La dea bambina
Seduta immobile su un trono, vestita di rosso, truccata e ingioiellata, con un grande terzo occhio disegnato sulla fronte, una bambina di pochi anni riceve l'omaggio del re e di centinaia di devoti; la Kumari, la dea vivente del Nepal, lascia la casa dei suoi genitori per vivere in un palazzo tra regole e culti quotidiani, feste e visite di devoti, fino a quando l'arrivo della pubertà non la riporterà alla vita di una ragazza ordinaria e un'altra bambina prenderà il suo posto.
Nel giorno della sua festa, la Kumari viene portata in braccio dai suoi attendenti fino ad un imponente carro sul quale percorre le vie di Kathmandu tra folle di devoti. Al termine della processione, la dea bambina segna la fronte del re, e gli pone una ghirlanda di fiori attorno al collo, confermando con questo rito il mandato annuale del re a governare il paese. È proprio in questo giorno, nell'anno 1768, che il re di Gorkha scelse di attaccare Kathmandu e ricevette la benedizione annuale della Kumari al posto del re in fuga. L'azione rituale della Kumari conferì legittimità alla nuova dinastia.
La Kumari è profondamente legata al re e alla legittimità del potere: nel mito si legge come ella sia l'incarnazione della dea Taleju, divinità di lignaggio degli antichi re Malla e simbolo del potere della loro dinastia. La stretta relazione tra il re del Nepal e le dee Kumari e Taleju affonda le radici nelle dinastie medievali dei Malla e si è mantenuta sotto diverse forme fino al giorno d'oggi. Il presente studio indaga la natura della relazione tra il re e queste dee, in un viaggio all'interno della complessa e ricca cultura newar della valle di Kahtmandu.
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