1986: l'aria frizzante di Djanet è il mio primo incontro con il Sahara. Ho avuto la fortuna di conoscere quest'ambiente senza la fretta di chi vi arriva in 4x4 dall'Italia senza il tempo di accostarsi, a piedi, alle meraviglie del Tassili. Questo volume è il resoconto della spedizione archeologica che Lhote affrontò negli anni '50 sull'alopiano desertico del Tassili. In quella area che a me piace chiamare la "città delle rocce" vennero rinvenuti centinaia di graffiti rupestri di incalcolabile valore storico e paleoetnografico. Lo stile puntuale ma non eccessivamente specialistico di Lothe, le numerose fotografie che mostrano i reperti più affascinanti, il quadro di varia umanità dove convivono Tuareg ed europei, rendono Alla scoperta del Tassili una lettura godibilissima anche per i non addetti ai lavori.
INTRODUZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE
Il mondo di coloro che si interessano al Sahara in maniera approfondita è relativamente vasto. Se è vero che lo sviluppo del turismo esotico nel secondo-dopoguerra ha portato molti a viaggiare attraverso il grande deserto - in comitive più o meno afollate e secondo itinerari prestabiliti - è anche vero che gli appassionati e costanti frequentatori del Sahara sono stati e sono tutt'ora poco numerosi; e pochi rimangono gli autentici esperti e professionisti dei vari campi di ricerca possibili in questo mondo straordinario. L'analisi scientifica condotta nelle varie regioni di questa parte dell'Africa riguarda infatti la preistoria come la paleoantropologia, la climatologia come la geologia, l'etnologia come le scienze naturali, e l'estensione dei territori crea differenze locali che ulteriormente frammentano le aree della conoscenza.
"Mettiti in cammino anche se l'ora non ti piace. Quando arriverai, l'ora ti sarà comunque gradita. " Proverbio Tuareg
INDICE
Introduzione alla nuova edizione Introduzione Cap. I: Prospettive del Sahara Cap. II: Verso il Tassili Cap III: Primi rilievi a Tan-Zoumaitak Cap. IV: I cipressi di Tamrit Cap. V: Una civiltà di pastori Cap. VI: Le cinquemila figure di Jabbaren Cap. VII: Il Santuario di Aouanrhet Cap. VIII: Un'estate nel Sahara Cap. IX: Da una spedizione all'altra Cap. X: La nuova squadra a Ti-n-Tazaririft Cap. XI: Il grande Dio di Sefar Cap. XII: L'antica strada del Sahara centrale Cap. XIII: Un popolo che scompare: I Tuareg del Tassili Cap. XIV: L'affresco in dodici strati Cap. XV: Lanci con il paracadute Cap. XVI: Fine della spedizione Cap. XVII: Abbiamo scoperto l'Atlantide? Cap. XVIII: Un bilancio provvisorio
Tavole Note alle tavole Elenco delle illustrazioni Indice analitico
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Henry Lhote è stato inesauribile nello studio del Sahara, nel senso più largo del termine. Nei lunghi anni trascorsi in quei luoghi si è occupato con grande professionalità di moltissimi temi, fra i quali la flora specifica delle aree desertiche, il fiume Niger (navigato per inciso in kayak), le risorse minerarie degli stati saharo-saheliani, l'esporazione del Tenerè fino a Ciad e all'area Tubu, e svariati altri argomenti. I suoi maggiori contributi si riconoscono tuttavia nella più completa e complessa conoscenza del mondo Tuareg, accanto a quella della preistoria sahariana, estendendosi dalla strumentazione litica alla ceramica e ai monumenti preislamici, ma soprattutto all'arte rupestre del Tassili, dell'Hoggar, dell'Air, dello Djado e di tutte le regioni a essi limitrofe.
Explorateur et ethnologue français (1903-1991) À la suite d’une première mission dans le Tassili en 1935, Henri Lhote se prend de passion pour le Sahara. En 1958, il révèle au grand public européen l’art rupestre du Sahara lors d’une exposition, organisée à Paris, des relevés des peintures du Tassili N'Ajjer (Tassili de Tamrit au dessus de Djanet) effectuées durant les années 1956 et 1957. Henri Lhote organise ensuite plusieurs expédition dans le Tassili (plateau de Tidjelahine, oued Djerat) et publie de nombreux ouvrages de vulgarisation pour le grand public. Sur le tard, il devient maître de recherche au CNRS et chargé du département d’art préhistorique saharien au Musée de l'Homme à Paris. |