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Gli insegnamenti della pittura del giardino grande come un granello di senape

Lu Ch'ai, Wang Shih, Wang Nieh


Editeur - Casa editrice

Leonardo Editore

Asia
Estremo Oriente
Cina


Anno - Date de Parution

1989

Pagine - Pages

600

Titolo originale

Chieh Tzu Yüan Hua Chuan (The Mustard Seed Garden - Manual of Painting)

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Vivarium

Traduttore

Riccardo Mainardi (dall'inglese)


Gli insegnamenti della pittura del giardino grande come un granello di senape Gli insegnamenti della pittura del giardino grande come un granello di senape  

"Un vecchio adagio afferma che quanti sono versati nella pittura vivranno più a lungo, perché la vita creata per mezzo del tocco del pennello rafforza la vita stessa": nella tradizione dell'antica Cina, infatti, l'armonia di un prodotto artistico rispecchia l'armonia universale del Tao, supremo e imperscrutabile principio che ha generato il mondo e governa il segreto ritmo della natura. Non è un caso che il tema dominate della grande pittura cinese sia il paesaggio, un paeaggio che è sempre sottilmente realistico e al tempo stesso metaforico. Le figure umane e le opere dell'uomo non distolgono mai lo sguardo dagli elementi centrali del dipinto, una montagna, una cascata, un albero, un bambù o un'orchidea, anzi la loro collocazione stabilisce un clima di corrispondenze simboliche e per analogia rimanda agli equilibri stabiliti dal Tao tra Cielo e Terra, uomo e natura, gravità e leggerezza, pieno e vuoto. In ogni cosa, sia essa un'entità vivente o un'arte umana, circola il Qi, uno spirito, un respiro, una forza impalpabile: è un concetto che alla sensibilità occidentale può apparire fumoso, fastidiosamente metafisico, ma l'ideogramma tao significa "la via", e una via non è fatta che per essere molto concretamente imboccata e percorsa.
La via della pittura cinese ha un portale d'accesso che è un monumento estetico di valore straordinario: questo libro, il Chieh Tzu Yüan Hua Chuan, o Gli insegnamenti della pittura del giardino grande come un granello di senape. Composto nell'ultimo quarto del XVII secolo a Nanchino, il manuale compendia e ricapitola i criteri fondamentali dell'arte, stabiliti nelle epoche d'oro della pittura Tang e Ming, specifica i principi di ogni stile pittorico, fornisce dettagliate istruzioni sulle tecniche di base: "Se aspirate a fare a meno del metodo, dovete imparare il metodo. Se aspirate alla facilità, dovete lavorare con accanimento. Se aspirate alla semplicità, dovete imparare a fondo la complessità". Illustrato con centinaia di esempi che lo rendono una delle più preziose e complete collezioni di antiche stampe, il manuale fu destinato a fare da guida ai principianti di pittura ed ebbe un'ampia e duratura popolarità, attestata da oltre venti edizioni e da numerosissime ristampe litografiche.
"Alcuni amici hanno affermato che questo mio libro sulla pittura è onnicomprensivo, pari per ampiezza a un oceano" scrive nella prefazione Lu Ch'ai che con i due fratelli Wang Shih e Wang Nieh elaborò le illustrazioni e un testo di incantevole fascino, nel quale le prescrizioni tecniche più dettagliate si mescolano a dotte citazioni e si lumeggiano di spruzzi di magica poesia.
Per apprezzare un'arte che si presenta di preferenza ingannevolmente immediata come la pittura cinese di paesaggio o di fiori, non c'è miglior maniera che penetrare a fondo la sua tecnica elaborata, cominciando dalla vertiginosa gamma di stili della pennellata, evocati da una nomenclatura immaginosa: vi sono pennellate simili a fibre di canapa appiattite o a grossi tagli d'accetta o a nubi o a ossa craniche, pennellate gonfie come il ventre di una mantide o sottili come la coda di un sorcetto, poiché "la pressione del pennello dovrebbe conformarsi alla concenzione che alberga il cuore" e "colui che impara a dipingere deve prima imparare a placare il cuore, onde rendere più limpida la propria comprensione… deve sentirsi certo di imparare ciò che si è accinto ad apprendere, e che in lui il cuore e la mano sono in perfetta armonia". Nel tao della pittura solo poche pennellate possono riprodurre a pieno la realtà e "conferire espressione all'invisibile".