Chiacchiere
Nell’arco di 77 brevi capitoli, Acheng sviluppa le sue riflessioni sulla vita quotidiana in Cina e sui suoi rapporti con la letteratura. Si tratta di una summa di elementi che sono venuti a strutturare la natura della cultura cinese e l’hanno resa la più longeva delle antiche civiltà, andando a costruire il senso comune del cinese ordinario. Nel corso dei secoli questo senso del quotidiano ha trovato voce in svariate forme di narrativa, dai sermoni dei monaci buddhisti (prima forma di romanzo popolare) ai canovacci dei cantastorie, agli antichi e numerosi testi teatrali e, infine, aii vivaci romanzi di epoca Ming. La dimensione della "chiacchiera" arricchisce il testo di storie di vita vissuta, tanto dell’autore che di amici e conoscenti, e di quello che si può definire mitologia del quotidiano: quello che tutti sanno del proprio ambiente culturale, politico e sociale ma di cui non si parla perché è, appunto, evidente a tutti. La Cina, spazzando via i mostri e i demoni insieme al vecchio, ha ridotto per anni gli spazi di libertà quotidiana al fumo e alla pazzia e ha imposto, durante la Rivoluzione Culturale, l’uso del putonghua, il cinese standard, come lingua letteraria. Ricercare le proprie radici, recuperare quel "passato quotidiano" che lo Stato ha inutilmente tentato di eliminare, diventa l’interesse principale dello scrittore cinese. Acheng racchiude in questo libro le considerazioni di moderno letterato sul suo Paese, sulle caratteristiche della cultura cinese, sugli eventi storici, sullo sviluppo intellettuale e sull’impatto dell’Occidente. Ne nasce un’acuta analisi che parte dai primi tentativi di modernizzazione della fine del XIX secolo e prosegue con la ricerca di una nuova cultura da parte del Movimento del 4 maggio 1919, fino a Mao Zedong e ai nostri giorni.
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