A est delle Ande peruviane giace il Gran Pajonal, una landa sconfinata, soffocata dalla giungla e solcata da una rete fittissima di corsi d'acqua. Qui si celerebbe il mitico El Dorado: terra favolosa di incommensurabili tesori. Leonard Clark si addentrò in quell'inferno verde, pronto ad affrontare pericoli ed avventure, pur di raggiungere ed esplorare quell'angolo di mondo all'epoca ancora ignoto.
Leonard Clark, americano, è uno dei pochi esploratori dell’epoca moderna che viene collocato tra i grandi della tradizione classica. Ebbe spesso il coraggio di compiere le sue spedizioni anche senza mezzi finanziari e adeguato equipaggiamento: semplicemente, partiva; e arrivava sempre dove si era ripromesso. Figlio dell’esploratore che trapiantò la renna dall’Islanda all’Alaska, lavorò per due anni in banca, ma poi si trasferì nel Borneo, dando inizio così a una serie interminabile di viaggi: le Celebes, le Filippine, Sumatra, Cina, Mongolia, Tibet, Ceylon, India, Messico, Africa del nord, bacino delle Amazzoni, Yucatàn e molti altri. Durante la seconda guerra mondiale operò come agente del servizio segreto militare in Cina e in Mongolia. Morì nel 1957, durante una spedizione in Sudamerica. Tra le sue altre opere si ricorda Alle porte della Mongolia.
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Long out of print, this is a riveting firsthand account of Leonard Clark’s search for the legendary lost Seven Cities of Cibola — reputedly home to enormous reserves of gold — in the rain forest east of the Peruvian Andes. A former U.S. Army intelligence officer, Clark is joined on his expedition by Inez Pokorny, a gutsy, multilingual female explorer. Their treacherous journey includes encounters with head-hunting Jivaro Indians, man-eating jaguars, 40-foot-long anacondas, poisonous plants, and shamanistic healers. Against the odds, Clark and Pokorny reach their destination, but nearly starve to death trying to transport sacks of gold out of the dense tropical foliage. |