Una torre per il calore estivo
Questi racconti classici dell’erotismo cinese sono un piccolo capolavoro di ironia e raffinata miscela di colpi di scena e trovate. Li Yu, come ogni uomo di teatro, aveva il gusto per le coincidenze provvidenziali e le sorprese, ed era a suo modo un "rivoluzionario dei costumi". Lo dimostra il racconto che dà titolo a questa raccolta, dove il protagonista mette a frutto la nuova scoperta giunta dall’Occidente: il telescopio. Questo strumento gli permette di violare la rigida segregazione delle donne voluta dall’etica confuciana, di stravolgere le regole del corteggiamento, nonché di sfruttare la superstizione popolare spacciandosi per immortale. Negli altri racconti trionfano le situazioni più incredibili: servi che si fanno beffe dei padroni (in un modo che ricorda Goldoni), intrighi di corte, bizzarri ménage à trois omosessuali, divinità in competizione amorosa con gli umani, truffaldini che si ispirano alla filosofia taoista. Il tutto raccontato con una leggerezza, un sorriso disilluso e una malizia di grande modernità.
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Li Yu, il narratore più fantasioso e ironico della letteratura cinese classica, nacque nel 1611 nella provincia del Jiansu. Si dedicò assai presto alla letteratura, pubblicando nel 1634 il romanzo Roubutuan, che per quanto accolto con favore non facilitò il suo inserimento nei circoli culturali della decadenza dell’epoca Ming sia per la carica satirica nei riguardi della società al potere, sia per l’accentuato erotismo; due qualità che hanno posto questo romanzo accanto a un grande esempio della letteratura classica realistica, il Jin Ping Mei. Dopo un decennio occupato soprattutto dagli studi per intraprendere la carriera di funzionario, giunse nel 1644 la traumatica caduta della dinastia Ming, con il conseguente rinnovamento della classe dirigente. Abbandonati gli studi giuridici, Li Yu si occupò soltanto di teatro e di letteratura, cercando la protezione dei nuovi alti funzionari, per i quali iniziò a viaggiare da una regione all’altra, componendo drammi e organizzando spettacoli teatrali con una propria compagnia di attrici e ballerine, molto vicino ai ruoli moderni del regista e del direttore di compagnia. Ottenuto finalmente un successo stabile, che gli consentì di provvedere in modo soddisfacente a un numeroso gruppo di familiari e collaboratori, verso il 1657 si stabilì a Nanchino; qui si fece costruire una villa con giardino, un luogo di riflessione da lui molto amato, ma chiamato "giardino del seme di senape" per la sua angustia. In città aperse anche una libreria. Dal 1666 si dedicò a lunghi viaggi attraverso gran parte della Cina; visitò Pechino, le province del Shanxi, del Gansu, del Fujian e del Guangdong. Difficoltà economiche lo costrinsero a vendere nel 1674 le proprietà di nanchino. a partire dal 1677 si stabilì a Hangzhou, dove si ritiene che sia morto tra il 1679 e il 1680. Considerato una specie di Shakespeare cinese, non soltanto per una coincidenza temporale, ma anche per l’alta qualità dei suoi drammi, al teatro ha dedicato una serie di dieci opere drammatiche, riunite sotto il titolo Li Weng Shi Zhong Chu. La più nota tra queste è il dramma Yu Feng Zheng Wu; fu anche curatore di testi teatrali antichi. La sua opera narrativa, tutt’altro che trascurabile anche in rapporto ai testi teatrali, si compone di diciotto novelle satiriche - raccolte sotto il titolo di Wu Sheng Shi Xiaoshuo (Romanzi del Teatro Silenzioso) - e soprattutto del romanzo erotico Roubutuan (Il tappeto della preghiera di carne) pubblicato a 23 anni nel 1634 e regolarmente sottaciuto da tutte le storie letterarie in Cina e in Occidente. L’accento è stato posto da sempre sulle sue opere "serie", che comprendono anche testi di saggistica, tra i quali il più conosciuto è il Xian Qing Ou Zhi |