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22/11/2024 09:06:03

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Scrittura cuneiforme
Appunti di Aga Akbar
Abdolah Kader

Editeur - Casa editrice

Iperborea

Asia
Medio Oriente
Iran

Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

2003

Pagine - Pages

327

Lingua - language - langue

italiano

Traduttore

Elisabetta Svaluto Moreolo

Prefazione

Elisabetta Svaluto Moreolo

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Scrittura cuneiforme

Scrittura cuneiforme  

Ismail, esule politico iraniano rifugiato in Olanda, riceve un giorno un misterioso plico. Contiene un taccuino, scritto in strani caratteri incomprensibili. Un manoscritto ritrovato, un codice segreto da svelare: è da questo motivo letterario e romantico, trasformato nel simbolo di una ricerca di radici e di identità, che prende avvio il romanzo. Il taccuino è il quaderno che suo padre Aga Akbar, riparatore di tappeti sordomuto e analfabeta, portava sempre con sé, che `faceva parte di lui come il suo cuore`.
Peregrinando tra le montagne innevate agli estremi confini tra Iran e Russia, nei villaggi dove si tessevano tappeti volanti e i santi aspettavano il Messia leggendo libri in fondo ai pozzi, Aga Akbar registrava i suoi pensieri nell`unica scrittura che conosceva: i caratteri cuneiformi copiati da un`iscrizione rupestre, quelli con cui Ciro scriveva `Sono il re dei re` e di cui le donne della regione si servivano per annodare nei fili dei tappeti i loro sogni e i loro desideri.
Ismail, che di suo padre era stato `la bocca e le orecchie`, si pone il compito di tradurlo, per perdonarsi di averlo abbandonato e riconciliarsi con le proprie scelte e il proprio destino. Ora, in quel paese nebbioso e grigio dove tutto è nuovo, perfino la terra del polder su cui abita, dove si è ritrovato anche lui sordomuto e analfabeta davanti a una lingua e usi da imparare, la Persia lontana, la sua storia e le sue tradizioni, i fatti vissuti che si porta scavati dentro sono diventati segni di un passato da decifrare, il suo e quello dell`Iran dell`ultimo secolo. La modernizzazione forzata degli scià, il regime di terrore, la lotta di liberazione, la vittoria degli imam, l`avvento e la fine di Khomeini sono tappe dell`epopea appassionata della famiglia, le cause degli eventi, della fuga, dell`esilio.
In un continuo oscillare tra presente e passato, tra Olanda e Persia, tra poesia e realtà, nel riannodarsi dello splendido e commovente rapporto tra padre e figlio, si tessono i temi più attuali dell`odierno convivere: il confronto di civiltà, il rapporto tra tradizione e progresso, religione e laicismo, la capacità di capire e accettare credenze e culture diverse e di ritrovare quel contatto tra gli esseri per cui l`unico vocabolario che serve è quello del cuore.

 



Biografia

Kader Abdolah è un esule. Nato in Iran nel 1954, aveva aderito al partito comunista clandestino durante la frequentazione della facoltà universitaria di fisica. La rivoluzione del 1979 lo aveva visto passare dall’opposizione allo Scià a quella al regime degli ayatollah. Dopo aver assistito alla decimazione dei suoi compagni uccisi o arrestati e alla sconfitta del suo partito, è espatriato Seguendo l’invito delle Nazioni Unite, nel 1988 ha raggiunto l’Olanda come rifugiato politico. Da allora ha scritto e pubblicato in nederlandese: la raccolta di racconti De adelaars (Le aquile, 1993) si è aggiudicata il Premio Het Gouden Ezelsoor per l’opera d’esordio più venduta, fanno seguito una seconda raccolta De meisjes en de partizanen) Le ragazze e i partigiani, 1995) e i romanzi Il viaggio delle bottiglie vuote, Scrittura cuneiforme e Ritratti e un vecchio sogno tradotti in diverse lingue oltre all’italiano.
Ha una rubrica su uno dei più importanti quotidiani olandesi.