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22/11/2024 06:20:44

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In Punjab

Mussio Giovanni


  Asia
India
Himalaya


Città - Town - Ville

Firenze

Anno - Date de Parution

1961

Lingua - language - langue

italiano


In Punjab  

Le vicende dei 600 POW (Prisoners of War) appassionati di montagna, che, fra i 10.000 progionieri di Yol, riuscirono ad organizzare escursioni e salite sulla catena del Dhaula Dhar, vennero narrate a puntate sulla Rivista Mensile del Club Alpino Italiano. Numerose le pubblicazioni: In Punjab di Giovanni Mussio, All’ombra dell’Himàlaya di De Guercio, Dell'India di Edmondo Anderlini e Luigi Gia. Recentemente è uscito il libro con numerose fotografie 10.000 prigionieri in Himalaya - Tesori, orsi, idee, fughe di Lido Saltamartini.

Diecimila soldati e ufficiali italiani, quasi tutti fatti prigionieri dagli Inglesi in Africa e successivamente inviati nei campi di prigionia in India, confluirono nel 1942 nel campo di concentramento di Yöl, ai piedi dell'Himàlaya, e lì rimasero fino al 1947, quando i sopravvissuti poterono finalmente rientrare in patria. È un fatto poco noto della Seconda Guerra Mondiale.
A Yöl le tende e le baracche fungevano da alloggio ai prigionieri, ma vi erano anche altri servizi del campo: docce, mensa, cappella, ma anche attrezzature sportive per mantenere l'efficienza fisica, un campo da tennis e un cinema all'aperto (che proiettava un unico film, a pagameanto). L'ambiente era relativamente confortevole, se paragonato ad altri campi di prigionia, e ai prigionieri venivano concesse alcune libertà. Ecco allora gli innumerevoli modi escogitati per passare il tempo, dalla musica alla pittura, dalla realizzazione di una rivista stampata grazie alla gelatina recuperata da una lastra di radiografia alla costruzione di incredibili "macchine": per distillare l'acqua, una turbina con caldaia e perfino una trebbiatrice di 60 centimetri. Dopo alcuni mesi, le prime uscite, con alcuni scorci del paesaggio circostante, dei Templi vicini, degli abitanti e degli animali. Alcuni POW (Prisoners of War) appassionati di montagna riuscirono ad organizzare escursioni e salite sulla catena del Dhaula Dhar, Con l’aiuto di gruppi di appoggio fu possibile salire alcune vette nel corso della giornata di libera uscita. Alla fine della guerra, ai prigionieri viene concessa una graduale libertà, ma entro precisi confini territoriali.