1915-1919
24 maggio 1915: un giovane universitario milanese decide di arruolarsi volontario il giorno della dichiarazione di guerra all'Austria. Le prime delusioni date dagli aspetti meno eroici della vita militare, l'ansioso desiderio di partecipare subito alla lotta durante i primi mesi di addestramento, il traumatico incontro con la realtà della guerra, la rapida evoluzione da ragazzo scapestrato a ufficiale coraggioso e responsabile sono le tappe scandite dal diario che il giovane soldato tiene per tutta la durata del conflitto. Da queste pagine emergono la sofferenza e l'entusiasmo, i pettegolezzi da trincea e gli atti d'eroismo di chi ha vissuto la prima linea, il Carso, Caporetto.
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Paolo Caccia Dominioni conte di Sillavengo (Nerviano 1896-Roma 1992), volontario di guerra, ha combattuto nella Prima guerra mondiale sul fronte del Carso. Nel Secondo conflitto mondiale fu ufficiale superiore del genio Guastatori alpino e ne comandò un battaglione prima in Africa settentrionale, dove prese parte alla battaglia di Alamein, poi ad Asiago, sino all’8 settembre 1943. Dopo l’armistizio fu nella Resistenza. Durante la sua carriera militare venne ferito due volte e decorato con tre medaglie e una croce di guerra al Valor Militare. Con Mursia ha pubblicato anche Ascari K7, Diario di guerra.1915-1919 e, insieme a Giuseppe Izzo, Takfir.
Nell’anno 2002, in occasione della cerimonia commemorativa del 60° anniversario delle battaglie di el Alamein, il Presidente della Repubblica, su proposta del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Ten. Gen. Gianfranco Ottogalli, ha concesso al Ten. Col. Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo, la Medaglia d’Oro al Merito dell’Esercito “alla memoria”. Con la seguente motivazione:
MEDAGLIA D’ORO AL VALORE DELL’ESERCITO
Paolo CACCIA DOMINONI di SILLAVENGO da Nerviano (MILANO) Tenente Colonnello (cpl.) del Genio Alpino (alla memoria)
Già Comandante del 31° Battaglione Guastatori del Genio nelle battaglie di el Alamein, assuntasi volontariamente, dopo la fine della 2^ Guerra Mondiale, l’alta ed ardua missione di ricerca delle salme dei Caduti di ogni Nazione, disperse tra le sabbie del deserto egiziano, la svolse per oltre 12 anni, incurante dei disagi, dei sacrifici e dei rischi che essa continuamente comportava. Con coraggio, sprezzo del pericolo, cosciente ed elevata preparazione tecnico-militare, condusse personalmente le ricerche tra i campi minati ancora attivi, venendo coinvolto per ben due volte nell’esplosione delle mine, sulle quali un suo gregario fu seriamente ferito e ben sei suoi collaboratori beduini rimasero uccisi. Per opera sua oltre 1.500 Salme Italiane disperse nel deserto, unitamente a più di 300 di altra nazionalità, sono state ritrovate. Altre 1.000, rimaste senza nome, sono state identificate e restituite, con le prime, al ricordo, alla pietà ed all’affetto dei loro cari.. 4.814 Caduti riposano oggi nel Sacrario Militare Italiano di el Alamein, da lui progettato e costruito, a tramandarne le gesta ed il ricordo alle generazioni che seguiranno. Ingegnere, Architetto, Scrittore ed Artista, più volte decorato al Valore Militare, ha lasciato mirabile traccia di sé in ogni sua opera, dalle quali è derivato grande onore all’Esercito Italiano, sommo prestigio al nome della Patria e profondo conforto al dolore della Comunità Nazionale duramente provata dai lutti della guerra.
el Alamein, Sahara Occidentale Egiziano, 1942- 1962 |