L' altipiano delle meraviglie
Il grande scrittore asiaghese accompagna le splendide immagini di Roberto Costa, evocative della poesia delle stagioni e del misterioso svolgersi della vita della natura, con la memoria dei propri ricordi di vita vissuta, osservando attentamente e con profondo affetto i cicli naturali che ogni anno si ripetono nell’incantato paesaggio dei boschi. Come è noto, Rigoni Stern, ha sempre guardato all’Altipiano di Asiago, sua terra natale, come a rifugio, patria e luogo di ispirazione letteraria. Lo scrittore, di cui Mondadori ha pubblicato l’opera omnia nella collana I Meridiani, tratteggia nel volume un altipiano non in guerra, sereno e reso splendido dalla forza vivificante della natura. Roberto Costa, fotografo nativo di Asiago, ha scattato le immagini che illustrano il libro nel corso di lunghi anni di appassionata ricerca, esplorando i recessi più lontani e inaccessibili del territorio dell’Altipiano. Dalle sue fotografie nasce un invito a rispettarne il delicato habitat naturale, per consegnarlo integro alle future generazioni. I testi di Mario Rigoni Stern, ritmati dal tempo e dalle stagioni, seguono il filo conduttore dei suoi pensieri e si aprono con l’inverno, momento in cui sembra che ogni cosa muoia ed il cui arrivo è segnalato da sempre dallo scricciolo che si avvicina alle case degli uomini e con il suo richiamo chiama la neve. La vita però continua, in forme diverse e più sotterranee, nell’attesa di manifestarsi apertamente a primavera. Una primavera non più ormai annunciata dalle allodole, che non arrivano più, ma dai fringuelli, che risvegliano il tasso che annusa l’aria per sentire cosa c’è di cambiato. E se la neve dell’inverno è un invito al raccoglimento , “la prima pioggia d’aprile che senti battere sul tetto ti dà ristoro e distensione, ritrovi un amabile sonno e poi, al mattino, il desiderio di andare, di uscire fuori a camminare in libertà e senza una meta perché la primavera non ha confini”. E arriva l’estate, con la nascita dei piccoli (di capriolo “nascosti tra l’erba restano immobili e invisibili”, di cervo, di camoscio) e con i nuovi profumi dei fiori e dei frutti di bosco. Infine l’autunno, quando “i larici incominciano a prendere il colore dell’oro vecchio...`.
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