Quartine
Frammenti di una saggezza immortale, versi di insuperato lirismo e intensa spiritualità, questo sono le Quartine di 'Omar Khayyam. Come tutti i classici solcano i millenni, sconvolgono e consolano ogni lettore, anche quello contemporaneo, bisognoso delle certezze profonde che solo la grande poesia è capace di elargire. Tra i massimi poeti della storia universale, Khayyam fu anche scienziato, astronomo, matematico e filosofo. A lui si devono progressi decisivi nell'algebra e nella comprensione delle dinamiche che regolano il sistema solare.
XIV Sognavo al principio dell'alba nella taverna, ed udii una voce che mi consigliò: svegliati, figlio mio, e vuota la coppa, prima che il liquore si asciughi.
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(Nishapur, Khurasan, metà del sec. XI – 1126 ca) poeta e scienziato persiano. Le notizie sulla sua vita sono scarse e per lo piu` derivano da fonti tarde e inattendibili. Pare che l’appellativo Khayyam, cioè “fabbricante di tende”, alluda al mestiere paterno. Protetto dal sovrano Selgiuchide Gialal al-Din Malik Shah, e dal suo ministro Nizam al-Mulk, ebbe l’incarico (1073) di riformare il calendario solare persiano: riforma che non potè giungere a compimento per la morte dei suoi patroni. Come matematico, “Omar diede notevoli contributi alla soluzione geometrica e algebrica di equazioni di secondo grado, alla classificazione di equazioni comprese le cubiche, alla trattazione di sviluppi di binomi e alla chiarificazione dei postulati euclidei. Ma la sua fama in Europa, più che alle opere matematiche, è legata alle Quartine (Ruba’iyyat), esili impressioni poetiche intrise di pessimismo e con frequenti motivi anacreontici: la fortunata traduzione inglese di E. Fitzgerald (1859), che privilegia appunto questa immagine del poeta, gli guadagnò in occidente, una vera popolarità, e contribuì di conseguenza a rivalutare la sua poesia anche in Persia, dove ‘Omar era apprezzato più come scienziato che come poeta. Non è facile, per la mancanza di una tradizione manoscritta sufficientemente antica, decidere quali siano le quartine autentiche di ‘Omar: spesso altri poeti imitarono il suo stile e attribuirono a lui le loro quartine. Due manoscritti, pubblicati rispettivamente nel 1950 e nel 1958 e che parevano avvicinare la tradizione manoscritta fino a circa 50 anni dopo la morte de poeta, sono ora ritenuti con buon fondamento falsificazioni moderne. Rimane quindi incerto il numero delle quartine autentiche (178 nell’edizione persiana di M. A. Forughi, 1942), e anche l’interpretazione di questa poesia. In ‘Omar si alternano accenti mistici a più frequenti espressioni di pessimismo, di variazioni sulla morte, il nulla, il circolo carne – polvere – coppa di vino. Bisogna però osservare che il fatalismo islamico non è del tutto inconcepibile con una affermazione di incomprensibilità del destino e di vanità dello sforzo umano, anche se in ‘Omar sembra mancare qualunque fede nella vita futura. È questa sfiducia finale che ispira l’austera malinconia di ‘Omar e il suo tormentato godimento dell’attimo, senza tuttavia spegnere totalmente la sua ansia di un approdo divino.
da “Enciclopedia Europea” Garzanti 1976 |