Perle sotto la neve
"Ora, dopo aver assassinato il nostro dio, non siamo più preda della tensione. La preghiera si è spenta, il fanatismo si è dileguato, siamo ritornati sobri abitanti del nostro sobrio mondo". Così scrive Dusan Jelincic al campo base dell’Everest, dopo aver tentato di salire il Tetto del mondo dal versante nepalese. Ha terminato un viaggio che lo ha portato ai limiti della vita e poi lo ha riportato indietro, nella regione degli uomini. In questo libro Jelincic non racconta tanto di pareti, ghiacciai, corde fisse, difficoltà alpinistiche - i classici ingredienti di ogni diario di spedizione -, ma preferisce soffermarsi sul mondo interiore delle proprie emozioni e dei propri sentimenti: "Man mano che scrivevo mi accorgevo che volevo scrivere qualcosa di nuovo. E notavo che le cose veramente nuove sono quelle irripetibili. E l’unica cosa irripetibile è l’animo umano. La montagna è diventata una scusa per poter raccontare di me".
|
Dušan Jelincic nato a Trieste nel 1953 da famiglia di origine slovena, laureato in lettere moderne, è giornalista, scrittore, alpinista e lavora nella sede Rai della sua città. Scalando il Broad Peak (8047 m) nel 1986, è stato il primo alpinista del Friuli-Venezia Giulia a calcare la vetta di un ottomila. Nel 1990 ha partecipato alla spedizione internazionale Alpe-Adria all’Everest che gli ha ispirato il libro Perle sotto la neve, pubblicato in questa collana nel 1997. Nel 2003 ha compiuto l’ascensione del Gasherbrum II (8035 m). Questo resoconto della spedizione in Karakorum del 1986, uscito in sloveno nel 1990, è considerato un classico e risulta essere il titolo più premiato della storia letteraria del piccolo paese slavo. |