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Le donne del profeta

La condizione femminile nell'Islam

Mernissi Fatima


Editeur - Casa editrice

ECIG

Africa del Nord
Marocco
Islam


Città - Town - Ville

Genova

Anno - Date de Parution

1992

Pagine - Pages

256

Titolo originale

Le Harem politique. Le Prophète et les femmes

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Nuova Atlantide

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Le Harem politique. Le Prophète et les femmes

Le donne del profeta Le donne del profeta  

 


Recensione in altra lingua (English):

The author examines whether Islam is opposed to women's rights by focusing on the early year's of Islam and Mohammed's intention of creating an egalitarian society without slaves or sexual discrimination. Her work stands as a manifesto for Muslim women who strive for full human rights on the one hand and access to an inspirational religious tradition on the other; she asserts that it is the political and economic interests of a male elite--not the dictates of the religion--that are responsible for the denial of rights to women.


Recensione in altra lingua (Français):

"Est-ce qu'une femme peut diriger un Etat musulman?" Telle est la question qu'a posée Fatima Mernissi, sociologue marocaine, dans son épicerie de quartier, pour s'entendre rétorquer: "Ne connaîtra jamais la prospérité le peuple qui confie ses affaires à une femme", hadith - c'est à dire sentence qu'aurait proférée le prophète Mohammed et qu'aurait consignée un de ses disciples - aussi célèbre que sans appel.

Lorsque naît l'Islam en 622 - an 1 de l'Hégire qui correspond à l'installation des premiers musulmans venant de la Mecque à Médine - le projet du Prophète est d'instaurer une communauté religieuse et démocratique où hommes et femmes discuteront les lois de la cité et jetteront les bases d'un Etat monothéiste stable et fort dans une Arabie de clans, de rivalités, de guerres intestines et d'obscurantisme religieux et culturel.

A partir d'un tel projet, comment en est-on arrivé à cette femme, voilée de son Hijab, mise à l'écart de la vie politique par des hadiths misogynes qui n'ont pas l'innocence de la parole divine mais sont l'oeuvre d'hommes imprégnés des préjugés et des coutumes préislamiques, cette femme musulmane que revendiquent certains au nom du retour aux valeurs traditionnelles de l'Islam?

Pour retrouver l'identité de ceux qui ont condamné la femme à l'espace privé au nom de la foi religieuse, l'auteur a mené une véritable enquête policière à travers l'énorme masse de la littérature religieuse qui commente paroles, faits et gestes du Prophète, elle dresse l'état des lieux dans la Médine du VIIe, siècle : alors les épouses du Prophète discutaient politique et allaient à la guerre...


Recensione in lingua italiana

La prima edizione italiana era del 1992, ma quella originale francese aveva visto la luce nel 1987, quando l'A., era nel pieno di una felice maturità, dopo un'operosa e coltissima giovinezza. Era infatti già una nota e valente sociologa, che però come donna doveva combattere nel suo quotidiano con bottegai ignoranti e bigotti che volevano umiliarla con la citazione di qualche famoso hadit, cioè di una delle innumerevoli sentenze che non hanno nulla a che vedere col Corano, ma che molti ignoranti (maschi) hanno tramandati a loro uso e consumo, cioè per loro esclusiva comodità. Il libro comincia proprio da una di queste citazioni che le vien fatta da un droghiere, suo fornitore abituale, dal quale si era recata per comperare mezza dozzina di uova. Così da questo banalissimo incidente parte una serrata analisi storica di tutta quella letteratura religiosa, che penso si possa definire spuria. E risalendo nell'analisi storica, rigorosamente documentata, si arriva a capire come tutto è nato dalla prepotenza dei primi califfi. Il Profeta non era come loro: Ed anche se conservò - per motivi puramente demografici - la poligamia, non mancò mai di rispetto ad alcuna delle sue mogli. Anzi, aveva dialogo e perciò considerazione per tutte, sì che non offrì mai occasione di attrito fra loro.


Biografia

Mernissi Fatima

Sua madre, analfabeta, voleva a tutti i costi che lei studiasse e apprendesse l’arte del raccontare. Fatema Mernissi ha insegnato all’Università di Rabat ed è ststa tra i maggiori studiosi mondiali del mondo islamico, raccontando la sua molteplicità, le radici storiche e le complesse sfumature delle sue culture. Ricercatrice in tutti i sensi: per professione, nella vita quotidiana e nell’anima. Convinta del ruolo rivoluzionario della donna e della necessità della diffusione della partecipazione e del sapere, Fatema è stata capace, a oltre 60 anni, di stupirsi e di rinnovarsi, di cogliere ogni dato nuovo per comprendere la realtà che la circonda e per raccontarla. Ha letto la sua vicenda personale sempre in relazione con la storia. “Ci sono milioni di anni luce tra quello che era mia nonna Jasmina e quello che sono io, ma allo stesso modo ci sono milioni di anni luce tra me e questa mia studentessa …”.
Al Festival della letteratura di Mantova 2002 ha portato con sé due testimoni diretti del passaggio dalla dittatura alla democrazia, due prigionieri politici che hanno tradotto in scrittura la loro esperienza diretta. E in ogni intervista aveva con sé, pronta a mostrarla alla domanda giusta, la fotocopia di una piccola guida per le tv satellitari arabe: vuol far capire a tutti quello che sta cambiando e che potrà cambiare.
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Con Zahra, Najia e molte altre donne, Fatima ha fondato Sinergie civique, un’associazione che ha promosso la «Carovana» che gira di villaggio in villaggio, nelle zone meno conosciute del paese e ai margini dei circuiti turistici, per raccogliere testimonianze e diffondere le speranze di cambiamento che si celano nel «cyber-Islam».

Consulta anche: In ricordo di Fatima Mernissi
Consulta anche: Teche Rai - Festivalletteratura Mantova 2002