Vado verso il Capo. 13.000 km attraverso l'Africa
Un giorno il direttore di un giornale disse a un suo inviato se se la sarebbe sentita di fare Algeri-Città del Capo in autobus, per raccontare il trasporto pubblico Africano dall'interno. L'inviato era Sergio Ramazzotti e credeva di conoscere l'Africa, ma ancora non gli era successo di percorrerne le strade come uno dei suoi tanti abitanti disperati: appiedato, senza mezzi, con una sacca in spalla che contiene tutto il proprio mondo. Ha affrontato il Sahara e la giungla usando ogni genere di mezzo - bicicletta, camion, treni merci, taxi, furgoni, traghetti, barchini - o andando a piedi, senza soldi per corrompere le autorità. Nell'universo disgraziato e magico, che via via gli si è aperto dinanzi, ha incontrato derelitti e ricchi trafficanti di diamanti, profughi che vagano da mesi e hanno dimenticato da dove vengono, poveri che si tolgono l'ultimo cibo di bocca per offrirlo, maghi e saltimbanchi, ladri e truffatori, soldati corrotti e onesti, prostitute, mercenari e volontari, chi ha distrutto la propria vita in questo continente e chi si è rifugiato nei suoi recessi più bui con la speranza di ricostruirla. "In ognuno di questi luoghi è avvenuto qualcosa che ha cambiato la mia idea di Africa, di amicizia, di uomo, di viaggio, forse anche la mia vita... Prima di questo viaggio l'Africa era la mia amante. Dopo è diventata mia moglie." Sergio Ramazzotti
|