Viaggio a Samarcanda
Nel 1958 Eugenio Turri intraprese il suo viaggio lungo la Via della Seta, poi forzatamente concluso a Samarcanda. Nel duro contrasto tra USA e URSS, che dominava la scena politica di quegli anni, si aprivano spazi in una sorta di pax interstiziale, basata su reciproche deterrenze, per cui si poteva accedere alla Turchia, all'Iran e all'Afghanistan senza troppa difficoltà. Durante il viaggio Turri si imbatte in società antiche, in mondi chiusi, arroccati nelle loro tradizioni asiatiche, fossero contadini o nomadi, pieni di orgoglio e di stravolgente bellezza. Il libro ha proprio negli incontri il suo interesse primo rivelandoci l'anima profonda di questi popoli. Balk in Afganistan, Samarcanda e Buckhara in Uzbekistan, tre città millenarie che evocano storia e leggende. E da Samarcanda, con il suo bazar, la sua millenaria piazza del Registan, le mura dilavate dal sangue dei nemici e dalle piogge, le sue contraddizioni fra Islam, socialismo e modernismo, si arriva a Nukus, capitale dimenticata del Karakalpakstan. E ancora su, fino alla scoperta inquietante dell'agonia del Lago di Aral, avvelenato da pesticidi e da esperimenti nucleari e batteriologici.
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Eugenio Turri ha insegnato, sino al 2001, Geografia del Paesaggio alla Facoltà di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Milano. Per una decina di anni è stato anche consulente per la pianificazione paesistica e territoriale alla Regione Lombardia. Ha studiato a Milano e ha iniziato la sua attività come cartografo nelle redazioni del Touring Club Italiano. Ha cominciato negli stessi anni a viaggiare, collaborando al noto settimanale Il Mondo (negli anni '50 e'60), a Comunità, a Le Vie del Mondo e alle riviste accademiche di geografia. È stato poi all'Istituto Geografico De Agostini dove ha diretto l'opera, in 12 volumi, Il Milione; per la stessa casa editrice ha scritto o curato le maggiori opere di geografia, come i volumi di Continenti e Paesi, le collane L'Italia, uomini e territorio, L'uomo sulla Terra, L'Europa, oltre che i noti atlanti, editi in diversi paesi. Ha trascorso lunghi e frequenti periodi di studio nel Terzo Mondo ed in particolare ha dedicato la sua attenzione ai popoli nomadi, sui quali ha pubblicato diversi studi e i volumi Gli uomini delle tende e I nomadi. Suo territorio privilegiato di studio è sempre stato il Monte Baldo cui ha dedicato un libro, Il Monte Baldo. Eugenio Turri ha dato un contributo d’eccezione nella stesura del Piano di Area del Garda. Il suo più recente lavoro è uno studio sugli sviluppi urbani della pianura padana, che coinvolge anche le valli alpine, intitolato La megalopoli padana.
Bibliografia Sintetica Viaggio a Samarcanda, IGDA, 1963Il diario del geologo, Rebellato, 1967 La Lessinia: la natura e l'uomo nel paesaggio, Ediz. di Vita veronese, 1969 l monte Baldo, COREV, 1971 Continenti e paesi, De Agostini, 1973 Antropologia del paesaggio, Ed. di Comunità, 1974 Nomadi: gli uomini dei grandi spazi, Fabbri, 1978 Il Lago di Garda, De Agostini, 1978 Semiologia del paesaggio italiano, Longanesi, 1979 L'Italia ieri e oggi: una rivisitazione fotografica, De Agostini, 1981 La via della seta, De Agostini, 1983 Il Bangher : la montagna e l'utopia, Bertani, 1988 L'Italia: realtà e immagine di un paese, De Agostini, 1988 Week-end nel Mesozoico, Cierre, 1992 Il paesaggio come teatro: dal territorio vissuto al territorio rappresentato, Marsilio, 1998 La megalopoli padana, Marsilio, 2000 Villa veneta: agonia di una civiltà, Cierre, 2002 Gli uomini delle tende: dalla Mongolia alla Mauritania, Bruno Mondadori, 2003 Il viaggio di Abdu. Dall'Oriente all'Occidente, Diabasis, 2004 Viaggio a Samarcanda, Diabasis, 2004 (ried.) Il paesaggio e il silenzio, Marsilio, 2004 Taklimakan, deserto da cui non si torna indietro, Di monte in monte, 2005 Il paesaggio come teatro: dal territorio vissuto al territorio rappresentato, Marsilio, 1998 (ried.) |