Non è facile per noi conoscere l'Africa coloniale dal punto di vista degli africani: possiamo leggere molte e belle ricerche antropologiche, nelle quali però la cultura africana è ricostruita pur sempre attraverso il filtro del pensiero Occidentale. Il Saggio di Bandiagara, di Amadu Hampaté Bâ, uno dei pochissimi narratori africani conosciuti in Europa, costituisce uno di questi rari esempi. Il libro E' stato scritto in francese, e pubblicato per la prima volta nel 1957 in una edizione scritta in collaborazione con un funzionario dell'amministrazione coloniale francese, il capitano Marcel Cardaire, allievo del grande antropologo Marcel Griaule. Nel 1980 Hampaté Ba ne ha riscritto e pubblicato una versione più completa da solo. Il libro comincia con il racconto della vita di uno degli uomini considerati fra i più santi e saggi che il Continente nero abbia generato, Tierno Bokar, del quale l'autore era discepolo, e di una sintesi del suo insegnamento. In appendice, una breve storia del sufismo e delle confraternite nell'Islam aiuta il lettore occidentale ad orientarsi in un mondo, quello dell'Islamismo africano, è certo poco conosciuto. Ma il libro è anche di straordinario interesse storico: gli eventi che vengono raccontati, cioé la controversia religiosa che scoppiò intorno al 1905 a Nioro del Sahel (Mali) tra le varie diramazioni della confraternita Tidjani a proposito del modo di recitare una certa preghiera, assunsero nel decennio successivo proporzioni tali da indurre ll'mministrazione coloniale francese ad occuparsi della questione. Alcuni dei protagonisti del conflitto, infatti, riuscirono a convincere i francesi che si trattava di un movimento politico di tendenza «antifrancese». Si intrecciano in questo caso rivalità tribali di antica origine con un conflitto religioso che i francesi non riescono a capire, scambiando l’autorevolezza di cui godeva il protagonista, Tierno Bokar, e il suo distacco dagli intrighi politici, per ostilità verso i francesi e per un pericolo di rivolta. L’autore del libro, dipendente dell’amministrazione francese sospettato di simpatie per un partito della controversia religiosa, venne così in contatto con Cardaire, inviato dal governo francese proprio per chiarire la questione. Hampaté Ba ci permette di entrare all’interno del mondo africano, della sua cultura religiosa e della vita quotidiana, con gli occhi di un osservatore «interno» maè al tempo stesso, capace di comunicarci questo mondo attraverso gli schemi del pensiero occidentale e ci chiarisce una situazione conflittuale nei termini in cui era interpretata e vissuta dalla popolazione locale. Veniamo così a conoscenza di un’Africa molto più raffinata e ricca culturalmente di quello che siamo abituati a pensare, e soprattutto caratterizzata da un interesse per la vita spirituale molto più intenso di quello degli occidentali.
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Agli inizi del Novecento, a Bandiagara, nel cuore dell'Africa, a est di Mali, viveva Tierno Bokar, uno degli uomini più santi e saggi che il Continente nero abbia mai generato. "Il Saggio di Bandiagara" narra della vita, delle opere e dell'insegnamento di quest'uomo, ma non è soltanto la biografia di un santo. E' anche, e forse soprattutto, uno straordinario e singolare racconto di viaggio che, attraverso i gesti, le azioni e le parole di Tierno Bokar ci riporta alle magiche atmosfere del Continente nero, al tempo in cui nei suoi centri più attivi la mescolanza di culture diverse non faceva mancare né prodi cavalieri né giochi di spada, né certami poetici né uomini santi, che facevano della tolleranza e dell'amore universali il loro credo. Con una scrittura avvincente, che ci fa rivivere la solennità del paesaggio e delle forme di vita africane del tempo, Hampatè Ba ci conduce anche nel cuore della grande civiltà islamica, tra minareti, moschee, dispute tra maestri, sceicchi e guerrieri... Dispute animate da un solo, nobile scopo: la conoscenza della verità e la pratica della giustizia e della virtù. |