Angariato in un collegio di Ushuaia (Patagonia), la città più australe del mondo, con una madre divorziata e risposata, il ragazzo Martin Nunca (W. Quiroz) monta in bicicletta e parte per raggiungere il padre, disegnatore di fumetti, che non vede da anni. Il suo non è soltanto un viaggio di iniziazione e formazione. È un viaggio attraverso l'America “bruna”, abitata da meticci, creoli, neri, indios, i marginali di sempre, con paesaggi di rara bellezza per trovare le tracce del genocidio storico dopo la conquista spagnola e di quello economico-culturale del Novecento. È un viaggio attraverso le lingue: varianti del castigliano, portoghese, portugal, quechua, aymara. È un viaggio attraverso le dittature, le scoperte e quelle con la maschera parlamentare, che mette alla berlina le classi dirigenti e denuncia le loro responsabilità. In linea col tropicalismo letterario, è una girandola di metafore e di allegorie. Argentine le più efficaci. Non mancano i graffi satirici sul Nuovo Ordine Internazionale degli Stati Uniti. Per questo poema all'insegna dell'eccesso F.E. Solanas s'è servito anche di 2 strumenti supplementari: le tavole a colori di Alberto Breccia (L'Eternauta) con omaggio a Hector Oesterheld, ucciso con i familiari durante la dittatura militare in Argentina, e le musiche di cui è coautore con Egberto Gismonti e Astor Piazzolla cui il film è dedicato. Geniale e sbilanciato, visionario e didattico. Al regista è costato 3 anni di lavoro e una raffica di piombo da parte di sicari sconosciuti.
|