Caucaso da
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Miei giorni nel Caucaso (I)
Banine

Editeur - Casa editrice

Neri Pozza

Asia
Medio Oriente
Caucaso
Azerbaijan

Città - Town - Ville

Vicenza

Anno - Date de Parution

2020

Pagine - Pages

302

Titolo originale

Jours caucasiens, Paris, 1945

Lingua - language - langue

Italiano

Edizione - Collana

Biblioteca

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I miei giorni nel Caucaso

Miei giorni nel Caucaso (I)  

Memoir animato da un irresistibile humour, I miei giorni nel Caucaso ritrae la vita e il mondo che rendevano un tempo attraenti le rive del Caspio. Esce in piena pandemia, con il Caucaso chiuso ai viaggiatori, una autobiografia con vicende dei più di cento anni fa. Bello e invitante il formato tascabile scelto da Neri Pozza, "l'editore" per antonomasia a Vicenza. La vicenda familiare inizia nel 1905 a Baku, oggi nuovamente città ricca, moderna e vivace e capitale dell'Azerbaijan. Banine è il nome de plume di Ummelbanu Assadulayeva che pubblicò i Jours Caucasien a Parigi.
Nascere in una famiglia scandalosamente ricca - il capostipite, Assadullah, nato contadino, morì milionario grazie al petrolio zampillato dal suo campo pieno di sassi - ma allo stesso tempo altrettanto stravagante e popolata da loschi individui, porta con sé sicuri privilegi e indubbi grattacapi.
Ultima di quattro sorelle, Banine viene alla luce in un giorno d'inverno movimentato da scioperi, pogrom e altre manifestazioni del genio umano. Nonostante questo, la sua infanzia trascorre felice, allietata dalle torte rigonfie di crema di Fräulein Anna, balia tedesca, e dalle perenni recriminazioni in azero della nonna paterna, una creatura stupefacente, un gigante sbucato da una fiaba di Perrault.
Ogni anno la famiglia trascorre diversi mesi in campagna. La casa è grande, eppure a malapena sufficiente a ospitare l'orda che la invade in primavera: la temibile nonna con le sue innumerevoli serve; la figlia maggiore con il marito, la minore senza marito; i loro cinque figli, terrore di Fräulein Anna, bugiardi, ladri, spioni e quant'altro; infine, il figlio più piccolo della nonna, l'infantile e allegro zio Ibrahim, ancora celibe. Là dove i doveri diminuiscono, la libertà cresce, il tempo favorisce i giochi - le zie sono tutte avide giocatrici di poker, passione che coltivano assieme a quella per la maldicenza - e, soprattutto, le liti.
Nella famiglia di Banine i litigi hanno infatti un ruolo fondamentale, e per due ragioni: una è da attribuire al temperamento violento e naturalmente predisposto alla lite di tutti i suoi membri; l'altra è l'eredità. La famosa, eterna, inafferrabile eredità, quella che bisogna dividere dopo la morte del capostipite.
Questa vita di splendori e baruffe è tuttavia destinata a subire un drastico mutamento. La Rivoluzione d'Ottobre porterà il caos nel Caucaso, una dittatura militare, dominata dagli armeni, prenderà il potere a Baku e darà la caccia ai ricchi azeri, costringendo Banine e la sua famiglia a una precipitosa fuga...