La biblioteca del marajà - Soliloqui
Due libri raccolti insieme. Il primo scritto, La biblioteca del maharaja, appartiene alla "trilogia indiana", con "India" (1934) e "Diario d'India" (1935). I testi, di carattere prevalentemente diaristico, risalgono al 1928, 1929 e 1933. Il poco più che ventenne Eliade giunge in India passando per l'Egitto, il Mar Rosso, Ceylon. Dal cielo del Mediterraneo che risplende su Alessandria e sul Cairo alla desolazione rotta dal "passo ammaliante" dei cammelli, dal campione di umanità che offre la traversata in terza classe all'eden cingalese che stordisce con l'odore "selvaggiamente crudo, intenso, violento" delle sue foreste, fino all'India intemporale, il libro si costruisce attraverso sottili notazioni d'ambiente che nulla concedono all'esotismo e prendono talora - è il caso del processo a Gandhi - la forma del reportage. In brevi pensieri a margine si annuncia poi la grandezza del futuro storico delle religioni, come nel rifiuto di ogni tentativo 'mondano' di conciliarle con i tempi, di addolcire quell'aspetto "assurdo, grottesco, barbaro, insopportabile, umiliante" che le rende incomprensibili a molti. Nel secondo testo, "Soliloqui" (1932), un pensiero monologante, "nato e organizzato in solitudine", continua a riflettere su questioni religiose o non lontane dalla sfera
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Mircea Eliade nacque a Bucarest nel 1907. Si formò come filosofo e storico delle religioni all'Università di Bucarest, sotto l'influenza di N. Ionescu. Negli anni 1927-28 fu a Roma dove poté assistere alle lezioni di G. Gentile. Studiò poi all'Università di Calcutta con S. Dasgupta e nell'eremitaggio di Rishikesh sull'Himalaia. Fu addetto culturale rumeno prima a Londra, nel 1940-41, e successivamente a Lisbona (1941-1944). Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì a Parigi dove insegnò all'École des Hautes Études e nel 1957 ottenne la cattedra di storia delle religioni all'Università di Chicago. È morto a Chicago il 23 aprile 1986. Oltre ad aver scritto alcune opere generali di storia delle religioni (Trattato di storia delle religioni, 1949, e Il mito dell'eterno ritorno, 1949), Eliade è ricordato come uno dei maggiori specialisti dello sciamanesimo, dello yoga e dei rapporti tra magia e alchimia. Le sue opere principali sono: Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi (1951); Lo yoga. Immortalità e libertà (1954); Alchimia asiatica, (1935-1937); Arti del metallo e alchimisti, (1956); Il sacro e il profano, (1956). |