el Alamein 1933-1962
L’autore, Paolo Caccia Dominioni è stato un personaggio chiave tra le due guerre: soldato e ingegnere in quattro continenti, umanista esploratore, artista e scrittore. La lunga missione solitaria ad Alamein gli ha conferito un raro titolo di nobiltà e di fama. In un'epoca di rivisitazioni mi piace rileggere il passo in cui Paolo Caccia Dominioni (il libro è scritto in terza persona usando come pseudonimo il titolo nobiliare) racconta i "nostalgici" venuti in visita al sacrario da lui costruito assieme ad un commilitone con fatica e senza nessun aiuto da parte né del governo italiano, né di quegli stessi reduci in visita. Ma ancor più mi gusta il racconto di come dal fronte AO attraverso il Sudan e l'oasi di Kofra (Kufra) il nostro scrittore giunse a ricongiungersi con il regio esercito. Nel libro emerge il cosmopolitismo del conte Sillavengo. Il protagonista di questo libro è un battaglione italiano che fù all'epicentro del grande ciclone guerresco, e tra le pagine si incontrano migliaia di personaggi, italiani, inglesi, tedeschi e australiani. Dopo la fine della guerra il battaglione è ridotto a soli due uomini, il comandante e il gregario, che ne portano l'uniforme sotto l'antica bandiera...
La vita, le opere e la personalità di Paolo Caccia Dominioni sono immortalati in una pellicola i cui fotogrammi sono le migliaia di disegni che illustrano i suoi (e altrui) libri, ornano le case di parenti, amici e conoscenti, arricchiscono numerosi musei e l’archivio di famiglia. Il suo formidabile genio grafico, ispiratore in primis di un giovane e in seguito celeberrimo disegnatore, Hugo Pratt, è ora diventato oggetto di culto.
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Paolo Caccia Dominioni conte di Sillavengo (Nerviano 1896-Roma 1992), volontario di guerra, ha combattuto nella Prima guerra mondiale sul fronte del Carso. Nel Secondo conflitto mondiale fu ufficiale superiore del genio Guastatori alpino e ne comandò un battaglione prima in Africa settentrionale, dove prese parte alla battaglia di Alamein, poi ad Asiago, sino all’8 settembre 1943. Dopo l’armistizio fu nella Resistenza. Durante la sua carriera militare venne ferito due volte e decorato con tre medaglie e una croce di guerra al Valor Militare. Con Mursia ha pubblicato anche Ascari K7, Diario di guerra.1915-1919 e, insieme a Giuseppe Izzo, Takfir.
Nell’anno 2002, in occasione della cerimonia commemorativa del 60° anniversario delle battaglie di el Alamein, il Presidente della Repubblica, su proposta del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Ten. Gen. Gianfranco Ottogalli, ha concesso al Ten. Col. Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo, la Medaglia d’Oro al Merito dell’Esercito “alla memoria”. Con la seguente motivazione:
MEDAGLIA D’ORO AL VALORE DELL’ESERCITO
Paolo CACCIA DOMINONI di SILLAVENGO da Nerviano (MILANO) Tenente Colonnello (cpl.) del Genio Alpino (alla memoria)
Già Comandante del 31° Battaglione Guastatori del Genio nelle battaglie di el Alamein, assuntasi volontariamente, dopo la fine della 2^ Guerra Mondiale, l’alta ed ardua missione di ricerca delle salme dei Caduti di ogni Nazione, disperse tra le sabbie del deserto egiziano, la svolse per oltre 12 anni, incurante dei disagi, dei sacrifici e dei rischi che essa continuamente comportava. Con coraggio, sprezzo del pericolo, cosciente ed elevata preparazione tecnico-militare, condusse personalmente le ricerche tra i campi minati ancora attivi, venendo coinvolto per ben due volte nell’esplosione delle mine, sulle quali un suo gregario fu seriamente ferito e ben sei suoi collaboratori beduini rimasero uccisi. Per opera sua oltre 1.500 Salme Italiane disperse nel deserto, unitamente a più di 300 di altra nazionalità, sono state ritrovate. Altre 1.000, rimaste senza nome, sono state identificate e restituite, con le prime, al ricordo, alla pietà ed all’affetto dei loro cari.. 4.814 Caduti riposano oggi nel Sacrario Militare Italiano di el Alamein, da lui progettato e costruito, a tramandarne le gesta ed il ricordo alle generazioni che seguiranno. Ingegnere, Architetto, Scrittore ed Artista, più volte decorato al Valore Militare, ha lasciato mirabile traccia di sé in ogni sua opera, dalle quali è derivato grande onore all’Esercito Italiano, sommo prestigio al nome della Patria e profondo conforto al dolore della Comunità Nazionale duramente provata dai lutti della guerra.
el Alamein, Sahara Occidentale Egiziano, 1942- 1962 |