Il leopardo che mangiava gli uomini
Un leopardo antropofago atterrisce con la sua ferocia la regione indiana del Garhwal, bagnata dal Gange; ha imparato a cibarsi di carne umana e, nello spazio di otto anni, sgozza 125 persone. A nulla valgono le trappole, il veleno, la posta di tutta una comunità minacciata, e i nativi, dominati dal fascino della sua inafferrabilità, credono che la belva incarni lo spirito del male. Si apre allora tra il leopardo e il cacciatore Jim Corbett una partita estenuante che ci riporta a un'epoca in cui la lotta contro la fiera era per gli uomini una necessità quotidiana di sopravvivenza. Il più grande cacciatore di tigri e di leopardi dell'India inglese non uccideva per sport, per svago, per odio, per le loro pelli, per soldi o per tenersi in allenamento. Lui uccideva soltanto animali che per un incidente o una malattia erano diventati mangiatori d'uomini. Si chiamava Jim Corbett, era un inglese coloniale nato nelle province settentrionali dell'India da una famiglia povera, e come aspetto era l'esatto contrario di quegli affascinanti 'white hunter' che abbiamo visto nel film: un tipo tranquillo, con una faccia comune, timido con le ragazze. Ma era capace di restare tutte le notti per due settimane in agguato su un 'machan', la piattaforma nascosta tra gli alberi, in attesa di sparare contro un fulmine a strisce gialle e nere prima che sparisse nel buio. Un'impresa che riusciva a pochissimi. Diventato una celebrità, Corbett scrisse vari libri, in cui si percepiva, in un'epoca in cui non si conosceva nemmeno il nome di ecologia, il suo profondo amore per l'ambiente indiano, e anche per gli animali che era costretto a eliminare.
|
Most of Jim Corbett's books contain collections of stories that recount adventures tracking and shooting man-eaters in the Indian Himalaya. This volume, however, consists of a single story, often considered the most exciting of all Corbett's jungle tales. He gives a carefully-detailed account of a notorious leopard that terrorized life in the hills of the colonial United Provinces. This story represents Corbett's most sustained and unique effort. |