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La stagione della migrazione a Nord

Salih Tayeb


Editeur - Casa editrice

Sellerio di Giorgianni

Africa
Africa Orientale
Sudan


Città - Town - Ville

Palermo

Anno - Date de Parution

1992

Pagine - Pages

146

Titolo originale

Mawsim al-hijra ila al-shamal (Season of Migration to the North)

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Il castello

Ristampa - Réédition - Reprint

Sellerio (2011)

Curatore

Leggio F.

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La stagione della migrazione a Nord
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La stagione della migrazione a Nord

La stagione della migrazione a Nord La stagione della migrazione a Nord  

scheda di Turroni, G., L'Indice 1992, n. 7

Questo libro, grazie al successo riscosso nel mondo arabo e alla sua traduzione in differenti lingue, porta eccezionalmente la letteratura sudanese al di là del circuito nazionale. L'incontro di due uomini in un villaggio del Sudan dà inizio ad una storia a cavallo tra due mondi: l'Inghilterra, dove entrambi i personaggi hanno portato a termine i loro studi e il Sudan, loro terra natale. II racconto è caratterizzato da una frammentazione della sequenza cronologica: il presente in Sudan e il passato in Inghilterra, dove Mustafà ha vissuto una torbida esperienza, che lo ha portato davanti al tribunale con l'accusa di omicidio.
La curiosità del narratore per il passato misterioso di quest'uomo diventa un'ossessione, soprattutto dopo la sua scomparsa in circostanze poco chiare. II lettore deve attivamente procedere a un lavoro di ricostruzione dei fatti, mettendo assieme i racconti dei diversi testimoni, che apportano il loro pezzo di verità.
II tema dominante è il rapporto, o meglio lo scontro nord-sud. La colonizzazione, che per il narratore è passato recente, per Mustafà è tempo presente, nel momento in cui egli si trova in Inghilterra. I pregiudizi dei colonizzatori sono una ferita per Mustafà, che reagisce con l'odio e il cinismo. Ma, nonostante l'odio, il nord provoca un'attrazione irresistibile, che è all'origine dei conflitti dei due personaggi. Se in Inghilterra hanno vissuto la condizione di stranieri, il distacco dal loro paese li ha resi parzialmente estranei a esso. Questo senso di sradicamento rende invidiabile agli occhi dei due personaggi la semplicità di coloro che sono rimasti. Al momento della sua scomparsa, Mustafà lascerà al narratore l'incarico della tutela dei suoi figli, con la preghiera di evitare loro la sofferenza della partenza, foriera di insanabili conflitti interiori.

 


Recensione in altra lingua (English):

A multiple interlocked tale, as one expects out of the African-arabic region. The narrator in the first person and Mustafa Sa'eed - pivot and cardinal point of the novel - study both at different times in England. Liberation from colonialism or new subjugation? Both return into their native country after their studies.
Judgement of the Europeans is: "It seems that our presence, in an open or undercover form, is as indispensable to you as air and water." (p.60) The Sudaneses see it this way: first the ships of the white people came down the Nile, loaded with guns. They laid tracks to transport the troops and schools were built "so as to teach us how to say 'Yes' in their language." Mustafa Sa'eed takes revenge on the English women, has to go to jail, and turns up at the Nile as honest citizen. The reason and the way of his astonishing change remains unknown to the reader. Or did I miss something while reading? That's possible, the text - although tense at the end - gets long-winded (allusions to Otello). How are women treated in Sudan? Were there changes because of the colonial forces? Hosna Bint Mahmoud tries to infringe the female subjugation and fails. The novel offers several answers, but leaves question unanswered - just as we want it.
To summarize: brisk reading and - taken action and mood confirm to the situation - enlightening. My evaluation of this novel: very good.



Recensione in lingua italiana

Mediante uno schema narrativo di scatole cinesi questo libro racconta dell'avventura spirituale di una diaspora e un ritorno, e di un definitivo spaesamento. E la figura di un intellettuale arabo che vi è scolpita, bambino adottato al Cairo da una famiglia inglese, studi a Oxford e brillante carriera in Gran Bretagna, libertino che sulle donne vendica un suo senso di morte, fino all'ultimo incontro che lo forza a scegliere tra il suo essere occidentale e il suo essere arabo; il ritorno al villaggio sul Nilo, lo sforzo di dimenticare, e infine la catastrofe per lui, e indirettamente della sua comunità, è una figura indimenticabile, nel senso proprio che ha la letteratura di non dimenticare. Ma il tema del libro non è solo quello del disagio dell'intellettuale arabo diviso tra speranza e tradizione, tra valori della cultura e miserie materiali. Sembra piuttosto quello più alto dell'unità inevitabile, in una contesa antichissima di amore-odio, tra il mondo arabo e quello cristiano, tra il Nord e il Sud del Mediterraneo.
"La stagione della migrazione a Nord" riecheggia nelle vicende di una emigrazione moderna, l'antico periodico andare degli uomini del deserto verso le oasi e le coste, inseguendo sogni d'amore, leggende, mercantilismi, a specchiarsi e contaminarsi con una cultura doppia e necessaria: ad arricchirla e uscirne più ricchi nello scontro. La storia del protagonista è quella dell'illuminante presa di coscienza che "io è un altro".


Biografia

SALIH, Tayeb (1929-), novelist writing in Arabic, was born in the northern axis of central Sudan to an ethnic group reputed for the propagation of Islamic scholarship in the region. His primary education was religious, and it ignited his precocity to such an extent that by the time he entered secondary school in Khartoum he had already studied prominent Arab authors such as al Tahtawi, Muhammed Abdul, and Dr. Taha Husayn. After gaining an advanced degree in London, he worked for the BBC as the head of Arabic drama. On his return to Sudan, he became director of Sudanese National Radio; later he accepted a secondment as director general of the Ministry of Information of the Emirate of Qatar, where he makes his home.

Salih's writing, drawn from his experience of communal village life, centres on people and their complex relationships. At various levels and with varying degrees of psychoanalytic emphasis, he deals with themes of reality and illusion, the cultural dissonance between the West and the exotic orient, the harmony and conflict of brotherhood, and the individual's responsibility to find a fusion between his or her contradictions. These motifs and their contexts derive from both his Islamic cultural background and the experience of modern Africa, both pre- and post-colonial. In his novels, Al-Rajul al Qubrosi (The Cypriot Man, 1978), Urs al Zayn (The Wedding of Zein, 1969), Mawsim al-Hijra ila al-Shamal (Season of Migration to the North, 1969), and Daumat Wad Hamid (The Doum Tree of Wad Hamid, 1985), he constructs an impervious unity of the social, religious, and political essence of the African or African Arab. He firmly holds that a harmony of existence is possible for individuals in a society of values and ethics. His books have been translated into several languages.

Consulta anche: Contemporary Africa Database ::: People