Muzungu
«"Ho perso il filo, la storia che volevo raccontarvi è un'altra": quella annotata a margine degli appunti di un viaggio in Africa, una storia che va dritta all'origine - le sorgenti del Nilo bianco richiamano alla memoria del poeta/reporter la natale Darsia - attraverso digressioni che straniano il paesaggio equatoriale su sfondi balcanici. Un viaggio fatto di incontri, voci, "miriadi di lingue", omaggio di uno scrittore migrante alla biodiversità di un universo culturale minacciato di estinzione.» (Ugo Fracassa).
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Gezim Hajdari è ormai riconosciuto da critici e dalla stampa nazionale e internazionale come una delle voci poetiche più significative dei nostri tempi.
Nato nel 1957 ad Hajdaraj ( Lushnje ) da una famiglia di ex-proprietari terrieri, i cui beni sono stati confiscati dalla dittatura di Hoxha. Nel paese natale ha terminato le elementari, mentre ha frequentato le medie, il Ginnasio e l’Istituto Superiore per ragioneri nella città di Lushnje. Si è laureato in Lettere Albanesi all’Università “ A. Xhuvani”di Elbasan ed è in Lettere Moderne a " La Sapienza " di Roma con 110 e lode. Nell’inverno del 1991 Hajdari è tra i fondatori del Partito Repubblicano Albanese, partito di opposizione, e viene eletto segretario provinciale di Lushnje. Più tardi, nelle lezioni politiche del 1992, si presenta come candidato al parlamento nelle liste del P. R. A. Nel corso della sua intensa attività di giornalista di opposizione ha denunciato pubblicamente e ripetutamente i crimini, gli abusi e le speculazioni della vecchia nomenclatura di Hoxha e del recente regime di Berisha. Anche per queste ragioni, a seguito di ripetute minacce subite, è costretto, nell’aprile del 1992, a fuggire dal proprio paese. Dal 1992 vive come esule in Italia. Ha lavorato dieci anni come operaio. In Italia ha svolto i lavori più umili; ora vive faticosamente di conferenze e lezioni interculturali presso le Università, i Licei e le Associazioni Culturali, sia in Italia che all’estero. |