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Il più grande uomo scimmia del pleistocene

Lewis Roy


Editeur - Casa editrice

Adelphi

Europa
Africa



Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

1992

Pagine - Pages

178

Titolo originale

The Evolution Man

Lingua originale

English

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Fabula

Traduttore

Carlo Brera


Il più grande uomo scimmia del pleistocene Il più grande uomo scimmia del pleistocene  

recensione di Maglioni, S., L'Indice 1992, n. 7

Ricordate Fred Flintstone, il personaggio degli "Antenati"? In questa "Arcadia paleolitica" mancano automobile e ferro da stiro ma regna davvero un'atmosfera che ricorda il cartoon di Hanna & Barbera. Tuttavia "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" non è solo fumetto, è uno spazio a più dimensioni che può dare adito a molteplici letture.
E allora, imboccando un'altra strada, ricordate Prospero e i suoi dotti libri nell'ultimo film del regista inglese Peter Greenaway? Sopravvissuto all'Ultima Tempesta, "The Evolution Man" - questo il titolo originale fantasiosamente tradotto - come le tante scienze del Prospero moderno è contemporaneamente manuale di zoologia, botanica, storia, filosofia, linguistica, ma prima di tutto è la divertente storia di una famiglia che, in una zona non ben definita dell'Africa , riesce ad uscire dal Pleistocene grazie alle scoperte di Edward, antenato coraggioso che osa sfidare la natura in nome del progresso.
Le sue invenzioni e scoperte sono molte, dal fuoco alla dieta onnivora, dall'esogamia all'amore ("Amore! Dolce amore! Sosterrò sempre che fu una delle massime scoperte del Pleistocene Medio, periodo quanto mai ricco e fertile di invenzioni e sviluppi culturali").
Questo nostro "patriarca" inventa persino il maschilismo, predicando solennemente precetti quali "il posto della donna è nella caverna", e i personaggi femminili del testo corrispondono perfettamente a queste caratteristiche: muti e sottomessi non possono esprimersi se non attraverso il silenzio.
La narrazione è affidata al figlio Ernest, cronista attento e minuzioso (Roy Lewis è - ricordiamo - principalmente giornalista) e intorno a lui ruotano i familiari tra cui spiccano Oswald, William e le zie Mildred, Aggie e Nellie, nomi inglesissimi che fanno di questi personaggi parodia di una petulante "middle class" inglese trasferita con la tecnica dell'anacronismo nella Preistoria e con sarcasmo postcoloniale proprio in Africa.
Zio Vania si differenzia dagli altri protagonisti non soltanto per il suo nome di origine slava e il suo collegamento intertestuale con un noto personaggio di Cechov, ma per le sue idee conservatrici assolutamente contrarie a qualsiasi forma di evoluzione; in un dibattito riconducibile all'opposizione binaria natura vs progresso ripete la sua argomentazione come un ritornello "Davvero, stavolta l'hai proprio fatta grossa, Edward " e Edward, paladino dell'evoluzione, difende ogni volta a spada tratta ciò che scopre o inventa.
Al lettore è lasciato il compito, se lo ritiene opportuno, di riflettere su tematiche anche serie ma sempre alleggerite da una scrittura ironica.

 


Recensione in altra lingua (English):

"Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni. Detto così alla buona, è il racconto comico della scoperta e dell'uso, da parte di una famiglia di uomini estremamente primitivi, di alcune delle cose più potenti e spaventose su cui la razza umana abbia mai messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. È anche un modo di ricordarci che i problemi del progresso non sono cominciati con l'era atomica, ma con l'esigenza di cucinare senza essere cucinati e di mangiare senza essere mangiati." (Dalla presentazione di Terry Pratchett)