Ritratti e un vecchio sogno
Un viaggio in Sudafrica diventa per Davud, esule iraniano giornalista ad Amsterdam, la rivelazione delle proprie radici più profonde, il recupero del proprio passato, la scoperta di un'affinità di ricerca d'identità, la storia di un innamoramento, forse di una donna, forse di un paese e della sua poesia. Da quando mette piede sulla bruna terra africana, Davud si sente a casa e scopre di essere vissuto da straniero in quell'Olanda che l'ha accolto come rifugiato politico e di cui ha acquisito la lingua, la nazionalità e i costumi. Le montagne, il cielo azzurro bruciato, il sole accecante, i villaggi con le loro casupole elementari e i loro abitanti, tutto gli evoca la patria da cui è dovuto fuggire, con tale forza da invadere anche i suoi sogni: ogni notte la sua stanza d'albergo diventa luogo d'incontro di figure del suo passato, fino alla comparsa di Attar, Malek, Soraya, Rumi e Forugh, gli antichi compagni di resistenza contro il regime dello scià, tre giustiziati e due imprigionati, gli amici perduti che da quel momento si porterà con sé. È a loro che riferisce le sue esperienze sudafricane ed è Attar che se ne fa narratore, aggiungendo al racconto di Davud il proprio, quello del viaggio parallelo dei suoi compagni segreti, testimoni della cultura persiana e di una strenua lotta per la libertà, ma anche voce di chi, richiamato dalla tomba, riscopre le gioie, i minuti piaceri, il miracolo quotidiano del tornare a vivere.
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Kader Abdolah è un esule. Nato in Iran nel 1954, aveva aderito al partito comunista clandestino durante la frequentazione della facoltà universitaria di fisica. La rivoluzione del 1979 lo aveva visto passare dall’opposizione allo Scià a quella al regime degli ayatollah. Dopo aver assistito alla decimazione dei suoi compagni uccisi o arrestati e alla sconfitta del suo partito, è espatriato Seguendo l’invito delle Nazioni Unite, nel 1988 ha raggiunto l’Olanda come rifugiato politico. Da allora ha scritto e pubblicato in nederlandese: la raccolta di racconti De adelaars (Le aquile, 1993) si è aggiudicata il Premio Het Gouden Ezelsoor per l’opera d’esordio più venduta, fanno seguito una seconda raccolta De meisjes en de partizanen) Le ragazze e i partigiani, 1995) e i romanzi Il viaggio delle bottiglie vuote, Scrittura cuneiforme e Ritratti e un vecchio sogno tradotti in diverse lingue oltre all’italiano. Ha una rubrica su uno dei più importanti quotidiani olandesi. |