Yosemite a ferragosto? Lo ammetto: è stata una follia! Ma le ferie
si prendono quando le concedono e così mi sono trovato a scorrazzare
attraverso i parchi del mitico Far-West in compagnia di alcuni amici a
bordo di una station-wagon (berlina familiare). Gli escursionisti
non si scandalizzino: le distanze laggiù sono enormi ed è
impossibile rinunciare all'automobile. I circuiti di visita, le aree attrezzate,
ogni supporto all'attività alpinistica sono strutturati in funzione
di visitatori dotati di mezzo proprio essendo quelli pubblici in pratica
inesistenti. Desideravamo farci un'idea in prima persona dei parchi degli
U.S.A. e del loro funzionamento ed abbiamo scoperto un territorio immenso,
un sistema protezionistico altamente sviluppato al servizio della natura
e del visitatore e, soprattutto, un ambiente incontaminato. La vastità
del territorio statunitense è qualcosa di inimmaginabile, specie
per chi identifica gli S.U. con i grattacieli di New York. La densità
media è di 23 persone per ognuno dei 9.363 milioni di chilometri
quadrati contro i 189 per km2 dell'Italia. In alcuni
degli stati che abbiamo attraversato la proporzione scende agli 8 abitanti
per km2 dell'Arizona fino ai 2 del Wyoming.
Ma un viaggio a contatto della natura americana non poteva che essere effettuato in tenda, senza rinchiudersi nei pur economici ma anonimi motel. Ovunque, anche a Disneyland, posta nel cuore di Los Angeles, si trovano campeggi pubblici e privati o libere aree attrezzate. Non sono i nostri campeggi superaffollati ma hanno piazzole ben delimitate e numerate, ognuna con spazio macchina e zona tenda. Grill (braciere e graticola), panche e tavolo per otto persone. L'ingresso è a numero chiuso ma, dotati di macchina, non è un problema spostarsi di qualche chilometro in aree segnalate con posti liberi anche le aree incustodite sono a pagamento (circa 10.000 lire per posto macchina) sono sempre garantiti i servizi igienici e l'acqua.
Abbiamo evitato i campeggi più frequentati e ci siamo accampati nei piccoli parchi fuori mano trascorrendo piacevoli serate attorno al fuoco da campo con le immancabili bistecche precedute da italianissimi spaghetti ed innaffiate da birra chiara e leggera.
La nostra scelta è stata premiata dalle notti stellate sotto i giganteschi aceri della costa, dalle antilopi al pascolo fra le tende a Mesa Verde, da centinaia di scoiattoli (ricordate Cip e Ciop?) che ci hanno circondato al Crater Lake... sono emozioni che non si dimenticano e che abbiamo provato scegliendo di vivere "on the road", sulla strada. Ma concretamente come si visita un Parco? Scesi in aeroporto dopo il lunghissimo volo dall'Italia, ritirate le vetture a Salt lake City, in un paio d'ore abituatici alla guida automatica, abbiamo puntato la prua verso il parco più vicino. Su ottime strade dove impera il limite delle 55 miglia (90 chilometri orari, e guai a chi è colto in fragrante: c'è il processo immediato!) abbiamo attraversato decine di chilometri di pianure. boschi e zone non abitate e siamo arrivati: ieri mattina in Italia ed oggi già qui! Dove? Può essere Yosemite, o Yellowstone: non ha importanza perché il rito di ingresso è uguale per tutti i parchi. Al casello d'entrata un ranger vende il biglietto collettivo (si paga a macchina e non a persona. esiste anche l'abbonamento valido per tutti i parchi) e fornisce i dépliant con cartine, percorsi e punti di appoggio. Le stesse informazioni sono ripetute, 24 ore su 24 dalla radio del Quartier Generale del Parco su cui si può sintonizzare la radio di cui ogni macchina è dotata . Procedendo si incontrano ad intervalli calcolati le aree di pic-nic, i campeggi organizzati e le infrastrutture che vanno dal piccolo negozio ai villaggi con albergo, motel super mercato, tavola calda, pompe di benzina.
Nei centri maggiori vi sono uffici postali o piccoli insediamenti: a Yosemite vi è addirittura una corte federale che siede in permanenza per giudicare e punire le numerose infrazioni contro il patrimonio privato (dal furto allo stupro) o nazionale (dal bracconaggio all'asportazione di "ricordini'' (fossili, piante ecc.). Gli efficienti centri di accoglienza permettono al flusso ininterrotto di visitatori di scorrere senza intoppi. guidando letteralmente per mano gli automobilisti sulle strade consentite e gli escursionisti su sentieri ben delimitati. Ma guai ad uscire dal circuito asfaltato o dal sentiero naturalistico! Se gli animali possono inferocirsi (mentre eravamo a Yellowstone un grizzly ha squartato una donna), muovere una massa di persone su questi sentieri può comportare l'alterazione dell'equilibrio ambientale! Pulizia ed ordine devono regnare sovrani per il bene di tutti. Basti pensare che nello stato di California su qualsiasi strada è vietato gettare e mozziconi pena l'ammenda di 500 dollari (che realmente infliggono)! L'affollamento, il rigido rispetto delle norme, le numerosissime attività "guidate" ci hanno dato l'idea, al primo contatto, che i parchi non fossero altro che uno degli aspetti di quel grande circo che sono gli S.U., un paese dove tutto fa spettacolo. Ma al di là delle ordinate file di massaie con i bigodini in testa in attesa alle pompe dell'acqua o degli 'jogger" che incuranti delle meraviglie che li circondano. basta valicare una linea invisibile si inizia un viaggio fuori dal tempo nei domini di una natura incontaminata da millenni o da milioni di anni, a ritroso fino all'istante della creazione.
50 Parchi Nazionali, alcuni grandi quanto la Lombardia, ed altre trecento zone, variamente specializzate, ed ugualmente protette, compongono il meraviglioso mondo dei 450.000 chilometri quadrati posti sotto la giurisdizione del National Park Service (NPS), agenzia federale indipendente fondata nel 1916 per porre uniformità legislativa fra i vari Stati e risolvere i conflitti di competenza fra i ministeri, compreso quello della guerra alle cui giacche blu era affidata la difesa del Parco di Yellowstone dall'invasione di pionieri e cacciatori. Il NPS sovrintende a 21 differenti tipi di parco, compresi i giardini della Casa Bianca, ma andiamo con ordine. I più famosi sono i 50 parchi, per un totale di 250mila km2 ed i "Monumenti Nazionali", che non sono edifici ma particolari complessi geologici od ambientali. L'organismo dell'NPS ha la tutela ed il controllo dello sviluppo del turismo nelle zone molto frequentate nel tempo libero (fiumi. laghi. coste marittime), dove le strutture turistiche possono alterare o distruggere l'ambiente), attraverso le "aree di ricreazione" ma vi sono anche gli "historic point", luoghi di storia patria che si vuole lasciare immutati, come campi di battaglia od abitazioni di uomini illustri. Il complesso sistema protezionistico comprende le "riserve nazionali" simili (forse alle nostre riserve naturali. Ma l'ultima nata dell'NPS è la rete di "Wilderness areas". aree selvagge isolate in seguito ad una specifica legge che tutela i valori più genuini della natura e che vieta ogni modificazione dell'ambiente ad opera dell'uomo. Siamo qui all'estremo concetto di protezione della natura, un concetto ammirato ed invidiato dagli ecologisti italiani ma di difficile se non improponibile attuazione nel nostro paese. Dobbiamo tener conto che tutto il sistema dei parchi è inglobato in zone protette come patrimonio boschivo ("national forest" del ministero dell'agricoltura) che le circondano e le isolano spesso per centinaia di chilometri. All'estremo opposto troviamo le "national parkway", vere e proprie autostrade, che permettono di attraversare in macchina zone di alto interesse paesaggistico.
Questa concessione all'automobile, in un mondo dove l'automobile è essenziale per muoversi e lavorare (parlo chiaramente solo degli U.S.A..) è una soluzione attuabile sulle grandi distanze statunitensi ma non deve assolutamente esser presa d'esempio nella nostra Italia già troppo ingabbiata da autostrade assurde ed inutili. Questo enorme spazio è messo a disposizione del contribuente americano che vuole trascorrere le vacanze a contatto" con la natura. Ce n'è per tutti i gusti ed il NPS deve affrontare il problema di trecento milioni di persone che fra il 4 Luglio (festa dell'In-dipendenza) ed il Labour Day (ai primi di settembre) si riversano nei parchi. Il traffico è incanalato, controllato e filtrato con interventi compiuti in vario modo tramite il personale: dal pattugliamento delle strade (è vietato sostare fuori dai parcheggi) al soccorso alpino (una decina di morti all'anno solo a Yosemite). Ma le attività più interessanti sono quelle mirate all'animazione dei campeggi ed alla sensibilizzazione dei visitatori. Le visite guidate vanno dalla semplice escursione su pulmini elettrici, gioia di bimbi e pensionati, alle passeggiate a cavallo (lente e noiose per noi italiani abituati ad andare dove vogliamo anche se siamo in comitiva...), dalla registrazione ed assistenza agli escursionisti ("Hiker" o 'Backpacker") ai percorsi più impegnativi (trekking) di vari giorni di cammino; dalle escursioni naturalistiche curate da esperti biologi alle "conversazioni del bivacco", serate di animazione con canti ed altre attività tutte dedicate a presentare la vita il del parco. Il NPS ha un'organico di diecimila dipendenti di cui quattromila sono i famosi "ranger", in genere giovani laureati in scienze; un adeguato addestramento li mette in grado di affrontare le più svariate situazioni, dall'arresto dopo una lotta corpo a corpo, alla ricerca di chi si è perso uscendo dal sentiero, dalla lezione di botanica al pronto soccorso. Ad essi si aggiungono i 15.000 dipendenti stagionali, giovani in attesa di primo impiego (tesi all'efficienza ma sempre un po' "imbranati"). Ma tutto questo personale non è certo in grado di controllare la massa di visitatori senza la collaborazione, spesso qualificata, dei volontari del "Conservation Corp" riuscendo così a raddoppiare gli effettivi in estate. Grazie al loro contributo è possibile la manutenzione continua ed accurata dei sentieri e della segnaletica, la protezione ed il controllo degli areali dove risiedono specie rare e preziose al patrimonio botanico o faunistico. Accanto alla struttura del governo federale che si occupa dei beni "nazionali" esiste inoltre una miriade di parchi e giardini "statali" controllati dai governi dei singoli Stati dell'Unione. La struttura pubblica è integrata e connessa ad una serie di organizzazioni che, a fine di lucro o per interessi personali, propongono "trekking" e spedizioni più o meno a buon mercato, più o meno avventurose. come discendere in gommone le rapide (white water) in poche ore o per intere settimane, o come percorrere i sentieri dei padri su una rete di "scenic trail" affrontando parte delle 10.000 miglia di piste aperte da pionieri, Mormoni in fuga, spedizioni esplorative o militari. E se tutto fa spettacolo. lo spettacolo porta "affari". ma sempre nel pieno rispetto delle regole protezionistiche imposte dal National Park Service.
L'immensa e fantastica organizzazione che abbiamo descritto può essere confrontata con la situazione italiana? Quanto della esperienza statunitense è proponibile nella spinosa e controversa gestione dei nostri beni ambientali? L'estensione degli U.S.A. non trova paragone in nessuna nazione europea ed è il caso di ripetere che il 5% del territorio protetto dal Servizio dei Parchi Nazionali è fasciato da una cintura di boschi e deserti, spesso privi di insediamenti di qualsiasi tipo. Eppure è significativo che i Parchi siano minacciati dall'inquinamento atmosferico proveniente da migliaia di chilometri di distanza. Ecco una prima indicazione: proteggere la natura solo in alcune zone non è sufficiente. la morte arriva da altre regioni del pianeta. Quindi la salvaguardia dei nostri monti, delle riserve naturali italiane. della nostra salute. può venire solo da un diverso rapporto fra uomo ed ambiente in ogni campo, non ci si può limitare ad istituire delle zone protette. Una seconda lezione ci viene dalla controversa storia dei Parchi che, seppur istituiti più di cento anni fa, hanno subito sempre nuo c niinacce.
L'istituzione dell'NPS ha risolto i problemi gestionali (è indicativo il continuo confronto-scontro con il ministero dell'agricoltura), non ha posto fine alla battaglia contro chi vuole aggredire e sfruttare in vario modo questi monumenti della natura.
Alcuni anni fa l'amministrazione Reagan. notoriamente insensibile al problema. È stata costretta a dimissionare il ministro dell'industria dopo una campagna del NPS, sostenuta dalla opinione pubblica, che si opponeva ai suoi progetti per lo sfruttamento delle risorse minerarie poste all'interno dei Parchi. Come non paragonare questa vicenda ai massicci interventi su territorio sotto forma di insediamenti turistici. quando i danni irrimediabili ai vincoli paesaggistici e naturali vengono presentati come unici interventi possibili per la valorizzazione di una valle e come salvaguardia del benessere economico o dei posti di lavoro? E se la mente corre ai pochi vincoli che siamo riusciti a porre con i Parchi, quante altre situazioni di degrado possiamo ancora evitare e quanto è ormai andato irrimediabilmente perduto?