Scontro di inciviltà
Musulmani terroristi, fanatici, violenti, incapaci di integrarsi, con il chiodo fisso di conquistare l'Occidente e di spodestare l'italica pasta con il barbaro cuscus, a colpi di bombe e conversioni forzate. I pregiudizi degli italiani sull'Islam sono in crescita incontrollata e il fossato di incomprensione si allarga sempre di più. Ma la minaccia - reale - del terrorismo islamista è davvero sufficiente a trasformare tutti gli immigrati arabi, ai nostri occhi, in potenziali kamikaze? Perché invece di accettare le nuove sfide che attendono la società italiana si urla da tutte le parti allo "scontro di civiltà"? Eppure, scavando appena sotto la superficie delle cose, si scoprirebbe che le differenze sono meno marcate di quanto si pensi. Che, per esempio, i musulmani sono stati le prime vittime del terrorismo islamista e hanno lottato, pagando spesso con la vita, contro la barbarie integralista. In un libro che è, insieme, inchiesta, pamphlet e testimonianza, Nacéra Benali, giornalista algerina che da dieci anni vive nel nostro paese, ci guida in una corsa a ostacoli attraverso i luoghi comuni che condizionano negativamente il rapporto Italia-Islam. Con ironia e coraggio punta il dito contro chi alimenta l'islamofobia e suggerisce la direzione per un dialogo vero, ogni giorno più urgente.
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"Noi, musulmani laici, allergici a ogni fanatismo, siamo stati vittime del terrorismo islamista, così come voi occidentali. Lo abbiamo combattuto e lo combattiamo tuttora, con rabbia e orgoglio. Rabbia perché ci ha rubato persone care, perché ci ha spinto all’esilio, perché ha creato una crepa nei nostri rapporti con gli occidentali. Ma anche orgoglio, perché, laggiù senza scorta, senza l’appoggio di organizzazioni che condannassero gli attacchi che subivamo dai gruppi armati, senza un’opinione pubblica forte che denunciasse il fascismo o il totalitarismo, abbiamo portato avanti, a mani nude, una battaglia dura e spietata contro l’integralismo e il terrorismo. Abbiamo vinto, almeno in Algeria: siamo riusciti a toglier loro la maschera della religione che indossavano, per costringerli a mostrare il loro vile volto, quello della criminalità più barbara e del fanatismo più odioso." |