Gli insegnamenti della pittura del giardino grande come un granello di senape
"Un vecchio adagio afferma che quanti sono versati nella pittura vivranno più a lungo, perché la vita creata per mezzo del tocco del pennello rafforza la vita stessa": nella tradizione dell'antica Cina, infatti, l'armonia di un prodotto artistico rispecchia l'armonia universale del Tao, supremo e imperscrutabile principio che ha generato il mondo e governa il segreto ritmo della natura. Non è un caso che il tema dominate della grande pittura cinese sia il paesaggio, un paeaggio che è sempre sottilmente realistico e al tempo stesso metaforico. Le figure umane e le opere dell'uomo non distolgono mai lo sguardo dagli elementi centrali del dipinto, una montagna, una cascata, un albero, un bambù o un'orchidea, anzi la loro collocazione stabilisce un clima di corrispondenze simboliche e per analogia rimanda agli equilibri stabiliti dal Tao tra Cielo e Terra, uomo e natura, gravità e leggerezza, pieno e vuoto. In ogni cosa, sia essa un'entità vivente o un'arte umana, circola il Qi, uno spirito, un respiro, una forza impalpabile: è un concetto che alla sensibilità occidentale può apparire fumoso, fastidiosamente metafisico, ma l'ideogramma tao significa "la via", e una via non è fatta che per essere molto concretamente imboccata e percorsa. La via della pittura cinese ha un portale d'accesso che è un monumento estetico di valore straordinario: questo libro, il Chieh Tzu Yüan Hua Chuan, o Gli insegnamenti della pittura del giardino grande come un granello di senape. Composto nell'ultimo quarto del XVII secolo a Nanchino, il manuale compendia e ricapitola i criteri fondamentali dell'arte, stabiliti nelle epoche d'oro della pittura Tang e Ming, specifica i principi di ogni stile pittorico, fornisce dettagliate istruzioni sulle tecniche di base: "Se aspirate a fare a meno del metodo, dovete imparare il metodo. Se aspirate alla facilità, dovete lavorare con accanimento. Se aspirate alla semplicità, dovete imparare a fondo la complessità". Illustrato con centinaia di esempi che lo rendono una delle più preziose e complete collezioni di antiche stampe, il manuale fu destinato a fare da guida ai principianti di pittura ed ebbe un'ampia e duratura popolarità, attestata da oltre venti edizioni e da numerosissime ristampe litografiche. "Alcuni amici hanno affermato che questo mio libro sulla pittura è onnicomprensivo, pari per ampiezza a un oceano" scrive nella prefazione Lu Ch'ai che con i due fratelli Wang Shih e Wang Nieh elaborò le illustrazioni e un testo di incantevole fascino, nel quale le prescrizioni tecniche più dettagliate si mescolano a dotte citazioni e si lumeggiano di spruzzi di magica poesia. Per apprezzare un'arte che si presenta di preferenza ingannevolmente immediata come la pittura cinese di paesaggio o di fiori, non c'è miglior maniera che penetrare a fondo la sua tecnica elaborata, cominciando dalla vertiginosa gamma di stili della pennellata, evocati da una nomenclatura immaginosa: vi sono pennellate simili a fibre di canapa appiattite o a grossi tagli d'accetta o a nubi o a ossa craniche, pennellate gonfie come il ventre di una mantide o sottili come la coda di un sorcetto, poiché "la pressione del pennello dovrebbe conformarsi alla concenzione che alberga il cuore" e "colui che impara a dipingere deve prima imparare a placare il cuore, onde rendere più limpida la propria comprensione… deve sentirsi certo di imparare ciò che si è accinto ad apprendere, e che in lui il cuore e la mano sono in perfetta armonia". Nel tao della pittura solo poche pennellate possono riprodurre a pieno la realtà e "conferire espressione all'invisibile".
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