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22/11/2024 09:36:07

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Xuanzang

Un pellegrino buddhista sulla Via della Seta

Hovey Wriggins Sally


Editeur - Casa editrice

Claudio Gallone

Asia
Estremo Oriente
Cina


Anno - Date de Parution

1998

Pagine - Pages

220

Titolo originale

Xuanzang. A Buddhist Pilgrim on the Silk Road

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

L’Uomo e gli Infiniti

Traduttore

M.Bruschi

Curatore

Coll.diretta da E.Zolla


Xuanzang Xuanzang  

Il primo, grande viaggiatore a percorrere i tracciati carovanieri della via della seta fu il monaco cinese Faxian, che si recò in India tra il 399 e il 414 alla ricerca dei sacri testi buddhisti. Partito da Chang’an con altri quattro monaci, raggiunse Dunhuang e successivamente, seguendo il tracciato meridionale della via carovaniera, transitò per Khotan attraversando quindi il Pamir: superate le Montagne Nevose, giunse infine nell’India settentrionale, dove visitò i principali centri buddhisti e si trattenne per cinque anni, trascorsi i quali fece ritorno in Cina per via mare, imbarcandosi a Ceylon e proseguendo poi alla volta di Giava e, infine, della Cina. Il suo viaggio è dunque di grande interesse perché fu in pratica il primo a compiere un itinerario completo via terra e via mare. Altri monaci seguirono le sue orme, recandosi in pellegrinaggio in India per visitare i luoghi sacri della predicazione del Buddha: tra tutti, il piú celebre è Xuanzang (602-664 d.C.), grande traduttore di testi buddhisti che viaggiò per oltre quindici anni tra l’Asia Centrale e l’India. Secondo i resoconti tradizionali Xuanzang, preparato da ottimi maestri, meravigliava i condiscepoli per il proprio sapere. Era già piuttosto famoso quando, avendo constatato che i testi disponibili contenevano notevoli divergenze, decise di recarsi in India per procurarsi direttamente le fonti originarie.

Partí dunque nel 629, in un’epoca in cui vigeva il divieto assoluto di lasciare la Cina senza esplicita autorizzazione. Poiché le autorità si rifiutavano di concedergli il permesso per il viaggio, Xuanzang decise di partire da solo e in segreto, seguendo la via carovaniera settentrionale. Superato lo Yumenguan, il «passo della Porta di Giada», venne fermato mentre transitava presso un posto di guardia e solo la sua capacità dialettica e di convincimento gli permisero di proseguire il viaggio. Attraversò quindi un tratto desertico per giungere a Hami e da qui poi verso Gaochang (nei pressi dell’oasi di Turfan), dove venne accolto festosamente e da dove ripartí con una scorta, equipaggiamenti, denaro e lettere di raccomandazione.

Arrivò a Karashar e poi nell’oasi di Kucha, dove rimase due mesi prima di ripartire con aiutanti, cavalli e cammelli con cui affrontò il superamento della catena del Tianshan. Dopo varie peripezie, il monaco giunse finalmente in India. Qui visitò i grandi centri buddhisti e percorse il bacino del Gange, prima di avventurarsi nelle regioni meridionali del Paese. Quando, intrapreso finalmente il viaggio di ritorno, dovette attraversare l’Hindu Kush, con lui non restavano, del seguito iniziale, che «sette religiosi, venti domestici, un elefante, dieci asini e quattro cavalli», come sappiamo dal resoconto dei propri viaggi che Xuanzang scrisse dopo il ritorno in patria, e che ci è noto con il nome di Xiyu ji, «Notizie sui paesi occidentali». Lungo la via per Kashgar, che percorse insieme a un gruppo di mercanti, venne assalito e depredato da briganti. Da quel punto, Xuanzang seguí la carovaniera meridionale, che lo condusse infine a Dunhuang. Da qui inoltrò una supplica all’imperatore allo scopo di ottenerne il perdono per aver affrontato il viaggio, contravvenendo agli ordini: venne accolto nella capitale con grandi onori recando con sé reliquie, statue e un gran numero di scritture sacre (circa 650 opere). Durante il viaggio di ritorno, aveva perduto numerosi libri in seguito all’annegamento dell’elefante che li trasportava, ma altri se ne era procurati a Kucha e a Kashgar: Xuanzang si dedicò all’opera di traduzione dei testi fino alla propria morte.



 



Recensione in lingua italiana

Xuanzang (Luoyang, 602 - Chang’an, 664), ordinato monaco buddhista nel 622, tra il 629 e il 645 intraprese un viaggio di oltre 10.000 miglia, dalla Cina all’India e ritorno, alla ricerca degli originali dei testi sacri del buddhismo. Tornato in patria, si dedicò alla loro traduzione alla scrittura di numerosi saggi filosofici. A tutt’oggi famoso in tutto l’Oriente, è protagonista di opere letterarie e cinematografiche.

Sally Hovey Wriggins, scrittrice e ricercatrice statunitense, ha soggiornato più volte in Sri Lanka, dove ha studiato il buddhismo sotto la guida del venerabile maestro Kheminda Thero. Il suo intersse per Xuanzang risale al 1977. Da allora ha iniziato a studiarne la vita, pubblicando i risultati delle sue ricerche in vari articoli apparsi su prestigiose riviste quali «Archeology» e «Orientations»