Vento di rabbia
Segnata dalle rivolte etniche e dalla violenza religiosa, poche aree del mondo sono isolate come il Sahel, la regione semidesertica - la parola Sahel vuol dire "sponde del deserto" - che confina con l'estremità occidentale del Sahara. E tuttavia il Chad, la Nigeria del nord, il Niger, il Mali e il Senegal, i paesi che essa comprende, erano un tempo tra i regni africani più esotici ed attraenti. La fede musulmana prevalente nella regione fa del Sahel una unità geografica e culturale tale che potrebbe essere agevolmente detta l'Africa nera musulmana. Per questa ragione bin Laden l'ha definita uno dei "paesi fondamentali della liberazione". A Timbuktu, e alle città lungo il Niger, l'Islam fu portato dai mercanti arabi e dai conquistatori jihadisti. Il colonialismo francese e quello britannico, però, si lasciarono dietro una minoranza di popolazione di fede cristiana. In questa terra desolata, perciò, sferzata quasi costantemente dal vento dell'Harmattan, tormentata da incessanti tempeste di sabbia, il fanatismo religioso è di casa. A bordo di taxi, bus e barche, Jeffrey Tayler ha percorso tutti i 4.000 chilometri del Sahel, cominciando dal Chad. In compagnia del regale Mahamat, figlio dell'ex imam capo del Chad, tra tempeste di sabbia terribili, zone infestate dai ribelli musulmani o da semplici banditi, oasi inaspettate, Tayler ha attraversato le "sponde del deserto". A Abeche ha incontrato i missionari cristiani in incognito, a Fada si è trovato coinvolto in un attacco dei ribelli, a Kanem è stato accolto sontuosamente dai sultani, a Maidaguri ha avuto un incontro piuttosto animato con l'emiro locale e un gruppo di fanatici cristiani e giù, giù, fino a Songhai, tra le tribù tuareg, e a Djenné, il gioiello del Sahel... Uno straordinario viaggio in un mondo sconvolto dalla tensione: la tensione tra cristiani e musulmani, arabi e neri, ricchi e poveri, modernisti e tradizionalisti e, infine, tra saheliani e... lui, Jeffrey Tayler, star della nuova narrativa di viaggio.
|
Hailed by Bill Bryson and the New York Times Book Review as a rising star among travel writers, Jeffrey Tayler penetrates one of the most isolated, forbidding regions on earth - the Sahel. This lower expanse of the Sahara, which marks the southern limit of Islam"s reach in West and Central Africa, boasts such mythologized places as Mopti and Timbuktu, as well as Africa"s poorest countries, Chad and Niger. In parts of the Sahel, hard-line Sharia law rules and slaves are still traded. Racked by lethal harmattan winds, chronic civil wars, and grim Islamic fundamentalism, it is not the ideal place for a traveler with a U.S. passport. Tayler finds genuine danger in many guises, from drunken soldiers to a thieving teenage mob. But he also encounters patience and generosity of a sort found only in Africa. Traveling overland by the same rickety means used by the local people - tottering, overfilled buses, bush taxis with holes in the floor, disgruntled camels - he uses his fluency in French and Arabic (the region"s lingua francas) to connect with them. Tayler is able to illuminate the roiling, enigmatic cultures of the Sahel as no other Western writer could. |