Srinivas non resiste, l'atmosfera del villaggio è troppo soffocante. Non esita a partire, abbandona moglie e figlio. Costi quel che costi, decide di avviare un giornale in città: lavorerà giorno e notte, farà tutto con le sue mani. Gli unici interlocutori sono i lettori di "The Banner", così si chiama il giornale, silenziosi e distanti. Il neoeditore si gode appieno la solitudine, non apre nemmeno le lettere che si accumulano sulla scrivania. Ma non può durare. La moglie lo raggiunge, il padrone di casa pretende che procacci un marito alla nipote prediletta, il vicino gli confida le sue pene d'amore. Le strade di Malgudi brulicano di individui pronti ad avanzare richieste e pretese. Soprattutto deve fare i conti con Sampath, l'unico tipografo che accetti di stampare il suo giornale. Apparentemente servizievole e devoto, in realtà ostinato e radicalmente indipendente, provoca un'ulteriore svolta nel futuro di Srinivas: decide di punto in bianco di abbandonare giornale e tipografia. La nuova attrazione è il cinema. La periferia della città si popola di scenografi, registi, primedonne, segretari di produzione: anche Malgudi alimenta la sua piccola Hollywood...
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Fresh from the presses of the Truth Printing Works, the weekly edition of The Banner enjoys a certain distinction. Srinivas, its editor and sole contributor, concerns himself with artistic and intellectual problems: Mr. Sampath, its printer, amicably shoulders the financial burdens. When the paper folds - a surprise to them both - Mr. Sampath sees a way to save an equable partnership. With splendid magnanimity he arranges for Srinivas to write film scripts for Sunrise Productions. Unfortunately, the glamor of it all goes to Mr. Sampath's head, and his sudden change of fortune leads to sublime, unmitigated chaos.
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