Cugina K
Chiuso in una solitudine dolorosa e ossessionato dal passato, un uomo ricorda: l'infanzia segnata dalla brutale uccisione del padre, la madre fredda e tiranna e la cugina, del cui nome conosciamo solo la lettera iniziale bellissima e inaccessibile. Attorno a questi elementi ruota il monologo - un alternarsi di ricordi, vaneggiamenti e soliloqui - dell'anonimo protagonista, che si interroga sul senso del bene e del male, su ciò che è giusto e sul desiderio, frustrato e frustrante, di "esistere" per l'Altro. Un breve romanzo intenso e coinvolgente, con un sapore quasi da tragedia greca, che approda, in un vorticoso crescendo narrativo, a un finale sorprendente. Yasmina Khadra, con una prosa aspra, tesissima, dove si aprono tuttavia improvvisi squarci lirici, esplora con maestria gli angoli più remoti dell'animo umano.
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Chi è veramente Yasmina Khadra? La scrittrice algerina è in realtà un baffuto ex ufficiale dell'esercito algerino, Mohamed Moulessehoul, a lungo impegnato nella guerra contro l'estremismo islamico del suo paese. Già nel settembre 1999 l'autore di "Morituri" e "Doppio bianco" aveva rivelato la sua identità maschile, ma ora, intervistato in esclusiva da "Le Monde", racconta la sua vita e il perché dello pseudonimo (romantico "regalo" della moglie, che di nome fa proprio Yasmina Khadra): la difficoltà di seguire la propria ispirazione in un ambiente, come quello militare, che la derideva, la violenza della guerra civile vissuta in prima persona, la scrittura che gli ha permesso di superare le angosce e l'orrore delle incursioni contro i fondamentalisti. |