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Thödol Bardo

Libro dei morti tibetano

Leonzio Ugo


Editeur - Casa editrice

Einaudi

Religione
Buddhismo
Vajrayana


Città - Town - Ville

Torino

Anno - Date de Parution

1996

Pagine - Pages

154

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Einaudi tascabili


Thödol Bardo Thödol Bardo  

Il "Libro dei morti tibetano", il cui titolo originale è "Bardo Thodol" (ascolto per la grande liberazione) è considerato un viatico fantastico per i morti che si trovassero nell'imbarazzante condizione di orientarsi nei Regni Oltremondani. In realtà è un libro per i vivi, perché insegna a conoscere l'essenza segreta della nostra mente. Per il buddismo tibetano, infatti, tutto è mente, e nulla esiste al di là della mente. La nostra vita è una pura illusione prodotta da una mente che gioca con se stessa. Quando il corpo muore, libera tutto il materiale che ha accumulato e sperimentato da vivo. L'incoscio prende il predominio: le estasi e gli incubi descritti nel "Libro tibetano dei morti" consistono in questo materiale che esplode.

Il 'Bardo Thodol' fu composto dal grande maestro Padma Sambhava, nell'VIII o nel IX secolo, per i buddhisti indiani e tibetani. Fu da questi nascosto per un'era a venire e ritrovato nel XIV secolo da Karma Lingpa. Il libro interpreta le esperienze dello stato intermedio (in tibetano bar-do), di solito riferito alla condizione tra la morte e la rinascita, secondo la prospettiva degli iniziati in un particolare mandala esoterico, il mandala delle cento divinità di buddha miti o feroci.