Le rose di Atacama
Che cosa accomuna un pirata del Baltico vissuto seicento anni fa, un argentino che decide di salvare i boschi della Patagonia, uno scrittore della Terra del Fuoco che apre la casa a quanti hanno bisogno di un rifugio, un medico della guerriglia salvadoregna con un ospedale da campo nello zaino? Soltanto quella linea sottile che separa gli eroi della Storia da quelli, misconosciuti e quotidiani, i cui nomi rimangono nell'ombra. Ma, poiché "per una legge fantastica della vita la gente che è stata fottuta s'incontra", succede che i loro passi si incrocino nelle pagine di un libro. Come scordarsi di Tano, un italiano emigrato molti anni fa in Sud America e stupito dell'accoglienza dura riservata oggi agli extracomunitari in Europa; di Juanpa, integerrimo direttore della rivista "Análisis"; di Federico Nessuno, cavia dei medici nazisti; di due donne, una poetessa e una giornalista, i cui volti esprimono la bellezza gloriosa di chi non ha ceduto alle torture degli aguzzini? E se avremo abbastanza coraggio per raggiungere l'universo infuocato del deserto di Atacama, minuscoli fiori rossi che spuntano dalla sabbia una volta l'anno per appassire dopo poche ore ci ricorderanno che spesso la vita non è altro che una stoica forma di resistenza.
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Il viaggio, il vagabondaggio per il mondo, è qui che si collocano le storie raccolte in questo libro. Lo scrittore narra le vicende di personaggi anonimi e marginali incontrati per il mondo, uomini e donne che hanno in comune l'aver fatto della propria vita una forma di resistenza. Un amico cileno che ha diretto la rivista Analisis, prima barricata della lotta contro Pinochet. Un cantante che ha partecipato alla Primavera di Praga. Un cameraman olandese ucciso dall'esercito del Salvador. Uomini che non hanno mai sperato di uscire dai margini, ma che per una volta sono affiorati, con le loro storie, dal buio dell'oblio. Come le rose che, in un solo giorno dell'anno, ricoprono il deserto di Atacama. Il libro è ripresentato con una nuova veste grafica.
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