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La beatitudine del fuoco interiore

Il cuore della pratica dei sei Yoga di Naropa

Yesce (lama)


Editeur - Casa editrice

Chiara Luce

Religione
Buddhismo
Vajrayana


Città - Town - Ville

Pomaia

Anno - Date de Parution

2002

Pagine - Pages

269

Lingua - language - langue

italiano


La beatitudine del fuoco interiore La beatitudine del fuoco interiore  

Nel suo classico best-seller, La Via del Tantra, Lama Yesce ha offerto una profonda e tuttavia oltremodo chiara visione introduttiva delle autentiche e complesse pratiche del tantra in accordo al Buddhismo Tibetano.
Questo attuale libro, che espone l'ultimo grande insegnamento di questo straordinario lama, svela il mondo delle pratiche avanzate agli iniziati del supremo yoga tantra, proprio come il suo predente lavoro offriva una visione complessiva dell'universo del tantra.
Seguendo il commentario di Je Tzong Khapa (1357 - 1419) ai Sei Yoga di Naropa, Il Possesso delle Tre Certezze, Lama Yesce introduce la spiegazione dei famosi Sei Yoga, concentrandosi in modo particolare sul primo di questi sei, la pratica del fuoco interiore (tib.: tummo).
La padronanza del fuoco interiore porta rapidamente la mente al suo stato più purificato e sottile - l'esperienza della chiara luce, uno stato mentale prodigiosamente potente, insuperabile nella sua capacità di permettere la diretta realizzazione della realtà definitiva e assoluta.
Lo scopo di Lama Yesce era far sì che i propri studenti sperimentassero realmente l'esperienza del fuoco interiore, invece di limitarsi ad ottenerne una comprensione solo intellettuale. Nel testo, la profonda realizzazione di Lama dei poteri di trasformazione di queste pratiche risulta oltremodo evidente, ispirando in tal modo i propri studenti a scoprire la loro innata capacità di ottenere una beatitudine infinita e inesauribile.

In copertina: Lama Tzonk Khapa in aspetto di mahasiddha. Tibet, fine dle diciannovesimo secolo.

 



Recensione in lingua italiana

I SEI YOGA DI NAROPA.
Secondo l’insegnamento bKa-‘brgyud-pa, dopo i 4 “preliminari ordinari”1 si
praticano i 4 “preliminari speciali” (presa di rifugio e bodhicitta, meditazione di
Vajrasattva, offerta del maÐÅala, guru-yoga).
Successivamente si pratica æamatha e quindi vipaæyanõ.
Poi il discepolo riceve l’iniziazione e quindi pratica la meditazione di un yi-dam -
che è costituita dalla “fase di generazione (o sviluppo)” e dalla “fase di
perfezionamento (o completamento)”.
Vi sono varie tradizioni della “fase di completamento” : una di esse è costituita
dai “Sei yoga di Nõropa”2. Si tratta di varie pratiche combinate da Tilopa in una
sintesi coerente detta “L’istruzione delle 6 dottrine” (ÙaÅdharmopadeæa), meglio
note peraltro con quel titolo dal nome del mahõsiddha Nõropa che le trasmise ai
tibetani.
Esse consistono negli yoga
1. del calore psico-fisico
2. del corpo illusorio
3. dello stato di sogno
4. della chiara luce
5. dello stato intermedio
6. della trasferenza del principio cosciente.
1. GTUM-MO (il calore psico-fisico o calore mistico interiore)3
Questo yoga produce una tremenda forza psichica che fa raggiungere uno stato di
unità e completezza in cui sono concentrate ed integrate tutte le forze dell’essere
dello yogi. Il suo scopo immediato e diretto è quello di far entrare, dimorare e
dissolvere i rluÒ nell’avadh¾ti attraverso il cakra dell’ombelico, mentre quello
principale è di far ottenere la “grande beatitudine simultanea” : in effetti, il successo
in questo yoga dà luogo alla Beatitudine-Vacuità (bde-stoÒ) della Mahõmudrõ, che
ci fa sperimentare la natura luminosa della mente, aprendoci alla comprensione della
Vacuità di tutte le cose.
Il procedimento - che si articola in 8 fasi - è il seguente :
seduto nella "posizione in 7 punti", lo yogi si identifica con l’illusoria forma del
proprio yi-dam (ad es. Vajrayoginú) e si visualizza sotto il suo aspetto,
spersonalizzando così il proprio corpo che considera cavo, luminoso e vuoto (un
puro prodotto della propria mente). In questo corpo trasparente e insostanziale
visualizza:
1.] le nõÅú e i cakra:
a) le nõÅú laterali - rasanõ (a destra) e lalanõ (a sinistra) - si congiungono 4 dita sotto
l'ombelico;
b) l'avadh¾ti è verticale al centro del corpo fino alla cima della testa: è come una
canna di bambù dritta, sottile e cava, con dei nodi;
c) i cakra sono i 4 principali:
-- di emanazione, all'ombelico
--della realtà, al cuore
--del godimento, alla gola
--della grande beatitudine, in cima alla testa.
Infine lo yogi medita sull'apertura dei nodi che bloccano i cakra suddetti.
2.] le lettere:
•la sillaba “A breve” (simbolo del “thig-le rosso”), alla base
dell’avadh¾ti nel cakra dell’ombelico, come se fosse fatta di un filamento vibrante
ed incandescente, irradiante calore1, di color rosso bruno ;
• la sillaba “HAÌ”  (simbolo del thig-le bianco), al vertice dell’avadh¾ti
nel cakra della corona, di color bianco.
La concentrazione sulle suddette lettere agevola il radunarsi dei rluÒ nei punti
sopraindicati e vi rafforza i thig-le.
In seguito, lo yogi inspira coscientemente mediante la ‘respirazione a vaso’
cosicchè il rluÒ delle nõÅú laterali entra nell’avadh¾ti, investe la “A breve”
dell’ombelico e la riempie fino a che non raggiunge la sua forma piena, cioè “A” 
. Intensificando la concentrazione, la visualizzazione e la respirazione regolare e
ritmica, la “A” è portata ad uno stato d’incandescenza rosso brillante, finchè da essa
non si sprigioni una fiamma perpendicolare, che dà una sensazione di intenso calore.
Essa poi arriva a lambire il cakra del cuore, quello della gola e quello della corona e
a fondersi con le rispettive lettere H¿Ì, OÌ e HAÌ. Allora la “HAÌ” viene
attivata : visualizzata capovolta, inizia a liquefarsi e a gocciolare e poi cola come un
bianco fiume di nettare per tutto il ‘corpo sottile’, inondandolo di 4 tipi di gioia o
beatitudine2 mentre scende attraverso i cakra fino all’ombelico.
Dopo questa prima fase di addestramento del gtum-mo, lo yogi aggiungerà alla
visualizzazione il "cakra del luogo segreto" e si immaginerà in unione con una
Åõkinú, la jñõnamudrõ. Egli sperimenterà le 4 gioie al passaggio del flusso del thigle
bianco nella gola, nel cuore, nell'ombelico e nel "luogo segreto", poi dovrà
imparare - con la meditazione - a trattenerlo e ad invertire il processo verso l'alto,
riprovando le 4 gioie nell'ordine inverso. Contemporaneamente, egli medita sulla
Vacuità inseparabile da questa esperienza.
Nello stadio seguente, egli effettuerà questa stessa pratica con una karmamudrõ
qualificata.
I 4 tipi di beatitudine sperimentati sia nella fase di discesa che di risalita del thigle
bianco lungo l'avadh¾ti, sono altrettanti stadi - sempre più intensi - della “grande
beatitudine simultanea”. Ora, pensiero e sentimento, saggezza e amore, sono
diventati una cosa sola, si è superata ogni dicotomia e polarità e si è realizzata la
sintesi di tutte le qualità e funzioni mentali, psichiche, emotive ed organiche
dell’uomo.