Nel Tibet controllato dall'esercito cinese, anche la storia può essere pericolosa: raccontare le origini del popolo tibetano, lo sviluppo del suo impero territoriale, l'indipendenza e l'isolamento del suo sistema feudale non significa condurre una ricerca storica, bensì ribellarsi apertamente all'autorità centrale di Pechino. Da molti anni, infatti, la Cina impone una visione della storia del Tibet che giustifica l'occupazione del 1950, considera il Dalai Lama alla stregua di un tiranno spodestato e individua nell'unità della madrepatria cinese un principio intoccabile. Ma la verità è un'altra, e il Dalai Lama la racconta per la prima volta in questo libro che Thomas Laird, giornalista e scrittore americano, ha ricavato da moltissime ore passate a tu per tu con Sua Santità Tenzin Gyatso a Dharamsala, in India. "Il potere delle armi è immediato e forte, molto energico e decisivo, ma con il passare del tempo è facile che si indebolisca. La verità è debole ma immutabile, debole ma eterna, e talvolta cresce a poco a poco. Il caso tibetano è proprio così." Nel racconto avvincente del Dalai Lama, ricco di aneddoti illuminanti e di episodi curiosi, si snoda il cammino millenario del popolo tibetano: dai remoti miti sulle origini dei primi abitanti dell'altopiano himalaiano all'arrivo del buddhismo dall'India; dalla nascita dell'istituzione del Dalai Lama e dei grandi monasteri agli anni della dominazione mongola e mancese; dall'invasione cinese del 1950 agli incontri di Sua Santità con Mao Tse-tung e alla sua rocambolesca fuga in India nel 1959. La storia del Tibet racchiude in sé lo sviluppo di una spiritualità oggi universalmente conosciuta e amata e i cambiamenti, a volte graduali, a volte repentini, di un luogo magico che ha ispirato e affascinato l'Occidente per secoli. Ma la storia del Tibet è soprattutto la storia di un popolo orgoglioso della propria cultura, che nemmeno cinquant'anni di occupazione militare hanno potuto sottomettere. "Il mio Tibet" non è solo un affascinante viaggio nella storia e nei misteri di un popolo, rappresenta anche un gesto di grande forza simbolica per indicare ai tibetani, e al mondo intero, la verità e l'unicità della millenaria vicenda di questo paese.
|