Viaggio nella terra del fuoco e in Patagonia
Un estratto "Cè anche un italiano nell'ergastolo che fa il capocarpentiere. Insegna l'arte dell'incisione in legno agli altri deportati e non disdegna i conforti religiosi del padre salesiano Torres. [...] È là in un angolo del cantiere, curvo vecchio tremante con una catena al piede e un globo di marmo che lo accompagnerà fino alla tomba. Sta sbozzando una madonna di legno che da sola vale a farmi capire che quel vecchio è figlio, se pur indegno, della nostra terra. Gli parlo in italiano e lui alza su le mani mostrandomi il suo lavoro. -Chi siete. -Non so. E con il dito mi fa vedere un numero stampato sulla sua giubba: 307! -Signore mio, son trent’anni che non vedo un volto di donna, ma mi ricordo sempre di mia moglie, in ogni ora del giorno, e vorrei che tutte le mie statuette fossero belle com’era bella lei. Signorino, me disculpe; no me recuerdo mas l’idioma de mi tierra. E mi perdoni se mi trovo qui. Lo lasciamo così. E lui che ha sentito parlare quella lingua che una volta era la sua rimane stordito a guardarci e oscilla la testa come se volesse dire di sì, con gli occhi gonfi di lacrime senz'altro gesto e senza una parola."
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Mirko ARDEMAGNI È nato a Cremona il 12 maggio 1901. Laureato in scienze economiche e commerciali, nel 1938 viene nominato Direttore Capo Divisione nel ruolo di Presidenza del Consiglio dei Ministri - Sottosegretariato per la Stampa, Spettacolo e Turismo. Nello stesso anno viene destinato a Tokio presso l’Ambasciata d’Italia dove rimane fino al 1943. Viene richiamato alla Presidenza del Consiglio nel 1946 e trasferito al Ministero degli Affari Esteri nel 1948. Viene destinato a Londra nel 1949 e vi rimane fino al 1950 quando viene richiamato al Ministero. Nel 1951 è destinato ad Atene dove rimane fino al 1956 quando viene trasferito a Madrid. Nel 1957 rientra al Ministero. Viene destinato a Vienna il 26 gennaio 1958 e il 10 aprile dello stesso anno viene trasferito a Parigi. |