Oltre le porte della città proibita La vita straordinaria di sir Francis Younghusband esploratore e mistico
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Editeur - Casa editrice |
Sperling & Kupfer | ||||||||||||||||
Città - Town - Ville |
Milano | ||||||||||||||||
Anno - Date de Parution |
2000 | ||||||||||||||||
Pagine - Pages | 348 | ||||||||||||||||
Titolo originale | Younghusband: The Last Great Imperial Adventurer | ||||||||||||||||
Lingua originale | |||||||||||||||||
Lingua - language - langue | italiano | ||||||||||||||||
Edizione - Collana |
Narra. Biografie e autobiografie | ||||||||||||||||
Traduttore |
Claudia Manera | ||||||||||||||||
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Oltre le porte della città proibita "Da ufficiale dell'esercito e spia-esploratore lungo i confini dell'India a giornalista per il Times ad amico del filosofo e matematico Bertrand Russell, a fondatore di nuove sette religiose. Di fronte a una figura così complessa e difficilmente classificabile, Patrick French si è messo letteralmente sulle sue tracce, ripercorrendo gli spostamenti del Colonnello."
Recensione in altra lingua (English): |
| Sir Francis Younghusband was the last of the great imperialists, a dashing adventurer - in 1903 he single-handedly invaded Tibet, wiped out its entire army and then became a mystic. Admired by H.G Wells and Bertrand Russell, he held the world record for the 300-yard dash, was the first European since Marco Polo to travel from Peking to Central Asia, discovered the source of the Indus and as a spy his presumed death almost sparked off an Indo-Russian war. The quest to quantify this man has led Patrick French through the Mustagh Pass, from the Himalayas to Kashmir, and into Tibet in search of clues, and into Younghusband's personal papers only recently made available personal papers only recently made available to the public. | |||||||||||||
Recensione in lingua italiana | |||||||||||||||||
Entrò nella città proibita con un tight nel bagaglio da indossare al cospetto del Dalai Lama. E non venne ricevuto: il racconto incredibile del mancato incontro tra Sir Francis Younghusband, emissario dell'impero britannico, e la massima autorità del Tibet è noto a pochi. Eppure la figura dell'ultimo grande avventuriero-esploratore dell'età vittoriana, colonnello, giornalista, spia, solleva da sempre curiosità ed interrogativi. La sua storia, come scrive Lidia Manera sulla Stampa, "ha alimentato la leggenda di un eroe fallito, un malinconico funzionario imperiale assetato di conquiste, che con trent'anni di anticipo sull'orizzonte perduto di James Hilton trovò il suo Shangri La tra quelle montagne innevate e finì la sua vita da mistico visionario". Younghusband invase il Tibet con un piccolo esercito nel 1903, trasformando una secondaria missione diplomatica in un'operazione militare su vasta scala. Quest'oscuro funzionario inglese, nato in India nella seconda metà dell'Ottocento, detentore di un record mondiale sulle 300 iarde, fu un esploratore temerario che - unico europeo dopo Marco Polo - aprì una nuova via dalla Cina all'India attraversando a piedi i ghiacciai del Karakorum all'altezza del Passo Mustagh. Fu anche il primo occidentale a entrare a Lhasa, e organizzò le prime quattro spedizioni sull'Everest. Personaggio bizzarro ed enigmatico, per alcuni forse l'ultimo dei grandi imperialisti, un fallito per altri, assetato di conquiste e amico di Bertrand Russel, visse gli ultimi anni della sua vita da libero pensatore, profeta ante litteram dell'amore libero e convinto assertore di una nuova religione, secondo una metamorfosi spirituale, dovuta per sua stessa ammissione al contatto illuminante con l'Himalaya. In quest'appassionante biografia - arricchita da un suggestivo inserto fotografico - che dedica ampio spazio al diplomatico, ma anche alla dimensione interiore dell'esperienza di viaggio e al bisogno di misticismo, si ripercorrono tutte le tappe di [...] | |||||||||||||||||
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