"La primavera di Cosroe" era un meraviglioso tappeto, ricamato di smeraldi, che il re persiano Cosroe II faceva distendere nella sala della sua reggia, per ricordare le gioie della primavera quando le nevi e le noie dell'inverno lo assillavano. Anche questo libro è un tappeto, tessuto di parole invece che di pietre preziose. L'artigiano che l'ha composto racconta la costruzione della città di Persepoli, storie di re luminosi e nascosti, di re benigni e crudeli. Dal culto del fuoco alle "Mille e una notte": un viaggio attraverso la civiltà iranica.
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Pietro Citati Nato a Firenze da una nobile famiglia siciliana, trascorre l'infanzia e l'adolescenza a Torino, dove frequenta l'Istituto Sociale e in seguito il liceo classico Massimo d'Azeglio. Nel 1942, durante la guerra, si trasferisce con la famiglia in Liguria. Si laurea nel 1951 in Lettere moderne all'Università di Pisa quale allievo della Scuola Normale Superiore. Incomincia la sua carriera di critico letterario collaborando a riviste come Il Punto - dove conosce Pasolini - L'approdo e Paragone. Dal 1954 al 1959 insegna italiano nelle scuole professionali di Frascati e della periferia di Roma. Negli anni Sessanta scrive per il quotidiano Il Giorno. Dal 1973 al 1988 è critico letterario del Corriere della Sera; dal 1988 al 2011 de La Repubblica; dal 2011 al giugno 2017 scrive recensioni letterarie per il Corriere della Sera. Il 28 luglio 2017 riprende a pubblicare su La Repubblica. Scrittore poliedrico, si è cimentato con successo nella saggistica e nella biografia letteraria di grandi scrittori (Alessandro Manzoni, Kafka[1], Goethe, Tolstoj, Katherine Mansfield, Giacomo Leopardi[2], ecc.). Varie sue pagine sono dedicate anche ai miti dei popoli antichi e della grecità (Omero innanzi tutto), alle dottrine religiose e filosofiche come l'Ermetismo. |