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Indo Tibetica, I

mC'od-rten e ts'a-ts'a nel Tibet indiano ed Occidentale

Tucci Giuseppe


Editeur - Casa editrice

Reale Accademia d'Italia

  Asia
Tibet
Ladakh
Himalaya

Anno - Date de Parution

1932

Titolo originale

2017 Luni

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

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Stupa : Art, Architectonics and Symbolism: Indo-Tibetica I

Indo Tibetica, I Indo Tibetica, I  

Indo-Tibetica è considerata non solo l’opera più importante e prestigiosa del 900 italiano nel campo degli studi sull’Oriente, ma un vero e proprio monumento editoriale. Frutto delle spedizioni scientifiche condotte da Tucci tra la fine degli anni venti e gli anni trenta, è lo sforzo titanico di un uomo deciso a far conoscere un mondo completamente sconosciuto a noi occidentali. L’attenzione di Tucci si fissò sui monasteri e le opere d’arte, donandoci una documentazione straordinaria anche dal punto di vista delle immagini, materiale fondamentale tenendo presente che l’invasione del Tibet da parte della Cina ha cancellato e distrutto moltissimi monasteri, facendo diventare questi sette volumi dell’Indo-Tibetica materiale archeologico di studio. Tucci documenta dettagliatamente, da studioso, scienziato ed esperto linguista, una quantità di templi e statue imponente se si considera il luogo dove svolse le ricerche, i tempi (senza le attrezzature tecnologiche o i mezzi di spostamento disponibili oggi, allora si andava a dorso di mulo), e l’argomento. Una “visione” incredibile sul futuro di uno dei luoghi più inaccessibili della terra e al tempo stesso patrimonio e culla di una civiltà che ha mantenuto un rapporto con la spiritualità e con la religione assoluto. Indo-Tibetica è “il” monumento dell’orientalistica del 900 occidentale, non solo per gli studiosi di tibetano e gli indologi, ma per ogni vero e serio studioso di quella parte di mondo che noi italiani, a partire da Marco Polo passando da padre Matteo Ricci e fino a Giuseppe Tucci, abbiamo sempre amato e “portato” al mondo occidentale.

L’Opera
Giuseppe Tucci decide mettere a disposizione per tutti gli studiosi del mondo il frutto delle sue ricerche e dei suoi viaggi in Tibet i suoi studi, le sue ricerche, le sue scoperte, con un’opera che lo occuperà per più di 10 anni: il primo volume vide la luce nel 1932, un anno prima della nascita dell’ISMEO, e l’ultimo volume reca la data di “aprile 1941”, e per questo l’Indo-Tibetica può ben essere considerata l’opera che ha contribuito più di ogni altra alla nascita di questo Istituto vanto e gloria dell’Italia nel mondo. Lo studio si dedica principalmente all’arte, la statuaria e i templi del Tibet, riportando centinaia e centinaia di fotografie originali di questi luoghi, oggi solo documentati proprio da questa opera a causa delle devastazioni e distruzioni dell’invasione cinese del Tibet. Il lavoro fu immenso: nell’opera sono utilizzate lingue allora sconosciute come il tibetano, del quale vengono riportate perfettamente decine e decine di pagine di testi canonici (che evidentemente Tucci fece comporre in Tibet e portò in Italia). Il volume ha una sobria e perfetta composizione stilistica, un gusto della pagina da grande libro illustrato, un senso della pregnanza accademica dei testi assoluto.
Il compito della Luni Editrice è stato quello di non alterare nulla dell’originale: la pubblicazione dell’Indo-Tibetica, a distanza di quasi 80 anni, avviene come Tucci l’aveva tanto voluta e pensata: tale e quale. Il nostro lavoro è stato di recuperare le poche copie in circolazione per verificare magari cambi e correzioni avvenuti in corso d’opera, ricercando i volumi meglio stampati per poterli “lavorare” con le attuali tecniche al meglio mantenendo inalterata la loro bellezza originaria. Un lavoro durato anni, data la difficoltà nel reperire copie originali in buono stato.
L’Opera esce come la pensò e realizzò Tucci, in 7 volumi come l’originale al quale è stato aggiunto un fascicolo contenente le mappe e le cartine di grande formato che nell’originale erano incollate nel testo e ora si è preferito farne un volumetto a parte per renderle più comodamente consultabili.


Giuseppe Tucci è l’orientalista italiano più famoso al mondo. Nato nel 1894 a Macerata, muore a San Polo dei Cavalieri nel 1984. È stato orientalista, tibetologo, esploratore, storico delle religioni e fondatore nel 1933 insieme a Giovanni Gentile dell’ISMEO (Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, poi diventato ISIAO). Giuseppe Tucci è stato il padre di tutti gli orientalisti italiani, il punto di riferimento per gli studiosi del mondo orientale mondiale.
Le sue moltissime pubblicazioni hanno contribuito a diffondere la cultura orientale in Italia e nel mondo. I suoi testi sono studiati tutt’oggi nelle università di tutto il mondo. Luni Editrice ha pubblicato di Giuseppe Tucci diversi volumi: Apologia del Taoismo e Scritti di Mencio.

 


Recensione in altra lingua (English):

"In 1932 Professor Giuseppe Tucci published his fundamental work Indo-Tibetica I on the stupa in general as well as on stamped and die-cast votive stupas in Indian and Western Tibet, as a contribution to the study of Tibetan religious art and its meaning. It contains crucial results of Tucci’s field investigations and perceptions, which have been inaccessible so far to the English-reading world. The present English translation seeks to put it within the reach of indologists, art historians, Tibetanists, anthropologists, archaeologists and others. The work of Tucci is basic to an understanding of the function of the Stupa, its architecture and the significance of its various parts, and its symbolism in general. Tucci’s translation of classical Sanskrit works on the architectonics of the stupa, like the text of Sahajavilasa which is preserved only in a Tibetan translation, make this book a must for every student of Indian art. Sanskrit equivalents of Tibetan terms make it comprehensible to a wider audience, e.g. stupa/mchod-rten. The profundity which Prof. Tucci bears on the subject gives a creative view, an inner vision, the original perspective in which stupa originated and evolved.

"The book bears a preface by the General editor of the series, Prof. Lokesh Chandra wherein he discusses at length how the various enumerations of the stupas enable us to formulate anew the functions of the stupa and its semantics. The socio-cultural as well as economic-political significance of the terms stupa, caitya and dhatugarbha from Indo-European linguistics, Vedic tradition, Pali texts, archaeological evidence and Tibetan scrolls provide new insights.
Contents:
Preface.
I. Stupa and Votive Stupa (mchod-rten and tsha-tsha): 1. Tibetan literature about the Stupa (mchod-rten). 2. Its connections with the Indian architectonic literature. 3. The supposed Indian patterns of the eight types of Stupa (mchod-rten). 4. Why the stupas (mchod-rten) are built. 5. The stupa (mchod-rten) engraved or in miniature. 6. Ritual for the building of a stupa (mchod-rten). 7. The stupa (mchod-rten) as repository of sacred things. 8. Symbolism attributed to the stupa (mchod-rten) according to Hinayana and Mahayana. 9. Diffusion of the various types of stupas (mchod-rten) in Indian and Eastern Tibet. 10. What is the meaning of tsha-tsha. 11. Origin and meaning of tsha-tsha. 12. Ceremonial for the preparation of the tsha-tsha. 13. Various types of tsha-tsha and their chronological order. 14. Iconographic types represented on the tsha-tsha.
II. Description of the principal types of tsha-tsha: 1. Group of sigillary impressions. 2. Group of the stamped. 3. In the shape of stupa (mchod-rten). 4. Bon-po tsha-tsha.
Appendices. Index.



Biografia

Giuseppe Tucci
Macerata 1894 - San Paolo dei Cavalieri (Tivoli) 1984


Tucci è considerato il più grande orientalista italiano del Novecento, e fra i massimi tibetologi a livello internazionale. Fu giornalista, scrittore, archeologo, antropologo, esploratore, Accademico d'Italia, presidente onorario di numerose istituzioni di grande prestigio in tutto il mondo, vincitore del "Premio Nehru", e ha meritato ben cinque lauree honoris causa. Concittadino del gesuita e sinologo Padre Matteo Ricci, Giuseppe Tucci nasce a Macerata il 5 giugno 1894 e muore a San Polo dei Cavalieri, vicino a Tivoli, il 5 aprile 1984. Dotato di eccezionali qualità naturali e di un'ottima preparazione classica, giovanissimo conosce già una decina di lingue europee. Nel 1915 parte per la Grande Guerra, congedandosi col grado di tenente. Nel 1919 si laurea in Lettere e Filosofia.
Lavora prima come bibliotecario della Camera dei deputati, ma già tra il 1925 e il 1930 insegna italiano, cinese e tibetano presso le Università indiane di Calcutta e Shantiniketan, dove fra l'altro incontra il poeta Tagore e Gandhi. Dal 1930 diviene docente di lingua e letteratura cinese all'Università di Napoli, e dal 1932 insegna religione e filosofia dell'Estremo Oriente all'Ateneo di Roma. Nel 1933 fonda assieme a Giovanni Gentile, che ne è il primo presidente, l'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (Is.M.E.O.), con lo scopo di "promuovere e sviluppare i rapporti culturali fra l'Italia e i paesi dell'Asia Centrale, Meridionale ed Orientale ed altresì di attendere all'esame dei problemi economici interessanti i Paesi medesimi". L'attenzione rivolta anche agli aspetti politico-economici è documentata, oltre che dalle numerose pubblicazioni dell'Istituto come i periodici Bollettino dell'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (1935) e Asiatica (1936-1943), dallo specifico interesse di Tucci per la geopolitica dell'Asia in un periodo cruciale della sua storia, e dalla sua amicizia personale con Karl Haushofer, che invita a tenere importanti conferenze su questa materia.
Tucci concentra i suoi viaggi di ricerca nella vasta regione himalayana, quale naturale crocevia storico fra tutte le diverse culture dell'Asia, raccogliendo sistematicamente materiale archeologico, artistico, letterario, di documentazione storica e altro. Risultati eccezionali vengono così ottenuti dalle sue lunghe spedizioni in Tibet fra il 1929 e il 1948, anno in cui l'Is.M.E.O. riprende in pieno la sua attività postbellica sotto la sua diretta presidenza, destinata a durare fino al 1978. Tra il 1950 e il 1955 egli organizza nuove spedizioni in Nepal, seguite dalle campagne archeologiche in Pakistan ('56), in Afghanistan nel ('57) ed in Iran ('59). Sempre nel 1950 avvia il prestigioso periodico in lingua inglese East and West, e nel 1957 fonda il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma.
Tra i suoi numerosi ed importanti scritti ricorderemo solamente, sia i sette volumi di Indo-tibetica (Accademia d'Italia, 1932-1942) che i due di Tibetan Painted Scrolls (Libreria dello Stato, 1949) per la loro ampiezza documentaria, e la Storia della filosofia indiana (Laterza, 1957) per la sua portata innovativa, specie per quanto riguarda la logica indiana.