamente in base al numero di persone che usufruiscono della cucina da campo. A questo pentolame di base vanno aggiunti inoltre il disco per il chapati (tawa) ed ogni altro oggetto che ritenete utile: coltellacci, colini, pentoloni, mescoli.

I viveri. Prima di pensare a quanto è opportuno portare con sé sarà bene ricordare che percorsi come l'Annapurna o l'Everest sono un susseguirsi di ristorantini che forniscono dal riso alla pizza. Lungo gli altri sentieri himalayani non si trova assolutamente da mangiare. Anche se qualche montanaro può offrire un piatto di riso non bisogna credere che esistono punti di appoggio. Molti, troppi escursionisti partiti da soli hanno dovuto chiedere aiuto ai gruppi organizzati. Inoltre queste valli hanno avuto per secoli un'economia basata sull'autosufficienza.

Anche se ci si affida ad una agenzia occorre tener presente che i cuochi nepalesi, per quanto bravi ed esperti, non possono rivaleggiare con un italiano in vacanza appassionato di cucina. Ben presto si vede che al cuoco locale non rimane che preparare il tea ed il chapati o cuocere verdure e piatti locali, mentre i partecipanti, insofferenti all'inattività serale del campo lo sostituiscono nella preparazione dei piatti occidentali.

Vediamo cosa è utile portare dall'Italia e cosa è reperibile sul posto. Nei 20 chili del bagaglio consentito sull'aereo entrano comodamente, oltre alla normale attrezzatura, anche alcune confezioni alimentari. Consiglio di trasportare quei generi che possono variare la monotonia del riso e lenticchie e vegetali. Ben vengano quindi le confezioni di cibo disidratato o liofilizzato (vanno benissimo anche quelle in vendita nei supermercati senza ricorrere ai cibi precotti e disidratati tipo "survival") ed i prodotti sottovuoto. Prosciutto ed insaccati vari, grana in pezzi e caciotte affumicate, si conservano ottimamente con uno scarto che si aggira sul 10% dopo tre settimane di trekking. Il prosciutto sul chapati è ottimo! Ma lo sono anche la maionese in tubetto, il pomodoro concentrato!

La fantasia gastronomica italiana è inesauribile, le variazioni sono infinite, ma agli appassionati ricordo che un piatto di tortellini al ragù o di tagliatelle lo si può cucinare anche nelle valli più lontane. In Nepal si acquisterà tutto il resto: zucchero, sale, tea, caffè, lenticchie, farina (atta) in gran quantità, stecche di cioccolata, marmellata, miele, biscotti, riso, un po' di verdure (ma in genere marciscono rapidamente), i formaggini in scatola, minestre in bustina, scatole di tonno, sardine, gamberi, formaggio australiano, burro, latte. Per il trasporto di questi viveri meglio munirsi di grossi sacchi di iuta o di bidoni di plastica. In Nepal vi sono ottimi prodotti in scatola. Sia per questi prodotti che per quelli portati dall'Italia, controllate scadenza (non sempre presente) e lo stato di conservazione delle confezioni evitando o gettando quelle ammaccate. Il deterioramento del contenuto può avere come conseguenza il botulismo che è un insidioso nemico: contro questa forma di avvelenamento non esistono rimedi!

Filtri per purificare nostra sorella acqua

La tecnologia spaziale ha introdotto nel nostro vivere quotidiano oggetti grandi e piccoli, tutti ugualmente utili. La NASA ha svolto ricerche per riciclare i liquidi sulle navicelle spaziali: da questi studi sono usciti strumenti utilizzabili da chiunque. Sfruttando il brevetto varie case producono strumenti di depurazione di varie dimensioni, peso e... costo. Denominatore comune: il divieto di usarli con l'acqua salmastra che li danneggia irrimediabilmente.

La cannuccia Aquapur della Ferrino si presenta come una grossa penna tascabile, leggerissima (gr. 10) ed è lunga 15 centimetri; ideale per non sovraccaricare lo zaino. Nella cannuccia un filtro per acqua a carbone attivo distrugge ogni batterio e contaminante chimico: l'acqua aspirata è pura e priva di ogni cattivo odore. Succhiare dalla cannuccia non richiede notevoli sforzi, occorre però bere direttamente e subito poiché con la cannuccia non si può filtrare l'acqua per poi conservarla nella borraccia. Ma come riempire la borraccia dell'escursionista, la tanica da spedizione od il grande contenitore di un camper? L'acqua della fontana o della sorgente sembra pulita ma si teme una contaminazione batterica? Si può ricorrere a sostanze chimiche. La più classica è l'Amuchina (fornita in bottigliette prive di contagocce), sicuramente un ottimo disinfettante per le stoviglie, ma che lascia un tremendo sapore di cloro, lo stesso dicasi per lo Steridrolo venduto in pastiglie. Per evitare dolori di stomaco da troppo cloro il disinfettante ideale è il Micropur. Elimina i batteri dall'acqua potabile e permette una sua sana conservazione nei serbatoi di qualsiasi dimensione, viene infatti fornito in pastiglie, bustine e gocce adatte ad una borraccia da un litro, per una tanica da 25 litri od un serbatoio da 100 litri. Il Micropur agisce in due ore. È assolutamente insapore e senza pericolo per le persone, anche se erroneamente venisse aumentata la dose, poiché è senza cloro né iodio. Ma spesso non solo occorre disinfettare, bisogna anche eliminare corpuscoli in sospensione ed il Micropur purtroppo non leva le impurità. È bene allora ricorre ai filtri frutto delle ricerche NASA.

Nel filtro potabilizzatore H2OK viene usato come materiale filtrante l'Hygene, un carbone oligodinamico che elimina totalmente i diversi agenti contaminanti e lascia tuttavia passare i sali minerali, essenziali per l'organismo. L'H2OK è superiore ai normali filtri a carbone (o carbone attivato) che si limitano ad una semplice azione meccanica e che a lungo usati diventano essi stessi fonte di inquinamento. La sua forma è quella di un comodo bicchierone bianco ed è prodotto in due modelli. Il più piccolo e maneggevole, il Traveller, fornisce oltre 4000 litri, più che sufficienti per un anno di attività. L'efficacia del potabilizzatore può essere aumentata in condizioni di estrema emergenza di fronte ad acqua inquinata e sporca con le pastiglie di Micropur. È ormai prassi abituale dei più esperti viaggiatori filtrare l'acqua in un contenitore e poi lasciare agire il Micropur. L'operazione può sembrare lunga e monotona poiché si filtra un litro d'acqua in circa otto minuti ma è sicuramente un'operazione necessaria in alcune situazioni.

L'H2OK sta comodamente nella tasca di uno zaino ed il peso è inferiore all'etto. Può quindi essere comodamente trasportato da chi viaggia solo od in piccolo gruppo.Chi viaggia in macchina o in spedizione fa trasportare i carichi e quindi non ha problemi di peso, può acquistare il non plus ultra dei filtri: la pompa Katadyn. Questo strumento, che non manca mai fra l'attrezzatura delle spedizioni extraeuropee, si presenta come una grossa siringa cilindrica dal peso di 650 grammi lunga circa 25 centimetri. Agendo sullo stantuffo si preleva l'acqua tramite un tubo di gomma flessibile e la si pompa dentro un contenitore da porre sotto il rubinetto incorporato. Il Katadyn è dotato di un comodo astuccio e di uno spazzolino che serve alla pulizia. Fornisce circa 3-4 litri in un minuto ed elimina qualsiasi particella in sospensione. Il potentissimo filtro riesce a purificare anche l'acqua fangosa. Se la terra ostruisce la pompa risulta molto semplice smontarla ed eliminarla grazie allo spazzolino in dotazione. Terminata l'operazione di pompaggio è sempre consigliabile un'ulteriore disinfezione con il Micropur specie in presenza di acqua sospetta. Il costo è abbastanza alto ma il budget di un gruppo deve prevedere questo utilissimo investimento: la salute innanzi tutto...

Carte, mappe e toponimi

Quale è la esatta quota di un villaggio posto sul fianco di una collina o come stabilire l'altezza di un insediamento che ha le proprie case sparse per centinaia di metri lungo i pendii di una montagna? Come trascrivere il toponimo di una piccola località quando questa è indicata come "la casa di mio zio"? Come misurare le distanze fra due posti tappa quando si viaggia in un paese dove le distanze si quantificano in "tempo" e la misura è sempre soggettiva? Trasporre sulla carta un territorio e visualizzarlo con segni grafici resta pur sempre una mecessità ed una ricerca di sicurezza per chi di noi affronta un percorso fra queste montagne. Per quanto i maggiori percorsi del Nepal possano essere affrontati con carte schematiche, chi viaggia da solo preferisce l'ausilio di una mappa per dare un volto ed un nome alle montagne che ci circondano. Confrontando carte, libri, relazioni di viaggio si rimane colpiti dalla differente grafia dei toponimi. In Nepal il problema è complicato: ogni topografo ha trasposto i suoni che ascoltava nella grafia fonetica della propria lingua. Ad esempio Inglesi, Francesi, Tedeschi, Italiani, usano differenti modi di scrivere "Thyangboche", "Tengboche", "Tenboce". Un tentativo di unificare la pronuncia e la grafia è stato fatto da P. Aufschneiter (il compagno di Harrer in Tibet), le carte di Scheider usano la sua fonetica; ma aldilà di ogni disquisizione, l'importante è essere d'accordo sul luogo di cui si vuole parlare.

La Nelles Verlag ha ultimamente prodotto una serie di carte su tutto il subcontinente fra le quali c'è una ottima Nepal in scala 1:1.500.000. È utilissima per orientarsi, unici nei sono la segnalazione di strade dissestate come strade in ottimo stato, piste per fuori strada come sentieri, sentieri d'alta quota come percorribili in jeep. Le carte Verlag si possono acquistare in moltissime librerie italiane che negli ultimi anni hanno ampliato il settore dedicato ai viaggi. 

Le carte più usate in trekking sono quelle eliografate della Mandala:

Jumal to Api & Saipal Himal, 1:250.000;

Pokhara to round Dhaulagiri Himal, 1:125.000;

Jomosom to Jumla and Surkhet, 1:250.000;

Pokhara to Dhorpatan-Tansen circuit, 1:250.000;

Pokhara to Jomosom, Muktinath, Manang, 1:125.000;

Kathmandu to Pokhara, 1.125.000;

Kathmandu to Helambu, Gosaikund & Langtang, 1:125.000;

Kathmandu to Manaslu, Ganesh Himal, 1:125.000;

Lamosangu to Mount Everest, 1:125.000;

Kangchenjunga, Makalu, Mount Everest, 1:250.000.

Dankuta to Kanchenjunga. Mt. Everest, Makalu & Arun Valley, 1:192.500 (piedi)

La miglior carta per la zona dell'Annapurna è edita dalla Annapurna Conservation Area: attenzione alcuni sentieri figurano su versanti sbagliati. Raund Annapurna, 1:225.000

La miglior serie di carte che copre parzialmente l'Himàlaya è prodotta dal Research Scheme Nepal Himàlaya, ed è stampata a Vienna dalla Kartogropische Anstalt Freytag-Berndt und Artaria. Queste mappe sono conosciute anche come Schneider dal nome del cartografo che ha supervisionato il rilevamento e la trasposizione grafica in scala 1:50.000, curve di livello ogni 40 metri, ed uso di colori per rilievi e vegetazioni.

Khumbu Himal;

Shorong-Hinku (Solu/Hongu);

Dudh Kosi;

Tamba Khosi-Likhu Khola;

Rolwaling Himal;

Lepchi Kang e Valle di Kathmandu;

Langtang Himal

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Per una conoscenza approfondita della regione è d'obbligo ricorrere alle U502 del U.S. Army Map Service (AMS). Queste carte hanno però il difetto di avere una scala troppo grande 1:250.000 (cioè 4 miglia per pollice) e quindi possono dare un'idea della direzione e dell'orografia ma non permettono di individuare esattamente un sentiero. D'altro canto, poiché si viaggia sempre accompagnati da una guida non è strettamente necessario individuare la propria posizione con precisione assoluta. Le curve di livello sono delineate a 250 od a 500 piedi di distanza con la conseguenza che i fianchi dei picchi od i pendii delle vallate talvolta si riducono ad una sovrapposizione di linee nere. La serie U502 fu completata prima del 1960 e quindi molte le strade non vi sono riportate ma per il resto sono molto accurate, anche se disegnate senza l'aiuto dei satelliti.

Le carte statunitensi si basano sulle carte del Indian Service, mappe la cui compilazione è iniziata due secoli fa e che vennero completate sotto la guida di sir Everest, al quale fu poi dedicata la montagna più alta. La storia di questi topografi eccezionali richiederebbe tutto un capitolo. Purtroppo le carte sono difficilissime da reperire.

Copie delle U502 possono essere ordinate presso la Libreria del Congresso negli Stati Uniti:

Library of Congress, Geography and Map Division, Washington, D.C. 20540

La Royal Geographical Society (1 Kensington Gore, London SW7) ha prodotto una sua mappa della Mount Everest region.

Altre carte che interessano la regione Himàlayana sono racchiuse in uno dei costosi atlanti pubblicati in più volumi dalla giapponese Gakushukenkusha Ltd. (Gakken) che contengono numerose mappe riguardanti anche il Nepal. Il volume fa parte della serie "Mountaineering Maps of the World", è stato curato da Ichiro Yoshizawa. Copie del volume sono consultabili presso il:

C.I.S.D.A.E.

Centro Italiano Documentazione Spedizioni Alpine Extraeuropee

c/o Museo della Montagna

Colle dei Cappuccini

10131 Torino

tel. 011-6698506

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In Italia tutta questa cartografia in Italia è reperibile

presso:

<l>Libreria Alpina, via Coronedi Berti 4, 40137 Bologna, Tel. 051-345715

<l>Libreria La Montagna, via Sacchi 28/bis, Torino, tel.: 011-510024

<l>Il monte analogo, v.lo del Cinque, 15, 00153 Roma, tel.: 06-5803630

<l>Polo Libri, via delle Battaglie 14/b, 25121 Brescia, tel.: 030-52036.

Altri indirizzi in Europa:

<l>Ulysse, 35 rue st. Luis en l'Isle, 7504 Paris, tel.: 00-33-1-43251735.

<l>Stanford Int. Map Centre, 12-14 Long Acre, London Wc2E.


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22 settembre 2001
   

Kathmandu