Rovine e macerie
Attraverso un percorso sinuoso tra diversi siti del mondo, dall'Acropoli di Atene al Muro di Berlino, passando per diverse opere letterarie o cinematografiche e qualche ricordo, l'autore sviluppa un'intuizione che riguarda il senso del tempo e la coscienza della storia. La vista delle rovine ci fa intuire l'esistenza di un tempo che non è quello di cui parlano i manuali di storia o che i restauri cercano di resuscitare. È un tempo puro, non databile, assente dal nostro mondo d'immagini, di simulacri e di ricostruzioni; dal nostro mondo violento che produce solo macerie: macerie che non hanno più il tempo di diventare rovine. Un tempo perduto che capita all'arte di ritrovare.
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Ha effettuato numerose missioni in Africa, soprattutto in Costa d'Avorio e Togo. Dopo la metà degli anni Ottanta, ha diversificato i suoi campi di osservazione, effettuando numerosi soggiorni in America latina ed anche osservando le realtà del mondo contemporaneo nel contesto più immediato (vale a dire Parigi e la Francia).
È il direttore della Scuola degli Alti Studi delle Scienze Sociali (EHESS) a Parigi ed è stato direttore fino al 1970 dell'Ufficio della ricerca scientifica e tecnica d'oltremare (ORSTOM - ora Instituto di Ricerche per lo Sviluppo, IRD). Fondamentale nelle sue ricerche la teorizzazione dei nonluoghi. |