Patagonia blues
Laura Pariani è andata per la prima volta a 15 anni in Argentina e in Patagonia, in un viaggio folgorante alla ricerca di un nonno che si era trasferito là. Su questo palinsesto i ritorni si sono accumulati come fonte inesauribile di scoperte di sé e della vita. Nella sua Patagonia il paesaggio del Fin del Mundo è segnato dalle ferite immedicabili dello sterminio indio. C'è uno spaesante contrasto tra la "discrezione dei manufatti umani", spesso definiti "arrugginiti", e la "densa vitalità" della natura. Alla più alta percentuale di suicidi dell'Argentina si affiancano i residui di una affascinante cultura arcaica e magica, che sconcerta il viaggiatore. Ma quanti miti, storie e incontri indimenticabili, soprattutto quando il fuegino - un po' "ballista", magari - si rivela uno straordinario affabulatore. Patagonia Blues è solo la prima puntata di un pellegrinaggio, pieno di grazia e insieme di desolazione, nello spazio e nella storia argentina.
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Non esistono più terre vergini, il pianeta è tutto esplorato, controllato dal cielo, visibile ovunque. Nessuno può ancora dire quanto sia cambiato l'immaginario dell'uomo grazie a questo mutamento epocale. Altra è oggi l'avventura, il viaggiare e anche la fuga. Laura Pariani, segnata da un viaggio folgorante in Argentina, fatto a 15 anni, ritorna più volte in quella terra, con altre consapevolezze e altre volontà di ricerca. |