Costruire un Palazzo della memoria significa architettare un sistema mnemonico in grado di custodire e organizzare gli infiniti concetti che costituiscono l'insieme delle conoscenza umane. In molti ci si erano già provati - dall'antichità al Medioevo fino al Rinascimento" e anche con successo. Quello escogitato da Matteo Ricci è però del tutto peculiare: si tratta di un ingegnoso espediente per "tradurre" il Vangelo in termini comprensibili alla civiltà cinese. Esperto e raffinato sinologo, Spence pone al centro di queste pagine affascinanti la leggendaria figura del gesuita italiano fondatore delle missioni cattoliche in Cina nella seconda metà del Cinquecento, e in particolare analizza il suo celebre Trattato sulle arti della memoria>. L'opera non si limita a rievocare gli episodi avventurosi dei viaggi di Ricci in India e nel Celeste Impero, ma delinea un affresco di storia globale - intellettuale, sociale, militare, commerciale e relgiosa - nel quale trova espressione l'inedito incontro fra l'Europa della Controriforma e la Cina della dinastia Ming.
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Matteo Ricci (1552-1616), an Italian Jesuit, entered China in 1583 to spread Catholicism in the largely Confucian country. In order to make a persuasive argument for the educated Chinese to abandon their traditional faith for the new one he was carrying, Ricci realized that he would have to prove the general superiority of Western culture. He did so by teaching young Confucian scholars tricks to increase their memory skills--an important advantage in a nation with countless laws and rituals that had to be learned by heart. Ricci attracted numerous students with this method; more important, Ricci came to have a sympathetic understanding for China that he communicated to Rome, and thence to the European nations at large. Spence's portrait of Ricci is a gem of historical writing. |