Alla fine del 1928, Mircea Eliade allora ventunenne, arriva a Calcutta per studiare con il celebre Surendranath Dasgupta. Vi resterà tre anni, durante i quali tiene un diario minuzioso in cui annota episodi della vita quotidiana, soprattutto incontri. Sfilano così una serie di personaggi: il compagno di studi, il suo maestro Dasgupta, una misteriosa e bellissima studiosa indu, il suo vecchio professore di sanscrito, le adolescenti coinquiline della pensione in cui egli abita; ma anche personaggi famosi come Giuseppe Tucci e Tagore. Il diario, nella sua immediatezza, rispecchia con la sua vivacità, le passioni, le aspirazioni, le curiosità di un giovane studente che diventerà poi uno dei massimi orientalisti della nostra epoca.
Da Ceylon a Benares, dal Tempio d'oro di Amritsar ai conventi dello Himalaya, passando per Madras, Jaipur, Darjeeling, il giovane Eliade - che sarà autore di romanzi oltre che di fondamentali studi di storia delle religioni - ci introduce con grande abilità di scrittura a un'India sottratta alle convenzioni e ai cliché della "letteratura di viaggio". Né diario né libro di impressioni, questi frammenti, scritti in gran parte sul posto tra il 1928 e il 1931, e pubblicati per la prima volta nel 1934, conservano la spontaneità della cronaca e la freschezza del racconto non ancora rielaborato nel ricordo. Evitando accuratamente il patetico e il pittoresco, Eliade sa farci partecipi di una esperienza che è già fin d'ora una ricerca: la ricerca di quel "umanesimo" indiano, profondamente iscritto nei luoghi e nelle persone, di cui egli riesce a rendere il senso attraverso la personalissima descrizione di una realtà dove la scena di strada e l'incontro occasionale possono presentare la stessa straordinaria ricchezza di suggestioni della cerimonia religiosa e della conversazione di un Tagore.
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Mircea Eliade nacque a Bucarest nel 1907. Si formò come filosofo e storico delle religioni all'Università di Bucarest, sotto l'influenza di N. Ionescu. Negli anni 1927-28 fu a Roma dove poté assistere alle lezioni di G. Gentile. Studiò poi all'Università di Calcutta con S. Dasgupta e nell'eremitaggio di Rishikesh sull'Himalaia. Fu addetto culturale rumeno prima a Londra, nel 1940-41, e successivamente a Lisbona (1941-1944). Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì a Parigi dove insegnò all'École des Hautes Études e nel 1957 ottenne la cattedra di storia delle religioni all'Università di Chicago. È morto a Chicago il 23 aprile 1986. Oltre ad aver scritto alcune opere generali di storia delle religioni (Trattato di storia delle religioni, 1949, e Il mito dell'eterno ritorno, 1949), Eliade è ricordato come uno dei maggiori specialisti dello sciamanesimo, dello yoga e dei rapporti tra magia e alchimia. Le sue opere principali sono: Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi (1951); Lo yoga. Immortalità e libertà (1954); Alchimia asiatica, (1935-1937); Arti del metallo e alchimisti, (1956); Il sacro e il profano, (1956). |