Una luce inattesa
Nel 1839 gli inglesi occuparono Kabul, allora come adesso una città avvolta dalla polvere, circondata da un altopiano inospitale e privo di vegetazione, abitata da una popolazione di cui si sapeva poco e quel poco bastava per tenersi alla larga. Da allora sono passati centosessanta anni, negli ultimi tempi il paese è stato sconvolto da tre guerre una dietro l'altra, afghani contro russi, talebani contro mujahiddin, americani contro talebani, ma non ne sappiamo molto di più. Abbiamo imparato dove sta il Khyber Pass e qual è la forma del cappello patano, e non ci sono mai stati tanti dibattiti in Occidente, come sulla maschera che impedisce alle donne di mostrare a un estraneo il loro volto. Ma continua a sfuggirci chi siano veramente questi guerrieri irriducibili, una volta gentili, coraggiosi e persino amichevoli, il giorno dopo rissosi e tagliagole e da quali istinti, scelte, o eventualmente ideali siano trascinati e perché siano sempre pronti a tirare fuori i kalashnikov per risolvere tutti i loro problemi. Uno dei pochissimi che ha tentato di avvicinarsi all'anima stessa di un popolo condannato a esser visto attraverso luoghi comuni è Jason Elliot, un inglese che dopo essere andato in Afghanistan quand'era ancora un ragazzino, durante le vacanze estive, innamorato della straordinaria bellezza di una terra aspra e drammatica - e della bellezza dei suoi abitanti - è ritornato almeno un'altra volta in questo paese che sembrava continuamente scomparire sotto gli orrori della guerra. E andando di villaggio in villaggio, di postazione in postazione, prendendo innumerevoli tè con i leader della guerriglia sotto le arcate pericolanti dei castelli bombardati, condividendo la loro vita di ogni giorno, ci ha dato un indimenticabile, commovente ritratto di una nazione divisa in clan e molto difficile da governare, ma non riducibile a una banda di assassini. Un popolo che non ha paura di morire, che non sopporta di essere invaso anche da una potenza amica, che vuole continuare a leggere i versi dei suoi grandi poeti prima di lanciarsi nella battaglia. Un lungo, partecipato, commovente racconto, molto diverso da quelli che abbiamo visto in televisione, che ha vinto il premio per il miglior libro di viaggio dell'anno.
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